Tasse, evasione e cultura della legalità. Sono alcuni degli aspetti trattati nel corso del convegno promosso all’Aquila dalla direzione regionale delle Entrate dell’Abruzzo dal titolo “Dall’azienda delle gabelle all’Agenzia delle Entrate – 150 anni di fisco”, organizzato nell’ambito delle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Accademici, tecnici e professionisti hanno affollato l'aula magna di Palazzo Silone, sede della giunta regionale, all’Aquila, dove è intervenuto anche il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, che si è soffermato sulle prospettive e i problemi del fisco italiano.
“Il convegno all’Aquila – ha detto Befera – è un modo per ripercorrere la storia del fisco in Italia. Una storia complessa che si ripete. I problemi di 100 anni fa ancora li viviamo, anche se in modo diverso; ma sono sostanzialmente gli stessi. È un problema di cultura: l’evasione si combatte con la cultura. Per il cambio di cultura serve tempo. Noi stiamo lavorando per abbreviare questo tempo”. Il direttore si è, poi, soffermato sulla sempre attuale e discussa questione della pubblicazione delle dichiarazioni, ricordando che, nei primi anni dell’unità d’Italia, i dati furono pubblicati per ben tre volte. Sono trascorsi 150 anni e ancora si sta valutando se sia giusto o meno pubblicare le dichiarazioni degli italiani. E' “una storia che si ripete”. Unica grande novità è proprio l’Agenzia delle Entrate, nata con due obiettivi, maggiore efficienza, con la riduzione dei costi, e più efficacia nella lotta all’evasione.
Ha aperto i lavori la “padrona di casa”, il direttore regionale dell’Abruzzo, Rossella Rotondo, la quale, nel ripercorrere i 150 anni della nostra storia, ha evidenziato come essa sia stata anche la storia del nostro Paese sotto l’aspetto tributario, con l’adozione fin dal 1862 di un unico sistema fiscale che si è protratto per oltre cento anni.
Per i saluti, è intervenuto il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente che, nel sottolineare l’importanza di aver scelto la città dell’Aquila per l’organizzazione del convegno sulla storia del fisco negli ultimi 150 anni, ha richiamato l’attenzione sui gravi problemi della restituzione delle imposte da parte dei cittadini del cratere sismico.
Nel ricco parterre di relatori, inoltre, il presidente del Consiglio regionale, Nazario Pagano, e il presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo. Per i commercialisti sono intervenuti il presidente della federazione regionale dell’Ordine, Augusto D’Alessandro, e il consigliere nazionale dell’Ordine, Felice Ruscetta.
Il convegno è entrato nel vivo con la relazione di Fabrizio Politi, preside della facoltà di Economia dell’Università degli studi di L’Aquila, che si è soffermato sull’ordinamento fiscale dallo Statuto albertino alla Costituzione repubblicana. A seguire, è intervenuto Giovanni Marongiu, professore emerito dell’Università degli studi di Genova, che ha svolto un puntuale intervento su “La costruzione del sistema tributario italiano tra consenso, emergenze e raggiunto pareggio (1876)”. Alla base dell’Unità d’Italia non vi fu alcun processo fondativo o costituente e, anzi, la linea cavouriana fu proprio quella della continuità istituzionale tra Regno di Sardegna e Regno d’Italia, una sorta di traslazione della monarchia e dell’apparato istituzionale e amministrativo sabaudo all’intero territorio della penisola, per via di successive annessioni.
Con la legge 94, del 10 luglio 1861, venne istituito, a opera del conte Pietro Bastogi, il Gran Libro del Debito pubblico del Regno d’Italia. Si trattò di uno tra i primi provvedimenti tendenti a unificare le finanze dello Stato unitario. Il Gran Libro riuniva e consolidava tutti i debiti contratti dagli Stati preunitari.
Le relazioni tecniche sono proseguite con gli interventi di Antonio Piras, amministratore delegato di Equitalia Centro, su “La riscossione dei tributi dall’Unità d’Italia ad Equitalia” e di Marco Di Capua, direttore vicario dell’Agenzia, su “Il ruolo dell’Amministrazione Finanziaria nella gestione della fiscalità e dei progetti di riforma”. Il direttore Di Capua ha sottolineato, in particolare, il recupero di efficienza raggiunto grazie all’organizzazione dell’Agenzia: “Il rapporto tra tributi gestiti e costo della struttura, quando è nata l’Agenzia era di 1,5, molto più alto della media degli altri Paesi europei. Adesso siamo arrivati a un rapporto che è di 0,77”.
Giuseppe Maria Cipolla, ordinario dell’Università degli studi di Cassino, si è soffermato su “I rapporti fisco-contribuente nel prisma dei principi costituzionali”, mentre Marco Fava, dottore commercialista, ha analizzato “Lo spesometro quale strumento di contrasto all’evasione”.
Ha concluso i lavori, moderati da Antonio Criscione, giornalista de Il Sole 24 ore, Gianfranco Conte, presidente della commissione Finanze della Camera dei Deputati, con l’intervento su “Stato della fiscalità: strumenti e opportunità nella lotta all’evasione”.
I 150 anni d’unità fiscale:
all’Aquila passato e presente
L’evasione in Italia è frutto di un gap culturale. Lo ha detto il direttore Befera all’Aquila nel corso del convegno sull’evoluzione del sistema fiscale nel Paese unito
