Praga lancia la flat tax
modello extra-large
Un’aliquota unica, 15 per cento, applicata sull’imponibile dichiarato dai contribuenti, comprensivo di oneri sociali e contributi sanitari

Quanto costerà la riforma? Più di 1 miliardo di euro di minori entrate fiscali
L’unificazione generalizzata dell’attuale regime fiscale e la sua fusione con il sistema contributivo determinerà, almeno secondo le stime pubblicate recentemente, una perdita netta per l’erario ceco di oltre 1 miliardo di euro l’anno. Peraltro, al venir meno di questa quota di gettito dovranno anche sommarsi le minori entrate legate alla riduzione progressiva dell’imposta sui redditi delle persone giuridiche. Infatti, l’aliquota sui profitti delle società si ridurrà dall’attuale 24 per cento al 21 per cento nell’anno in corso, per poi scivolare ulteriormente al 20 per cento nel 2009 fino a concludere la sua corsa verso il basso al 19 per cento, ma nel 2010. La ricetta sul come finanziare questi tagli continui d’imposte e tasse è incentrata sull’aumento duplice dell’Iva, la cui aliquota minima salirà dal 5 fino al 9 per cento.
I dubbi dell’Ocse: a rischio euro e pensioni
La riforma fiscale in corso di definizione da parte del governo ceco è stata accolta con scetticismo da parte dell’Ocse. Due le ragioni che hanno indotto l’Organizzazione di Parigi a suggerire a Praga maggiore moderazione sul versante tributario. Innanzitutto, il buon andamento registrato dalle entrate fiscali, all’incirca 25 miliardi di euro l’anno, non costituisce affatto, secondo gli esperti dell’Ocse, un indicatore sul quale poter avviare ampi programmi di riduzioni d’imposte e tasse. Infatti, nei prossimi anni il livello della spesa sociale da destinare a pensioni e sanità è destinato ad aumentare in modo progressivo. Il rischio quindi di frenare la crescita delle entrate fiscali potrebbe avere un impatto decisamente critico sul versante delle risorse da destinare sul bilancio del welfare. Un secondo motivo d’allarme, oltre a quello a relativo allo squilibrio dei conti relativi al finanziamento dei servizi sociali, riguarda invece l’ingresso nell’area dell’euro fissato per il 2010. Un parametro decisivo, per raggiungere questo obiettivo, è però legato alla tenuta generale dei conti di bilancio, in particolare in riferimento al deficit pubblico. Altro fattore decisivo questo che, sempre secondo l’Ocse, sconsiglierebbe Praga dall’indulgere ancora sull’adozione di misure fiscali centrate su forti sconti fiscali.