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Attualità

Iva e servizi postali, avviata dalla Ue procedura d’infrazione

Nel mirino della Commissione europea la Germania, il Regno Unito e, sia pur per differenti ragioni, la Svezia. Ma la cerchia è destinata ad allargarsi

Le motivazioni connesse alle distorsioni di concorrenza causate, in quasi tutti gli Stati membri, dalla scorretta trasposizione della normativa comunitaria nelle singole legislazioni nazionali. In particolare l’articolo 13 della sesta direttiva riconosce agli Stati membri il diritto di esonerare dall’applicazione dell’imposta le prestazioni relative ai servizi postali.
La Commissione europea ha avviato, in base a quanto previsto dall’articolo 226 del Trattato Ce, le procedure di infrazione contro taluni Stati dell’Unione a causa del trattamento fiscale riservato, ai fini Iva, ai servizi postali. Gli Stati destinatari del richiamo dell’istituzione comunitaria sono, attualmente la Germania, il Regno Unito e (sia pur per differenti ragioni) la Svezia. Ma la cerchia potrebbe ben presto allargarsi in considerazione delle distorsioni di concorrenza causate, in quasi tutti gli Stati membri, dalla scorretta trasposizione della normativa comunitaria nelle singole legislazioni nazionali.
La normativa comunitaria
In particolare l’articolo 13 della sesta direttiva riconosce agli Stati membri il diritto di esonerare dall’applicazione dell’imposta le prestazioni relative ai servizi postali. Le ragioni alla base dell’esonero erano sostanzialmente due: da un lato, tali servizi venivano considerati di preminente interesse pubblico e, dall’altro, venivano erogati, proprio in vista della loro finalità pubblica, secondo un regime di monopolio pressochè assoluto.
Concorrenza e discriminazioni
Tuttavia, la crescente tendenza alla liberalizzazione di tutte le attività economiche, connessa alla parallela esigenza di proteggere il libero spiegarsi della concorrenza, ha evidenziato la discriminazione, attualmente esistente, tra le imprese pubbliche, che erogano i servizi postali in condizioni di favore in quanto "esonerati" dall’imposta, e gli altri operatori del mercato che, per contro, vedono i loro servizi gravati dall’Iva e, pertanto, discriminati.
L’intervento della Commissione Ue
E’ per tale motivo che la Commissione, mossa dall’esigenza di riportare la situazione del mercato dei servizi postali offerti a un sostanziale equilibrio, sta sollecitando il Consiglio europeo affinché adotti idonee misure per "modernizzare" la normativa Iva attualmente esistente in ambito comunitario per i servizi postali. Ciò appare ancora più improcrastinabile in considerazione della direttiva 97/67/CE (cd. direttiva postale) che ha fissato precise regole nell’ambito di queste prestazioni. L’intento è rendere accessibile l’erogazione di tali servizi a fette sempre più ampie di operatori, scoraggiando così il permanere di situazioni di monopolio.
Le osservazioni di Kovacs
A tal proposito, il commissario Ue alla fiscalità, Laszlo Kovacs, ha rilevato che la Commissione europea, in quanto "guardiana" del Trattato, è tenuta a vigilare sull’applicazione armonizzata delle regole dell’Unione. In particolare Kovacs osserva che la disciplina per l’esonero dall’Iva per i servizi postali deve essere applicata dagli Stati membri in modo da non favorire l’abuso di posizioni dominanti. In pratica si suggerisce di estendere il beneficio dell’agevolazione anche ai nuovi soggetti che si affacciano sul mercato in questione anziché rimanere circoscritto ai precedenti operatori.
La normativa italiana
Sul punto la normativa italiana ha anticipato le raccomandazioni del commissario atteso che l’esenzione (contenuta nell’articolo 10, comma 1, n. 16 del Dpr n.633 del 1972) si riferisce al servizio di distribuzione e di recapito dei supporti cartacei resi sia dall’Amministrazione delle Poste che dalle agenzia di recapito. Per queste ultime l’esenzione è limitata alle tariffe applicate dall’Amministrazione delle Poste mentre la parte eccedente è assoggettata regolarmente a Iva.
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