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Il codice doganale? Moderno e funzionale

Il codice doganale? Moderno e funzionale

Ad affermarlo è la Commissione europea che, unitamente al progetto delle dogane elettroniche, li considera due obiettivi irrinunciabili

L'organo Ue si sta muovendo in due direzioni: la prima diretta a semplificare le procedure doganali; la seconda a creare un sistema doganale "integrato" in ambito comunitario. L'obiettivo è migliorare lo scambio di informazioni per una analisi adeguata dei rischi.
La modernizzazione del codice doganale vigente e la realizzazione di dogane "elettroniche" rappresentano obiettivi irrinunciabili per l’agenda della Commissione europea. Sono, difatti, svariate le raccomandazioni adottate dall’organismo comunitario per rappresentare gli indiscutibili vantaggi che la velocizzazione delle procedure attualmente in vigore per gli scambi transfrontalieri e la semplificazione delle formalità doganali esistente porterebbe al mercato comune.

La regolamentazione attuale
Le attuali regole vigenti nell’area Ue per il settore doganale sono contenute nel codice doganale adottato dagli Stati membri nel 1994. Esso rappresenta il testo unico che racchiude la normativa che, in ambito comunitario, presiede e regola gli scambi import-export con i Paesi terzi. Il codice rappresenta, altresì, un elemento essenziale per il mercato interno atteso che è diretto a tutelare una delle quattro libertà garantite dal Trattato di Roma e, cioè, la libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione. A tale obiettivo è stata data attuazione mediante l’abolizione dei controlli alle frontiere dei Paesi membri e la creazione di una tariffa doganale unica per le merci importate in modo da assicurare, per quanto possibile, oltre all’assenza di ostacoli burocratici tra gli Stati dell’Unione, anche l’adozione di un sistema omogeneo per quanto concerne il livello dei dazi all’importazione.

Una strategia a due vie
La Commissione si sta muovendo su due strade: la prima è diretta a semplificare e razionalizzare le procedure doganali attualmente esistenti. Si pensi, ad esempio, che il codice vigente prevede ben 13 procedure doganali: la proposta avanzata da più parti consiste nel ridurre le vigenti procedure ad un numero non superiore a tre riguardanti, in dettaglio, le importazioni, le esportazioni ed alcuni procedimenti "speciali". Nell’ambito di questi ultimi si propone, in particolare, di adottare misure di semplificazione e di sospensione del pagamento dei dazi e dell’Iva per le materie prime e semilavorate introdotte nell’area comunitaria per subìre operazioni di perfezionamento. Le regole di "modernizzazione" del codice doganale si prefiggono essenzialmente di: diminuire e semplificare le regole attualmente in vigore; riformare in radice le procedure esistenti al fine di velocizzare gli scambi; rafforzare il sistema di garanzie doganali; implementare il ricorso alle cd. autorizzazioni uniche. In questo modo l’autorizzazione emessa da uno Stato membro avrebbe valenza generale all’interno della Comunità senza che l’operatore si veda costretto a ripetere le formalità in precedenza espletate. L’altra strada indicata dalla Commissione mira a creare un sistema doganale "integrato" a livello di tutti gli Stati membri. Ciò significa adottare elevati standard di controlli, potenziando i vantaggi che i collegamenti in rete offrono sia per migliorare lo scambio di informazioni che per effettuare, su scala europea, una analisi adeguata dei rischi. Soprattutto si mira a creare un sistema di sdoganamento centralizzato attraverso la creazione di un "portale" unico e condiviso.

Gli obiettivi
Ciò consentirà contatti in tempo reale tra le singole Amministrazioni interessate: è chiaro che in tale contesto la dichiarazione doganale perderà la sua attuale veste cartacea per assumere quella elettronica. Del resto, già lo scorso anno sono stati proposti alcuni emendamenti al codice doganale riguardanti la obbligatorietà, per gli operatori commerciali, di trasmettere alle autorità doganali, in via elettronica, una dichiarazione sommaria circa la natura e le quantità delle merci, prima di effettuare le operazioni di import-export. Tali suggerimenti sono finalizzati a garantire una maggiore incisività dei controlli da parte dell’autorità doganale che, sulla scorta dei dati trasmessi, sia pure in modo conciso può meglio dirigere la propria attività di intelligence.

Le difficoltà attuali
Il problema reale al momento è quello di creare un "net" tra le singole Amministrazioni. Attualmente gli uffici doganali sono interconnessi grazie al Ncts (New Computerised Transit System) che è un sistema che garantisce un collegamento, per la movimentazione delle merci, non soltanto tra i Paesi dell’area Ue ma anche per i paesi legati all’Efta (Islanda, Norvegia, Liechtenstein e la Svizzera). Si deve, però, puntare ad una rete di collegamenti più stretta che implica, prima di tutto, che ciascuna Amministrazione si doti di sistemi e procedure doganali in toto informatizzate. La Commissione ha stimato che se la legislazione doganale fosse semplificata, le procedure razionalizzate e ridotte e i sistemi informatici armonizzati, ciò si tradurrebbe, per gli operatori economici, in un indiscusso risparmio di tempo e di danaro e, per le Amministrazioni, in una economizzazione delle risorse e, al contempo, in un più efficace impiego delle stesse nell’ottica della prevenzione e degli accertamenti.
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