Dai dati esaminati dal Tavolo per la verifica degli adempimenti e dal Comitato permanente per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza emerge, infatti, comunica, il ministero dell’Economia e delle Finanze, che le due amministrazioni territoriali non hanno raggiunto gli obiettivi contenuti dal piano di risanamento economico del settore sanitario, confermando la loro situazione debitoria.
Scatta così, per un altro anno, la variazione automatica delle due aliquote, come previsto dall’articolo 2, comma 86, della legge 191/2009, misura introdotta con lo scopo di ripianare il “buco” finanziario causato dalla spesa sanitaria, quando l’ammontare delle perdite raggiunge determinati limiti.
Non cambia l’entità delle maggiorazioni. L’incremento è dello 0,15% per l’Irap e dello 0,30% per l’addizionale Irpef.
I primi effetti, già dall’acconto di novembre dell’imposta regionale. L’Agenzia delle Entrate spiega, in un comunicato, come effettuare il calcolo seguendo i due procedimenti a disposizione:
- il metodo storico, considerando quale imposta del periodo precedente quella determinata applicando l’aliquota del 2012 già comprensiva della maggiorazione di 0,15 punti percentuali
- il metodo previsionale, prendendo come imposta di riferimento quella determinata applicando al volume della produzione previsto l’aliquota d’imposta maggiorata di 0,15 punti percentuali.
La variazione sull’aliquota relativa all’addizionale regionale di Calabria e Molise, invece, riguardando i redditi dell’anno in corso, si farà sentire dal 2014. Fanno eccezione i dipendenti che cessano il rapporto di lavoro nel corso del 2013. I loro sostituti d’imposta, infatti, devono trattenere l’ammontare dell’addizionale regionale 2013 in sede di conguaglio, oltre a quello delle rate residue dell’addizionale 2012, applicando l’aliquota maggiorata del 2,03% per cento.