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Attualità

In Gran Bretagna il fisco è nel mirino del fisco

L’eccesso di curiosità costa caro a 600 dipendenti delle Entrate richiamati per violazione della riservatezza dei profili dei contribuenti

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Un dato allarmante, sostengono alcuni, per un Paese ritenuto il cuore della cultura anglosassone non soltanto sotto il profilo culturale ma anche sul piano normativo, dove ampio spazio è lasciato alla tutela della privacy e della riservatezza. La curiosità fiscale non incontra confini, dal Mediterraneo all’Atlantico, dal Pacifico all’Oceano Indiano segue assiduamente rotte non strettamente geografiche, piuttosto soggettive e ben radicate in ciascuna realtà culturale. A rafforzare questa tesi ha provveduto la notizia recente dell’avvio, da parte dell’Agenzia delle Entrate britannica, Her Majesty Revenue and Customs (HMRC), di circa 600 procedimenti disciplinari interni su altrettanti dipendenti del fisco di Sua Maestà che, nel corso del triennio passato, hanno ceduto ai richiami seducenti del gossip fiscale, intrattenendosi eccessivamente nella visione, nell’osservazione e nel commento dei profili tributari di centinaia di contribuenti individuali. Un dato allarmante, sostengono alcuni, per un Paese ritenuto il cuore della cultura anglosassone non soltanto sotto il profilo culturale, ma anche sul piano normativo, dove ampio spazio è lasciato alla tutela della privacy e della riservatezza.








* Numero dei fascicoli e dei procedimenti disciplinari aperti, nel periodo 2006-2007, a carico dei dipendenti del fisco britannico per violazione della riservatezza dei profili tributari dei contribuenti.
Fonte: BBC/Ministero del Tesoro britannico


Quasi l’1 per cento dei dipendenti delle Entrate ammaliati dal gossip fiscale
Ma nonostante i trascorsi storici la curiosità, soprattutto quella legata a imposte, tasse e tributi, tende oramai a dilagare nel Regno Unito. A questo riguardo, il tasso di seduzione che il gossip fiscale esercita sui dipendenti, sugli operatori, sui funzionari e sui dirigenti del fisco britannico è stato reso pubblico in una nota scritta, non filizzata, che l’attuale Segretario alle Finanze del ministero del Tesoro, Jane Kennedy, responsabile di questioni fiscal-finanziarie, ha trasmesso in questi giorni alla Camera dei Comuni, in risposta ad una interrogazione predisposta e indirizzata al ministro del Tesoro in carica, Alistair Darling, da parte di James Brokenshire, ministro ombra conservatore responsabile degli Affari Interni. Dalla lettura del documento emerge un andamento sorprendente, per un Paese come la Gran Bretagna. In pratica, dal 2005 a oggi, sono state ben 600 le procedure e i fascicoli aperti in relazione alla violazione della privacy dei contribuenti britannici da parte dei dipendenti del fisco. Si tratta quasi dell’1 per cento del personale a disposizione dell’Agenzia delle Entrate britanniche di Sua Maestà (HMRC). Come a dire che 1 su cento proprio non riesce a resistere al richiamo delle sirene del gossip fiscale.

Norme stringenti sulla sicurezza, la difesa del Segretario alle Finanze
Innanzitutto, secondo quanto diffuso dal Segretario Kennedy, le procedure disciplinari sono in diminuzione rispetto agli anni passati. In secondo luogo, le misure adottate a protezione della privacy e della sicurezza dei dati personali dei contribuenti sono oramai stringenti, tanto che i comportamenti inopportuni di ben 600 dipendenti sono stati smascherati di recente. Ma l’affermazione decisiva del Segretario ha riguardato l’esito dei procedimenti che, nella stragrande maggioranza, si risolvono in un nulla di fatto dato che l’eccesso di curiosità in realtà non ha prodotto né violazioni delle norme, all’origine, né ha avuto ripercussioni sui singoli contribuenti oggetto di attenzioni eccessive. Insomma, la curiosità c’è in Gran Bretagna, ma non oltrepassa alcuni limiti imposti rigorosamente per legge.
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