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Attualità

Lettera del direttore Befera sull'accertamento "sintetico"

L'Agenzia delle Entrate sta profondendo il massimo sforzo per garantire al Paese una adeguata azione di contrasto all'evasione fiscale

Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle entrate
In questi ultimi giorni sono state messe a punto e diramate a tutti gli Uffici dell'Agenzia precise ed efficaci linee operative per i controlli fiscali, tra le quali è compresa quella dedicata agli accertamenti nei confronti delle persone fisiche effettuati con il metodo cosiddetto "sintetico". Questo metodo consiste nella ricostruzione dei redditi posseduti dalla persona fisica partendo dalle spese che la stessa ha sostenuto, anche nell'interesse dei propri familiari. Se i redditi così ricostruiti superano quelli dichiarati per almeno il 25 per cento, viene chiesto di pagare le imposte sulla differenza. Un esempio può chiarire meglio: se una persona dichiara redditi per 30.000 euro e spende per sé e la famiglia 90.000 euro, è ragionevole ritenere che la differenza (pari a 60.000) sia costituita da redditi non dichiarati e sui quali, quindi, non sono state pagate le imposte; salvo che il contribuente dimostri che ha sostenuto le spese attingendo a risorse diverse dai redditi conseguiti. Le spese maggiormente considerate per questo tipo di ricostruzione sintetica sono, ovviamente, quelle di importo particolarmente significativo.

Nelle recenti linee operative, sono stati forniti alcuni esempi agli uffici, tra i quali rientrano le spese per la frequenza di corsi presso scuole private. A questo proposito, ritengo necessario chiarire che l'indicazione non ha assolutamente l'intento di qualificare le spese per l'istruzione come un genere di lusso, né che il loro sostenimento sia sempre e comunque indice di una particolare agiatezza economica. Le spese in questione vengono infatti prese in considerazione solo qualora siano di ammontare particolarmente rilevante. Né più né meno di quello che accade per i natanti. Così come non è l'acquisto di un gommone che denota una particolare capacità economica, mentre può ben esserlo l'acquisto di un potente e costoso motoscafo, lo stesso accade per le spese per l'istruzione. Una retta scolastica di poche centinaia di euro è compatibile anche con redditi di non elevato ammontare, mentre l'iscrizione a scuole esclusive e particolarmente costose richiede significative disponibilità economiche.

È ovvio che nessuno pensa di equiparare chi sostiene le spese più alte a un evasore fiscale. Se il reddito dichiarato è compatibile con le spese sostenute il controllo si chiude con un nulla di fatto. Ma se, come a volte accade, le spese per l'istruzione ammontano a decine di migliaia di euro e sommate ad altre spese ancor più impegnative (ad es., frequenza di club esclusivi, viaggi organizzati particolarmente costosi, mantenimento di autovetture e di residenze secondarie, e così via) dimostrano una forte capacità economica ingiustificata rispetto a quella risultante dalle dichiarazioni dei redditi, contestare al contribuente il comportamento scorretto è un preciso dovere dell'Agenzia delle Entrate, nell'interesse della collettività.

I funzionari dell'Agenzia delle Entrate hanno oramai capacità e professionalità tali da saper valutare con grande ponderatezza gli elementi di spesa rispetto alla capacità contributiva, evitando così interventi inutili e vessatori. Nell'assoluto rispetto di tutti i diritti riconosciuti,  come la  libertà di educazione dei propri figli che non è proprio in discussione.
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