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Attualità

Convegno Adempimento collaborativo,
un successo per Agenzia e Assonime

Trasparenza in cambio di certezza, è il principio ricorrente dell’incontro di oggi sulla nuova forma di interazione tra fisco e imprese che prevede diversi effetti di natura premiale

immagine del palco del convegno di Milano del 27 marzo 2023 con il vice ministro Leo, il direttore Ruffini, il direttore regionale della Lombardi Di Geronimo e il direttore di Assonime Firpo

Si è svolto oggi, lunedì 27 marzo, a Milano, presso la sala conferenze della Dr Lombardia, il convegno “Adempimento collaborativo e altri strumenti di attrazione degli investimenti”, organizzato da Agenzia delle entrate e da Assonime. Con oltre 400 iscritti, 195 in presenza e 220 collegati, l’evento ha registrato un’ampia partecipazione da parte dell’amministrazione fiscale e del mondo delle imprese, segno del progressivo e consolidato interesse sul regime opzionale finalizzato ad elevare gli standard di certezza fiscale e a rendere concreti i principi di trasparenza e piena collaborazione. Ad oggi le imprese aderenti al regime della cooperative compliance sono 92, ma il numero è destinato a crescere, considerato che sono in corso di istruttoria ulteriori 20 istanze di ammissione pervenute tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023.
Durante la tavola rotonda, termini ricorrenti citati dagli ospiti sono stati trasparenza, sostenibilità, stabilità e certezza, uniti tra loro dalla fiducia reciproca intesa come elemento bidirezionale tra contribuenti e Agenzia.

I lavori sono stati aperti dal direttore delle Dr Lombardia Antonino Di Geronimo, con un excursus storico sull’adempimento collaborativo. Si tratta in sintesi di un regime opzionale, istituito con il Dlgs n. 128/2015, finalizzato a instaurare un rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente per aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti. Tale obiettivo è perseguito con un’interlocuzione costante e preventiva con le imprese su elementi di fatto, inclusa l’anticipazione del controllo, finalizzata a una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali.

A dare i saluti di benvenuto, il direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, che ha ringraziato in primo luogo il vice ministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo per la partecipazione, il direttore regionale Antonino Di Geronimo per l’ospitalità, il direttore generale di Assonime, Stefano Firpo, e il condirettore, Ivan Vacca, per il loro contributo.
L’istituto della cooperative compliance, ha sottolineato Ruffini, è uno strumento di dialogo con il mondo produttivo che ha funzionato bene sin dalla sua istituzione. “Oggi più che mai, di fronte alle novità in corso di introduzione, siamo convinti che il contraddittorio non è solo uno strumento di prevenzione o risoluzione concordata delle conflittualità tra fisco e contribuenti ma può diventare la chiave di volta di tutto il sistema fiscale. Il progressivo ampliamento della platea dei soggetti ammessi all’adempimento collaborativo rende sempre più centrale la creazione di un modello organizzativo che sia in grado di soddisfare le esigenze dei beneficiari, che si faccia apprezzare non solo e non tanto in termini quantitativi quanto essenzialmente in termini di qualità”, ha precisato il direttore dell’Agenzia nel suo discorso introduttivo.
Nel 2022 sono state ammesse altre 15 società al regime di cooperative compliance, portando così a quota 92 le adesioni complessive al regime. “È una cifra importante che dimostra come le occasioni di confronto tra il Fisco e le imprese non sono mancate e, possiamo già anticiparlo, non mancheranno. La riforma ci offre adesso un’altra occasione per rafforzare questo progetto di dialogo sul medio-lungo periodo” ha affermato il direttore Ruffini. Infine, conclude, la riforma è "un'evoluzione, un impegno e una promessa di un fisco che stiamo aspettiamo da una cinquantina d'anni, speriamo di riuscire a vederlo nascere".

immagine della platea del convegno di Milano del 27 marzo 2023

Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, ha aperto il suo intervento con il grande tema della riforma fiscale, che prevede tra i suoi punti qualificanti anche il rafforzamento della cooperative compliance. Altro argomento evidenziato dal viceministro, inoltre, è stato l’interesse e il valore che dobbiamo attribuire ai potenziali investitori. "L'Italia è sicuramente un paese attrattivo perché abbiamo un regime fiscale favorevole per le persone fisiche", come i neo-residenti o i rimpatriati, il clima e l'alimentazione buoni e "allora perché non pensare una cooperative compliance per quelli abbastanza solidi dal punto di vista finanziario?"

