Dall’edizione di serie generale n. 20 del 2022, di mercoledì 26 gennaio, segnaliamo due comunicati, uno dell’Istat e l’altro del Mef.
L’Istituto di statistica con il comunicato pubblicato ieri rende noto il valore del Foi, l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, relativo allo scorso mese di dicembre. Il Foi, ricordiamo, è l’indice più noto tra quelli elaborati dall’Istat: l’andamento dei prezzi è calcolato facendo riferimento a un paniere composto da beni e servizi, tabacchi esclusi, che rappresentano i consumi di queste specifiche famiglie.
L’indice è utilizzato, tra l’altro, per misurare l’inflazione, per le rivalutazioni monetarie e per adeguare periodicamente i valori degli affitti (dove l’indicizzazione è prevista dal contratto) o degli assegni dovuti al coniuge separato.
Nel caso specifico l’indice raggiunge il valore 106,2. Il coefficiente espresso è ripartito da base 100 nel 2015 e gli aumenti sono stati graduali fino alla metà del 2021: per fare un esempio, l’indice ha raggiunto il valore 102,3 a dicembre 2020 e a giugno 2021 arrivava a 103,8. L’aumento dei prezzi calcolati dal Foi, possiamo quindi rilevare, registra la crescita di 2,3 punti dal 2015 a dicembre 2020 e di 3,9 punti nel corso del 2021.
La rivalutazione del Foi riguarda, tra l'altro, ricordiamo, la tenuta della contabilità: l'indice, infatti, va usato anche per calcolare il coefficiente di rivalutazione annuale (o infrannuale nel caso dell'erogazione) delle quote accantonate nei fondi di trattamento di fine rapporto di lavoro (Tfr).
Il comunicato del ministero dell’Economia e delle finanze riporta il saggio di interesse da applicare a favore dei creditori, nei casi di ritardo dei pagamenti nelle transazioni commerciali, valido per primo semestre del 2022. Il tasso di riferimento, pubblicato dal Mef ai sensi dell'articolo 5 del Dlgs n. 231/2002, è pari allo 0%, come negli ultimi cinque anni.