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Attualità

La Francia mette in “stand by” la CCCTB

Il progetto, infatti, pur essendo presente nell’agenda, non avrà carattere prioritario. Ad affermarlo il ministro francese dell’Economia

In un’intervista rilasciata al Financial Times lo scorso 19 giugno, ha affermato che la Francia si adopererà per trovare un accordo su altre questioni fiscali come la riduzione dell’Iva sui servizi. Ad aver influito sulla decisione, il no dell’Irlanda al trattato di Lisbona che ha indotto la Francia a rivedere le priorità. Durante il semestre di presidenza dell’Unione europea la Francia non farà pressioni sugli Stati membri per supportare la CCCTB (Common Consolidated Corporate Tax Base) vale a dire una base imponibile consolidata costruita secondo regole europee, che si affiancherebbe a quelle determinate secondo le regole dei singoli Stati, senza sostituirle. Il progetto, infatti, pur essendo presente nell’agenda non avrà carattere prioritario.

L’intervista al Financial Times
È la posizione espressa dal ministro dell’Economia francese, Christine Lagarde che in un’intervista rilasciata al Financial Times lo scorso 19 giugno, ha affermato che la Francia cercherà un accordo su altre questioni fiscali come la riduzione dell’Iva sui servizi. L’Irlanda, da anni opposta alla CCCTB in quanto il nuovo sistema di tassazione penalizzerebbe il Paese dal punto di vista economico e fiscale, ha accolto con favore le recenti posizioni del ministro francese, decisamente in contrasto con le precedenti dichiarazioni rilasciate durante il Tax Forum tenutosi lo scorso aprile a Bruxelles, dove aveva dichiarato il sostegno della Francia alla futura proposta di direttiva che mira ad istituire il nuovo sistema di tassazione societaria. Ma il no dell’Irlanda al trattato di Lisbona ha determinato un cambiamento nel panorama politico dell’Unione europea che ha probabilmente indotto la Francia a rivedere le priorità per l’ormai prossimo semestre di presidenza. Di diverso avviso Lazlo Kovacs, commissario europeo incaricato per la fiscalità, che ha ribadito come il voto dell’Irlanda non porterà conseguenze per la proposta di direttiva che intende presentare entro la fine dell’anno.

Il progetto dell’esecutivo europeo
Utili e perdite di sussidiarie e affiliate di aziende operanti nell’ambito di più Paesi dell’Unione europea consolidati secondo regole comuni. È il perno centrale su cui poggia il progetto della Commissione europea e che dovrebbe permettere di superare i diversi metodi di calcolo attualmente in vigore nei 27 Stati membri. I profitti poi dovrebbero essere ripartiti nei diversi Paesi e tassati secondo l’aliquota del singolo Stato. E il gruppo incaricato dall’Ecofin ha elaborato alla fine dell’anno un documento (vedi articolo FiscoOggi) che definisce nei dettagli il meccanismo allocativo. La formula permetterà di distribuire l’intera base imponibile tra ogni entità del gruppo consolidato (comprese le stabili organizzazioni) per singolo anno d’imposta determinando così il reddito tassabile a livello di ogni singolo Stato membro.

L’indagine di Kpmg
Nel marzo di quest’anno Kpmg, network globale di società di servizi professionali, attivo in 148 paesi con oltre 113 mila professionisti, ha pubblicato una indagine dalla quale emergevano due indicazioni in merito alla proposta elaborata dalla Commissione europea. Da un lato la larga adesione alla proposta di una base fiscale comune per il consolidato delle aziende multinazionali e dall’altro il forte sostegno all’idea di una sola aliquota Ue per la tassazione dei redditi d’impresa.  
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