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Attualità

Nuove regole per la Ue a 27

L’Italia, con il voto favorevole della Camera, ha concluso l'iter di approvazione del disegno di legge di ratifica del Trattato di Lisbona

Il testo detta le nuove regole per il funzionamento dell'Ue allargata ed è il risultato di un intenso lavoro le cui linee guida sono state elaborate durante il Consiglio del 21 e il 22 giugno 2007. La conferenza intergovernativa ha iniziato il 23 luglio i lavori per definire le modifiche da apportare al testo. La Camera dei Deputati il 31 luglio scorso ha approvato all'unanimità (551 deputati favorevoli e nessun contrario) il disegno di legge n. 759 di "Ratifica ed esecuzione del Trattato di Lisbona, che modifica il Trattato sull'Unione Europea e il Trattato che istituisce la Comunità europea e alcuni atti connessi, con atto finale, protocolli e dichiarazioni, fatto a Lisbona il 13 dicembre 2007". Il Senato ha invece espresso parere unanime favorevole (286 "sì" su 286 senatori presenti) il 23 luglio 2008. Il disegno di legge era stato presentato alle Camere dopo l'approvazione in Consiglio dei Ministri avvenuta il 30 maggio 2008. In Italia, secondo la Costituzione, "le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali" (articolo 80) e "non è ammesso il referendum per le leggi (...) di autorizzazione a ratificare trattati internazionali" (articolo 75).

La firma e la ratifica del Trattato di Lisbona
Il Trattato di Lisbona è stato firmato nella capitale portoghese il 13 dicembre 2007 dai rappresentanti dei 27 Stati membri a norma dell'articolo 6 ed è stato già ratificato da 24 Stati membri. Entrerà in vigore il 1º gennaio 2009 se tutti gli strumenti di ratifica saranno stati depositati (altrimenti, il primo giorno del mese successivo all'avvenuto deposito dell'ultimo strumento di ratifica). Romania, Ungheria, Malta, Francia, Polonia, Slovacchia, Portogallo, Austria, Danimarca, Slovenia, Bulgaria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Estonia, Finlandia, Grecia, Gran Bretagna, Cipro, Olanda, Belgio, Spagna hanno già provveduto a ratificare il trattato mentre devono ancora ratificarlo Repubblica Ceca e Svezia. L' Irlanda ha respinto la ratifica con referendum popolare il 12 giugno 2008.

La nuova Ue a 27 e la ratifica del Trattato
Il testo detta le nuove regole per il funzionamento della UE allargata a 27 e costituisce il prodotto di un intenso lavoro le cui linee guida furono elaborate durante il Consiglio europeo di Bruxelles del 21 e 22 giugno 2007. Successivamente la conferenza intergovernativa (Cig) ha iniziato il 23 luglio i lavori per definire le modifiche giuridiche necessarie da apportare al testo. La versione definitiva è stata licenziata il 3 ottobre dalla Cig per poi essere discussa a Lussemburgo il 15 ottobre dai ministri degli Esteri dei 27 Paesi membri e il 18 ottobre dai Capi di Stato e di governo. Il 19 ottobre 2007 il testo è stato approvato durante il vertice informale di Lisbona dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea e firmato il 13 dicembre 2007. La fase di ratifica è stata avviata dopo la lunga pausa di riflessione seguita all’esito negativo dei referendum in Francia e Paesi Bassi sul trattato che adotta una Costituzione per l’Europa, firmato a Roma il 29 ottobre 2004.

I contenuti della nuova versione
Il Trattato, tra l’altro, contiene nuove precisazioni terminologiche. Il termine "Comunità" è sostituito ovunque da "Unione": così il Trattato di Roma che istituisce la Comunità europea (Tce) è stato denominato Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Nel tentativo di mediare le divergenze fra gli Stati membri, inoltre, sono state accolte alcune proposte e apportate modifiche rispetto al precedente testo costituzionale. Nel nuovo trattato di riforma infatti non compaiono: il termine "Costituzione", il riferimento ai simboli europei, anche se continueranno ad esistere, come la bandiera a 12 stelle, l’inno, il motto (Unità nella diversità), la menzione che "la moneta dell’UE è l’euro", i trattati esistenti continueranno a occuparsi della cooperazione fra gli Stati membri e il nuovo Trattato non li sostituirà. Viceversa, non hanno subito mutamenti: le principali novità istituzionali (il mandato di due anni e mezzo della Presidenza del Consiglio Ue, al posto dell’attuale presidenza di turno di sei mesi e la riduzione del numero dei Commissari europei, dal 2014, da 27 a 15); il riferimento al principio della concorrenza libera e non distorta nel mercato interno, che rimane nei trattati già esistenti; l’estensione del voto a maggioranza qualificata, soprattutto in materia di cooperazione giudiziaria in materia penale e di polizia. La riforma istituzionale rafforza il ruolo di colegislatore del Parlamento europeo con il Consiglio, per quanto riguarda questi ambiti; la delimitazione delle competenze fra l’Ue e gli Stati membri.

Politica sociale, mercato interno, energia e ricerca
La politica sociale, il mercato interno, l’energia e la ricerca rimangono competenze condivise dalla Ue con gli Stati membri; la personalità giuridica unica dell’Unione europea; la creazione di un Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, che raggruppa le funzioni dell’alto rappresentante della Pesc e del Commissario europeo alle relazioni esterne. Sarà il presidente del Consiglio dei ministri degli esteri e vicepresidente della Commissione Ue; il diritto di iniziativa civica, che permetterà a un milione di cittadini di invitare la Commissione a proporre soluzioni su determinati problemi; il riferimento alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa.

Carta dei diritti, diritto europeo, parlamenti nazionali
Sono stati riportati nel nuovo Trattato ma con alcune modifiche: la Carta dei diritti fondamentali non sarà ripresa per intero, ma uno specifico articolo riconosce i diritti, le libertà e i principi sanciti nella Carta a cui viene attribuito lo stesso valore giuridico dei trattati; il primato del diritto europeo sul diritto nazionale, che non viene riaffermato ma diventa l’oggetto di una dichiarazione che rimanda alla giurisprudenza della Corte di Giustizia; la regola della doppia maggioranza, secondo cui una decisione sarà presa dal 55 per cento degli Stati membri, purché rappresentino il 65 per cento della popolazione dell’Unione europea. Ma la sua applicazione viene procrastinata al 2014; il ruolo dei Parlamenti nazionali che viene rinforzato. Passa da sei a otto settimane il tempo concesso per esaminare un testo e la Commissione europea dovrà giustificare una decisione, rivederla o ritirarla, se viene contestata dalla maggioranza semplice dei voti attribuiti ai Parlamenti nazionali.

Servizi pubblici, ambiente ed energia
Vengono introdotti per la prima volta e risultano quindi una novità assoluta: un protocollo sui servizi pubblici; i criteri di eleggibilità del Parlamento europeo; il riferimento alla promozione sul piano internazionale di misure destinate a risolvere i problemi dell'ambiente a livello regionale o mondiale e, in particolare, a combattere i cambiamenti climatici; il riferimento, in ambito energetico, allo spirito di solidarietà tra gli Stati membri ed alla promozione dell'interconnessione delle reti energetiche. Infine, le disposizioni della parte terza del trattato costituzionale che fissava le politiche e il funzionamento dell’Ue sono state inserite nei Trattati esistenti con specifiche modifiche.
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