Il direttore di Assonime, Stefano Firpo, nel suo discorso ha messo in evidenza, in primo luogo, l’importanza che il regime sull’adempimento collaborativo riveste per le Associate, considerato la condizione essenziale per una buona governance societaria. “Anche per chi decide di investire dall’estero questo tema è di particolare rilevanza. Quello che gli investitori internazionali cercano non sono tanto aliquote fiscali basse, ma certezza e stabilità delle regole in materia fiscale a cui verranno sottoposte e opportunità di dialogo con l’amministrazione finanziaria proprio per organizzare al meglio attività e investimenti produttivi nel nostro Paese”, ha precisato Firpo. Inoltre viene richiamata l’attenzione sul fatto che la riforma fiscale punta ad estendere il regime anche alle imprese con volumi inferiori a 1 miliardo.

Il programma è proseguito con l’intervento di Vincenzo Carbone, direttore centrale Grandi contribuenti e internazionale e capo divisione aggiunto Contribuenti delle Entrate. Il direttore inizia il suo discorso con l’importanza che rappresenta, per le imprese di maggior dimensione, il superamento dell’approccio tradizionale che prevedeva un controllo successivo al comportamento fiscale del soggetto, con effetti negativi per entrambe le parti. Queste nuove modalità di interazione, promosse anche dall’Ocse, si propongono, a beneficio di tutti gli attori coinvolti, l’obiettivo di elevare gli standard di certezza fiscale, fornendo adeguato supporto all’impresa già nella fase in cui maturano le principali decisioni di business, rendendo il fisco un elemento che supporta lo spirito imprenditoriale invece che un elemento di ostacolo ex post. “Elemento trainante”, ha rilevato Carbone, “è l’anticipazione della fase del controllo sostanziale (controllo ex ante) e la garanzia che al contribuente sia offerta l’opportunità di un momento di “comune valutazione” delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali”.
Il direttore Carbone inoltre ha fornito un aggiornamento sui dati delle imprese aderenti. Attualmente sono circa 92 e operano nei settori food, moda, automotive,  energia, pubblic utilities, trasporti. Sono entrate nel regime sfruttando le diverse opportunità offerte dall’ordinamento fra cui:

  • il raggiungimento dei limiti dimensionali di volta in volta previsti dai decreti ministeriali di attuazione (10 mld, 5 mld, 1 mld) (21 società) – circa 19%
  • l’adesione al progetto pilota sulla cooperative compliance lanciato dall’Agenzia nel 2013 (29 società) – circa 27%
  • la presentazione di un interpello nuovi investimenti (27 società) – circa 24%
  • l’adesione al gruppo Iva costituito da un rappresentante già aderente al regime (35 società) – circa 30%

Il condirettore di Assonime, Ivan Vacca, ha puntato sulle questioni tecniche e sul cambiamento degli ultimi anni dell’amministrazione finanziaria e del tessuto fiscale. Il problema che investe le imprese è quello di interpretare le numerose disposizioni che contraddistinguono il mondo tributario.  In tale scenario il ruolo della “cooperative compliance” è determinante: attraverso un confronto ex ante permette di evitare il controllo e di definire linee anche in sede di contenzioso. In sostanza serve a dare credibilità e a raggiungere una good governance. Il discorso ha messo a fuoco inoltre il cambiamento culturale e il miglioramento che si è progressivamente realizzato sui temi della reticenza del contribuente e della trasparenza dell’amministrazione. Infine è’ stata sottolineata l’importanza del Tax control framework che offre un sistema di auto accertamento rapido ed efficiente.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi con il ruolo dell’Agenzia nei consessi internazionali, nell’ambito degli istituti e le procedure di supporto agli investimenti esteri. Su questi temi hanno fornito il loro contributo per la Dc Grandi contribuenti e internazionale, Francesca Vitale, capo Settore Internazionale, Anna Luigia Cazzato, capo Settore Consulenza e Gaetano Scala, capo Settore Controllo.
A seguire, un confronto fra Agenzia, Assonime e mondo dell’impresa, con un dibattito, fatto di domande e risposte, sulle tematiche trattate e le loro criticità.
L’agenda dei lavori si è’ arricchita di un importante intervento istituzionale e un confronto diretto tra l’Agenzia delle entrate e due rappresentanti dell’Irs americana, Monalissa Caimcross e Jessica Cerepa, come diretta testimonianza del buono stato delle relazioni internazionali in essere.

Per i saluti di chiusura, Paolo Valerio Barbantini, capo divisione Contribuenti delle Entrate, e l’avvocato Ivan Vacca di Assonime.

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