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Attualità

Curve soft e doti per i figli: racconto di un Fisco "materno" nel libro dell'Irpef

Proposta di riduzione dell'imposta netta gravante sui contribuenti e sostegno ai redditi medio-bassi

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Curve delle aliquote più morbide e dote fiscale per i figli: è un Fisco "materno" quello contenuto nel Libro bianco dell'Irpef, che propone una riforma dell'imposta volta a incentivare il lavoro femminile, garantire un sostegno alle famiglie e tutelare con l'imposta negativa gli incapienti. Una proposta di miglioramento dell'Irpef ideata dalla Commissione di studio del ministero dell'Economia e delle Finanze, che qualora venisse realizzata, per le sue stesse finalità equitative e di incentivo, costerebbe alla finanza pubblica 1 punto di Pil.
Nel dettaglio, la proposta presentata oggi presso la scuola superiore dell'Economia e delle Finanze, si compone di tre tasselli fondamentali, ciascuno inscritto in una volontà incentivante e redistributiva.

Curva più morbida dell'Irpef
L'idea è di disegnare una curva dell'Irpef più morbida intervenendo sia sulle aliquote che sulle detrazioni. In particolare, il Libro bianco individua come intervento prioritario la riduzione dell'aliquota del primo scaglione attualmente al 23% e quella del terzo scaglione al 38%. La riduzione andrebbe accompagnata ad una contestuale rimodulazione delle detrazioni. Il duplice intervento dovrebbe consentire un impatto meno pesante del prelievo per chi supera la quota esente e una progressione del sistema più graduale.

Dote fiscale per i figli di tutti i lavoratori
La dote è funzionale a riassorbire in un unico istituto gli assegni per il nucleo familiare e le detrazioni Irpef, incrementando il sostegno alle famiglie. L'elemento di novità è dato dal carattere universale che la dote, secondo lo studio, dovrebbe assumere. "L'obiettivo - spiega il presidente della Commissione, Claudio De Vincenti - è promuovere una maggiore eguaglianza delle opportunità, aprendo l'istituto della dote ai figli a tutte le categorie di lavoratori: dipendenti, parasubordinati, autonomi. La dote andrebbe erogata alle prime due tipologie professionali, mese per mese, in busta paga, mentre gli autonomi ne usufruirebbero in sede di dichiarazione dei redditi. Ogni bimbo dovrebbe essere dotato dallo Stato di un reddito annuo fino alla maggiore età, indipendentemente dal tipo di occupazione dei genitori".

Sostegno ai redditi più bassi
Questo terzo obiettivo è perseguito con l'imposta negativa per gli incapienti, con l'erogazione di un sostegno in denaro quando la detrazione da lavoro eccede l'imposta da versare e, dunque, non viene goduta dal contribuente, come accade per i redditi inferiori al limite esente.

Su questi cardini poggia la proposta di riforma per migliorare il disegno dell'imposta personale. Il progetto è ancorato ai criteri di equità, nella sua accezione verticale di ragionevole progressività, e orizzontale, attraverso l'istituto della dote.

Il libro bianco ventila così l'ipotesi di un modello che vuole salvaguardare meglio gli incentivi al lavoro e l'effetto redistributivo, configurandosi come uno strumento di riflessione articolato in tre macroaree: una parte storica, che ripercorre le tappe dell'Irpef e degli assegni familiari, una operativa, in cui si confrontano diversi schemi idonei a superare le criticità e, infine, un capitolo dedicato al contributo dei singoli componenti della Commissione.

Una proposta che, se attuata, avrebbe un costo per la finanza pubblica valutabile in poco più di un punto del Pil.
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