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Attualità

Ospiti, a San Macuto, precompilata
e stato della fatturazione elettronica

Una rivoluzione culturale che mette al centro del rapporto tra Fisco e contribuente il dialogo diretto e il miglioramento dei servizi piuttosto che la “caccia” all’errore

Il modello precompilato non è un semplice servizio aggiuntivo, ma è l’inizio di una vera e propria “rivoluzione” nel rapporto tra l’Amministrazione finanziaria e cittadino. L’obiettivo è il superamento dell’autoliquidazione delle imposte per far posto a una dichiarazione “preconfezionata” dal Fisco, dove il contribuente avrà sempre meno elementi da aggiungere.
Queste alcune delle battute introduttive del direttore dell’Agenzia delle Entrate, in audizione, questa mattina, presso la Commissione di vigilanza sull’Anagrafe tributaria nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla prospettiva di una razionalizzazione delle banche dati pubbliche e, nello specifico, in materia di fatturazione elettronica e dell’inserimento delle spese sanitarie nella dichiarazione precompilata.
 
Fin dall’inizio, lo sforzo dell’Agenzia è stato quello di creare, nonostante la complessità della materia, una procedura semplice, accessibile a tutti i cittadini, impegno rinnovato per la dichiarazione dei redditi 2016, che trova una precompilata decisamente più completa. Le crescenti richieste di abilitazione ai servizi on line dell’Agenzia, confermano che i contribuenti prendono sempre più confidenza con il nuovo sistema.
Avvio positivo dell’operazione già in fase sperimentale nel 2015. A parlare chiaro, i numeri: nei primi due mesi dello scorso anno, le richieste di Pin per accedere ai servizi telematici sono aumentate di circa il 50%, portando a quota 3 milioni il numero complessivo degli utenti di Fisconline. Su un fronte diverso, il direttore delle Entrate riferisce, inoltre, che alla data del 28 febbraio 2015 sono state comunicate oltre 100 milioni di operazioni relative a premi assicurativi, interessi passivi sui mutui e contributi previdenziali, ed entro il 7 marzo 2015 sono state inviate oltre 60 milioni di Certificazioni uniche.
 
Ma importanti novità riguardano il presente o, per meglio dire, la precompilata che, dal 15 aprile, i contribuenti potranno visualizzare e scaricare on line, così da prepararsi alla presentazione della dichiarazione dei redditi 2015, accettando (solo nel caso del 730) o modificando il modello predisposto dall’Amministrazione finanziaria. Canali telematici aperti per l’invio a cominciare dal 2 maggio.
Quest’anno tutti i contribuenti (e non più soltanto pensionati e lavoratori dipendenti) potranno consultare i dati che li riguardano presenti in Anagrafe tributaria. Una possibilità che apre la strada non solo alla presentazione del modello 730 “preconfezionato”, ma anche di Unico Pf. Una specifica applicazione web, disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, guiderà il contribuente e un apposito applicativo, sulla base dei dati già conosciuti dall’Amministrazione finanziaria e delle risposte fornite all’apertura della procedura, lo indirizzerà verso il modello di dichiarazione a lui più confacente (730 o Unico Pf).
Si allarga, quindi, la platea della “precompilata” che, potenzialmente, quest’anno interesserà 30 milioni di contribuenti.
 
Inoltre, precisa il “numero uno” delle Entrate, anche quest’anno il pensionato e il lavoratore dipendente, che accetta il modello 730 precompilato così com’è, senza integrazioni e modifiche, non sarà sottoposto a controlli formali riguardo agli oneri indicati, mentre saranno Caf e intermediari a rispondere al Fisco nel caso in cui il contribuente abbia richiesto la loro assistenza per la presentazione della dichiarazione. I vantaggi relativi ai controlli, specifica Rossella Orlandi, non riguarderanno, però, l’accettazione del modello Unico predisposto dall’Agenzia delle Entrate.
 
Il direttore elenca una serie di new entry grazie alle quali sempre più cittadini potranno, nel 2016, usufruire del modello precompilato senza aggiunte e rettifiche.
Novità, ad esempio, per i coniugi, che da quest’anno, se vogliono, possono servirsi della precompilata in forma congiunta (senza rivolgersi a Caf e intermediari), eventualità esclusa nel 2015.
 
