Asse Parigi-Berlino contro l’evasione fiscale modello offshore
Francia e Germania in campo contro l’evasione fiscale lanciano il guanto di sfida ai paradisi fiscali e ai centri offshore. L’asse tra i due Paesi, rinsaldato dagli scandali recenti dell’alta finanza e dall’Affaire Liechtenstein, ha in agenda la convocazione d’un incontro speciale dei paesi membri dell’Ocse da tenersi il prossimo ottobre. Parigi chiama e Berlino risponde. E’ il senso del rinsaldarsi dell’asse tradizionale Parigi/Berlino che, a partire dal dopoguerra, ha contribuito ad orientare e a dare vigore al farsi dell’agenda europea. Il riavvicinamento arriva dopo il lento e progressivo raffreddamento delle relazioni tra i due partner, che ha registrato il culmine nella diversa strategia circa i rapporti da intrattenere con l’alleato oltre Atlantico, nella vicenda della guerra all’Iraq. Già da alcuni mesi era ben percepibile un chiaro cambio di rotta nelle relazioni franco-tedesche nel quale ha giocato un ruolo significativo il manifestarsi ripetuto di scandali finanziari e di frodi fiscali dalla taglia internazionale. In ultimo, è l’Affaire Liechtenstein che, in un momento in cui le risorse pubbliche mancano all’appello degli erari europei, ha rivelato l’ampiezza delle fragilità delle regole in vigore riguardo i transiti di capitali e la mancanza di mezzi propri delle Amministrazioni nazionali, in particolare quelle che si occupano della macchina fiscale e che, puntualmente, si trovano a dover competere e confrontarsi con un’economia finanziaria che fa perno sull’offshore che per sua natura non è riconducibile al menù tradizionale della normativa domestica e nazionale.
Il Ministro francese del Bilancio lancia la sfida all’evasione fiscale modello globale – Per comprendere il senso del mutamento in atto è sufficiente ricapitolare gli avvenimenti recenti che hanno visto l’attuale Ministro francese del Bilancio, Eric Woerth, annunciare il ritrovato asse franco-tedesco che vede proprio Francia e Germania richiedere formalmente agli altri membri dell’Ocse l’adesione ad un incontro straordinario dell’Organizzazione economica centrato su due temi fondamentali: innanzitutto, come rinsaldare e rafforzare la lotta all’evasione e, allo stesso tempo, con quali nuovi strumenti confrontarsi con i nuovi modelli del parco offshore che, nonostante quanto affermato da esperti e studiosi, invece che diminuire tende al contrario ad allargarsi fino ad inglobare sempre nuovi centri finanziari e perfino stati nazionali disposti a rivedere la loro normativa interna al fine di servirsene come strumento per allettare gli investitori esteri.
Il Ministro tedesco delle Finanze, Peer Steinbrueck, risponde sì – E Parigi non ha dovuto attendere molto, dato che, almeno come rivelato da fonti di stampa, e dallo stesso Ministro francese, Berlino avrebbe già risposto in modo affermativo, esprimendo un consenso di massima rispetto alla convocazione della riunione straordinaria dei membri dell’Ocse al fine di sconfiggere, o almeno ridurre, l’impatto che l’evasione fiscale sta assumendo orami annualmente sui conti pubblici degli stati nazionali. Il guanto di sfida ai paradisi fiscali e alla pratica dell’evasione è quindi ufficialmente lanciato, non resta che attendere le indicazioni, gli orientamenti e le novità che emergeranno all’indomani del summit.