Il dipartimento delle Finanze, infatti, ha pubblicato, nell’apposita sezione del proprio sito internet, gli aggiornamenti, al 17 gennaio 2018, di alcuni degli elenchi validi per il 2018.
Gli elenchi aggiornati sono quelli relativi a:
- società controllate di fatto dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dai ministeri
- enti o società controllate dalle amministrazioni centrali
- enti o società controllate dalle amministrazioni locali
- enti, fondazioni o società partecipate, per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70%, dalle amministrazioni pubbliche.
Negli elenchi non sono incluse le amministrazioni pubbliche tenute all’applicazione dello split payment, per le quali occorre fare riferimento all’elenco Ipa.
È possibile effettuare la ricerca di fondazioni, enti e società inserite negli elenchi attraverso il relativo codice fiscale.
Le eventuali mancate o errate inclusioni possono essere segnalate dai soggetti interessati (a esclusione delle società quotate nell’indice Ftse Mib), utilizzando l’apposito modulo di richiesta, a cui è necessario allegare la visura camerale.
Ricevuta e esaminata la richiesta, il dipartimento della Finanze provvede all’eventuale aggiornamento degli elenchi.
Si ricorda, infine, che nella Gazzetta Ufficiale n. 14 dello scorso 18 gennaio, è stato pubblicato il Dm 9 gennaio 2018, con cui il Mef ha stabilito le modalità di attuazione delle modifiche alla disciplina dello split payment introdotte dal collegato fiscale alla manovra di bilancio 2018: le nuove norme hanno ampliato il perimetro soggettivo di applicazione del regime, includendovi anche enti e fondazioni, oltre a pubbliche amministrazioni e società (articolo 3, Dl 148/2017).
Sulla nuova disciplina attuativa, si veda “Split payment “allargato”: firmato il decreto attuativo”.