Ma sono gli oneri deducibili e detraibili a occupare un posto di primo piano nell’operazione “precompilata” 2016. Alcune delle informazioni trasmesse dagli enti esterni, infatti, oltre a essere utilizzate per predisporre il 730 e Unico, sono messi a disposizione dei cittadini. Così è per i dati sulle spese mediche trasmesse al sistema Tessera sanitaria.
Altri costi già inseriti nelle dichiarazioni elaborate dall’Agenzia sono quelli relativi alle spese funebri, universitarie, per gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica e i contributi versati per la previdenza complementare. In pratica, sono le detrazioni più “popolari” e che, quindi, interessano una nutrita platea di persone fisiche.
Anche in questo caso, sono i numeri a parlare meglio: il sistema precompilata 2016 accoglie 700 milioni di dati in più rispetto a quelli già in possesso dell’Amministrazione finanziaria.
 
Il sistema Tessera sanitaria, per l’esattezza, mette a disposizione dell’Agenzia, entro il 1° marzo di ogni anno, le spese sanitarie sostenute dai contribuenti nell’anno precedente e i rimborsi effettuati nello stesso periodo per prestazioni non ricevute o fornite parzialmente.
Trattandosi di dati personali, la procedura è stata predisposta con la collaborazione del Garante della privacy. Ed è per lo stesso motivo che il cittadino può opporsi alla comunicazione di tali informazioni all’Amministrazione finanziaria attraverso specifiche funzionalità disponibili sul sito internet del sistema Ts. Per agevolare coloro che intendono esercitare l’opposizione per il 2015, è stato previsto che quest’anno i contribuenti possano manifestare il loro veto anche direttamente all’Agenzia delle Entrate. In ogni caso, comunque, le spese sanitarie possono essere inserite a integrazione dei modelli 730 o Unico precompilati.
 
Rispetto ai costi sanitari e ai relativi rimborsi trasmessi dal sistema Ts, l’Agenzia delle Entrate distingue le spese automaticamente agevolabili (e relativi rimborsi), riportate direttamente in dichiarazione, da quelle detraibili solo a particolari condizioni. Queste ultime saranno evidenziate nel foglio informativo allegato alla dichiarazione, affinché il contribuente stesso possa inserirli nel modello se ne sussistono i requisiti previsti dalla legge (come nel caso degli interventi di chirurgia estetica).
I rimborsi vengono sottratti direttamente, a meno che non si riferiscano ad annualità precedenti. In tal caso, non potendo sapere l’Agenzia se tali spese sono state già portate in detrazione, i relativi importi saranno indicati nella proposta di dichiarazione tra i redditi da assoggettare a tassazione separata. Se poi il contribuente, nelle precedenti dichiarazioni non ha sottratto le spese rimborsate oppure se ha operato la detrazione già al netto dei relativi rimborsi, dovrà modificare la dichiarazione precompilata eliminando i rimborsi da non assoggettare a tassazione.
 
La Orlandi fornisce i dati nel dettaglio, riferendo, ad esempio, che in totale, per il 2015, sono stati resi disponibili all’Agenzia delle Entrate e utilizzati ai fini della compilazione della dichiarazione, oltre 520 milioni di documenti di spesa sanitaria per un importo pari a circa 14,5 miliardi di euro e che i dati riguardano circa 50 milioni di cittadini. La trasmissione delle informazioni è stata negata soltanto in 11mila casi, per un importo complessivo pari a circa 850mila euro.
Considerate le difficoltà incontrate dalle farmacie nella conservazione dei dati relativi ai medicinali acquistati, quest’anno, per evitare confusioni, sono state utilizzate e messe a disposizione dei contribuenti soltanto le informazioni relative ai ticket farmaceutici (ricette rosse), che l’Agenzia ha acquisito direttamente dal sistema Tessera sanitaria. Dal 2017 le informazioni arriveranno al completo, comprese quelle relative alle prestazioni erogate da strutture autorizzate, anche se non accreditate dal Servizio sanitario nazionale. Inoltre, per semplificare gli adempimenti degli operatori del settore, gli stessi sono stati esonerati dal comunicare, ai fini dello spesometro, i dati delle spese sanitarie già trasmesse tramite il sistema Tessera sanitaria.
 
