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Attualità

In Francia allo studio la tassa contro i prodotti usa e getta

Proposta dal ministro dei Trasporti dovrebbe colpire i prodotti di plastica usa e getta, già soprannominata tassa sul picnic

L’obiettivo è sollecitare le aziende a produrre oggetti riciclabili. I pochi centesimi di ecotassa sul picnic contribuiranno a educare in senso ecologico i cittadini e saranno utilizzati per coprire, almeno in parte, i costi della raccolta differenziata e del recupero. Dal 2009 i picnic potrebbero essere più cari per i contribuenti. Il ministro dell’Ecologia e dei Trasporti d’oltralpe, Jean-Louis Borloo, ha proposto l’introduzione di una nuova tassa sui prodotti di plastica usa e getta, già soprannominata "tassa sul picnic". L’iniziativa francese è stata concepita per ridurre l’utilizzo di imballaggi non biodegradabili e lo spreco dei prodotti usa e getta, con lo scopo finale di sollecitare le aziende a produrre oggetti riciclabili. I pochi centesimi di ecotassa sul picnic inoltre contribuiranno a educare in senso ecologico i cittadini, e saranno utilizzati per coprire almeno in parte i costi della raccolta differenziata e del recupero laddove sarà possibile effettuarlo. La tassa che riguarderà bicchieri, coperti, piatti e posate di plastica dovrebbe ammontare a 90 centesimi di euro per chilogrammo e il ministro vorrebbe estenderla anche ad altri prodotti come buste di plastica, accendini, rasoi, adesivi. La tassa, sperimentata già in Belgio, dovrebbe essere approvata con la prossima Finanziaria e se dovesse entrare in vigore, si andrebbe ad aggiungere ad altre tasse di ispirazione ecologista come la tassa sui prodotti molto inquinanti quali oli, detergenti e pesticidi. Nel sistema tributario d’oltralpe figura una tassa sulle attività inquinanti (taxe générale sur les activités polluantes - Tgap) che riguarda il trattamento dei rifiuti industriali specifici, l’inquinamento industriale e acustico (aeromobili), i detersivi, i prodotti agricoli antiparassitari, il consumo d’olio. Soggetto passivo d’imposta è chi immette il prodotto sul mercato per la prima volta (dopo la fabbricazione nazionale, dopo acquisto all’estero, per l’immissione destinata al consumo).

Una rivoluzione verde
La proposta legislativa rientra nel progetto "rivoluzione verde" che sta studiando altre misure per l’ambiente come la tassa sul passaggio dei mezzi pesanti in autostrada e sgravi fiscali a favore di privati cittadini che decidono di ristrutturare la propria casa con tecnologie ad alto risparmio energetico. Il principio sui cui si basa è quello del "bonus-malus" ecologico già applicato ai veicoli che consiste in un premio ai compratori di prodotti ecocompatibili e nella tassazione di quelli nocivi per l’ambiente. Il bonus-malus ecologico potrebbe coinvolgere anche prodotti come batterie, apparecchi televisivi, frigoriferi e lavatrici, telefoni cellulari e mobili in legno.

Ecologia fiscale nel resto del mondo
Il Belgio, a cui si è ispirata la Francia per questa proposta, ha già introdotto una tassa ecologica che colpisce alcune tipologie di prodotti come le buste di plastica e le pellicole, le bottiglie di bibite compresa l’acqua, molti prodotti usa e getta, i pesticidi, la carta e le batterie. Nel 1994 il Belgio aveva già introdotto una tassa di circa 6 euro per le macchine fotografiche usa e getta, non riusabili. Questo ha portato i produttori del settore a progettare macchine che si possono riutilizzare a vantaggio dell’ambiente. Anche la Svezia e la Danimarca hanno scelto la strada delle tasse ecologiche sulle bibite in plastica e sul cartone tetrapak. I Paesi della plastax Molti Paesi hanno scelto di tassare esclusivamente le buste di plastica: dall’Irlanda alla Danimarca, dal Giappone alla Germania, è stata adottata una mini-tassa per ridurre l’utilizzo di questo prodotto considerato dannoso per l’ambiente. L’Irlanda è stata la prima, nel 2002, a introdurre la plastax, una tassa speciale di 15 centesimi di euro sui sacchetti dei supermercati, che ha consentito di ridurne il consumo addirittura del 94 per cento. Negli Usa, invece, spicca per spirito ecologico la città di San Francisco che per prima negli Usa ha bandito i sacchetti di plastica mentre la maglia nera va agli abitanti della California che hanno osteggiato la proposta governativa che prevede una tassa di 25 centesimi di dollari sulle buste in plastica.
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