La meta finale, ribadisce il direttore, è favorire la compliance e perfezionare i servizi. Ad esempio, il contribuente, consultando il foglio informativo allegato alla dichiarazione, ha la possibilità di rilevare eventuali incongruenze nei dati a disposizione dell’Agenzia delle Entrate e attivarsi per aggiornare le informazioni non corrette. Sono previsti, inoltre, nuovi tipi di alert per avvisare di situazioni anomale, in modo che possano essere sanate con sanzioni contenute prima che sia troppo tardi, cioè che le violazioni siano accertate mediante attività di controllo. Lo scorso anno, ad esempio, sulla base delle Certificazioni uniche pervenute, sono stati allertati i contribuenti che, pur titolari di redditi, non avevano presentato la dichiarazione.
Oggi il cittadino chiede di interagire con Fisco e vuole assistenza per non sbagliare. Si tratta di una rivoluzione culturale, fondata sul dialogo e non sulla caccia all’“errore”.
 
Il direttore dell’Agenzia ha dedicato la seconda parte del suo intervento alla fatturazione elettronica. Al riguardo, continuano i lavori volti a migliorare e incentivare l’uso degli scambi telematici tra privati attraverso il Sistema di interscambio (Sdi). Le linee guida sono quelle stabilite dal Dlgs 127/2015.
L’Agenzia e Sogei hanno già predisposto le bozze delle specifiche tecniche utili ai diversi adempimenti. In fase di definizione anche le caratteristiche tecniche dei servizi di acquisizione e di notifiche di risposta dei flussi informativi da parte dell’Anagrafe tributaria.
Accolti i suggerimenti delle associazioni di categoria e dei principali stakeholder emersi nel corso di specifiche riunioni del Forum italiano sulla fatturazione elettronica.
Inoltre, Sogei sta mettendo a punto la procedura informatica, disponibile dal prossimo 1° luglio, che consentirà ai contribuenti la generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche. Il software sarà utilizzabile mediante web browser collegandosi direttamente al sito dell’Agenzia oppure mediante app dedicata per i device mobili.
 
In cantiere anche l’implementazione del Sistema di interscambio per consentire, a chi sceglierà l’invio telematico dei dati delle fatture, di trasmettere on line, dal 1° gennaio 2017, oltre alle fatture elettroniche verso le Pubbliche amministrazioni, anche quelle emesse nei confronti di clienti privati.
I provvedimenti attuativi delle disposizioni del Dlgs 127/2015, precisa la Orlandi, saranno pubblicati dopo aver consultato il Garante per la protezione dei dati personali e la Commissione europea, come previsto dalla normativa nazionale e comunitaria (direttiva 2015/1535/Ue).
 
Trasferendo l’attenzione alla fatturazione elettronica verso la Pa, confortanti i dati registrati: alla data dell’8 aprile, il Sistema ha ricevuto e correttamente gestito più di 33 milioni di file fattura, con uno scarto che si è gradualmente ridotto e che, per il mese di marzo 2016, si è attestato al 4,9 per cento. Nei quasi due anni di operatività della procedura, la qualità del servizio non è diminuita, è di tre ore il tempo medio della comunicazione di risposta che segue la trasmissione del documento.
Dando sempre qualche numero: le fatture sono state emesse da più di 700mila fornitori e sono state consegnate a circa 55mila “uffici virtuali” di 23mila amministrazioni pubbliche.
 
Il direttore precisa che il Sistema di interscambio rileva gli errori formali della fattura e le amministrazioni “clienti” la correttezza del “merito”. Queste ultime possono inviare al Sdi una notifica di accettazione o rifiuto della fattura da trasmettere al mittente.
Ancora qualche dato per dimostrare la validità del processo: gli esiti comunicati tramite il Sistema di interscambio sono stati il 53% del totale delle fatture ricevute, l’86% di segno positivo (fattura accettata) e il 14% negativo (fattura rifiutata).
Le fatture dirette agli enti locali (obbligatorie dal 31 marzo 2015) superano i 22 milioni, con uno scarto del 3 per cento.
Dall’analisi dei risultati non emergono particolari criticità sia per quanto riguarda le amministrazioni sia dal punto di vista degli utenti relativamente all’utilizzo del tracciato e alla procedura di ricezione, controllo e inoltro delle fatture.
Certi, inoltre, i vantaggi in termini di semplificazione, velocizzazione e risparmio.
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