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Attualità

Rendiconto separato ed effetti sul bilancio della società gemmante (2)

Per elaborare conto economico e stato patrimoniale generale, vanno applicati i principi di consolidamento

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La responsabilità della società per le obbligazioni del patrimonio destinato
Per le obbligazioni contratte in relazione allo specifico affare, l'articolo 2447-quinquies chiarisce che, qualora la deliberazione costitutiva del patrimonio destinato non disponga diversamente, la società risponde nei limiti dello stesso. Una vera e propria separazione dei patrimoni, grazie alla quale, in modo complementare, i creditori della società non possono far valere diritti sul patrimonio destinato o sui proventi da esso derivanti. E' opportuno puntualizzare, però, che tale diaframma non produce effetti relativamente alla quota di utile di pertinenza della società, sempre "aggredibile" dai creditori sociali (articolo 2447-quinquies, primo comma).

Il regime di responsabilità prescelto (limitata - di cui sopra - o illimitata) genera altre due importanti conseguenze.
In primo luogo, se la società decide di farsi carico delle obbligazioni dell'affare, allora nei conti d'ordine (nel sistema dei rischi - Responsabilità per obbligazioni del patrimonio destinato X) dovrà iscrivere un valore pari al totale delle obbligazioni assunte dal patrimonio destinato, iscritte nel passivo dello stato patrimoniale. Se, eventualmente, lo stesso patrimonio destinato abbia registrato impegni o rischi nei suoi conti d'ordine, tale importo andrà aggiunto a quello precedente (o iscritto in un'altra sottovoce ad hoc del sistema dei rischi).

Se, poi, la società abbia optato per un regime di "responsabilità limitata", nel caso di perdite dell'affare che superano il relativo patrimonio netto, sempre il principio contabile n. 2 ha indicato i criteri di rilevazione, specificando che:

  1. occorre rilevare nel conto economico - alla voce 23) - un provento pari al deficit patrimoniale del patrimonio destinato (perdite - patrimonio netto)
  2. in contropartita, si iscrive (con valore negativo) il "deficit del patrimonio destinato cui non risponde il patrimonio generale", esponendolo dopo il totale del patrimonio netto della società.

In tal modo, si adempie alla prescrizione prevista dall'articolo 2447-septies ("i beni e i rapporti compresi nei patrimoni destinati...sono distintamente indicati nello stato patrimoniale della società"), non facendo, nel contempo, gravare la passività, la copertura della quale non è responsabilità della società, sul patrimonio netto della stessa. Ad esempio:

Conto economico

23) a)
Utile dell'esercizio comprensivo del deficit del patrimonio destinato di cui non risponde il patrimonio generale
1.000
23) b)
Deficit del patrimonio destinato di cui non risponde il patrimonio generale
500
23) c)
Utile dell'esercizio
1.500


Stato patrimoniale

A) Patrimonio netto
A) I
Capitale sociale
30.000
Riserve - da A) II a A) VII 10.000
A) IX
Utile d'esercizio
1.500
Totale patrimonio netto 41.500
Deficit del patrimonio destinato di cui non risponde il patrimonio generale -500



Lo stesso principio contabile stabilisce che in nota integrativa occorrerà fornire adeguata spiegazione della natura delle poste rettificative e delle ragioni per cui sono state iscritte, precisando che i creditori insoddisfatti potranno chiedere la liquidazione del patrimonio destinato, ai sensi dell'articolo 2449-novies del codice civile.

A differenza di quanto previsto per la redazione dello stato patrimoniale, il codice civile non richiede la distinta indicazione dei costi e dei ricavi relativi all'affare. L'opportunità che, però, si tenga conto dei risultati del patrimonio destinato, tenendoli separati da quelli generali della società, porta a concludere che, nel caso tale indicazione non fosse data nel conto economico, debba essere fornita nella nota integrativa.

Il consolidamento dei bilanci
Nella redazione del bilancio generale della società gemmante, in cui vanno a confluire le risultanze di quello (di quelli) del patrimonio destinato (dei patrimoni destinati), ci si imbatte, inevitabilmente, nelle stesse problematiche che è necessario affrontare per la formazione del bilancio consolidato.
Questo vuol dire eliminazione dei rapporti intergestori relativi a:
- utili e perdite
- crediti e debiti
- costi e ricavi

Si consideri il caso in cui la società presti servizi di consulenza, a favore del patrimonio destinato, per un valore di 1.000

Conto economico società gemmante Conto economico patrimonio destinato
Costi Ricavi Costi Ricavi
  1.000 1.000  

 

Stato patrimoniale società gemmante Stato patrimoniale patrimonio destinato
Attivo Passivo Attivo Passivo
Crediti v/patr. dest. 1.000     Debiti v/società 1.000


Nel bilancio del patrimonio destinato troveranno iscrizione tanto il costo del servizio di consulenza (in conto economico) che il debito verso la società (nello stato patrimoniale). In quello aggregato, tali voci scompariranno, elise, rispettivamente, dal ricavo per prestazione di servizi e dal credito verso l'affare.

Si ipotizzi, ancora, che la società ceda 1.000 unità della merce X, prodotta al costo unitario di 1, al patrimonio destinato per un importo (valore di mercato) di 1.500. Nessuna cessione è poi effettuata da questo verso l'esterno. Le rimanenze sono valutate al costo (1.500)

Conto economico società gemmante Conto economico patrimonio destinato
Costi Ricavi Costi Ricavi
1.000 1.500 1.500 Rimanenze finali 1.500

L'utile intersocietario, pari a 500, sarà eliminato dal bilancio della società valutando le rimanenze finali a un valore di 1.000 (nel conto economico non troverà iscrizione né il ricavo di vendita, né il costo d'acquisto del patrimonio destinato).

Se il "patrimonio destinato" avesse ceduto 500 unità delle merci a terzi, a un prezzo unitario di 2, si sarebbe avuta tale situazione:

Conto economico società gemmante Conto economico patrimonio destinato
Costi Ricavi Costi Ricavi
1.000 1.500 1.500 Ricavi di vendita 1.000
      Rimanenze finali 750

Nel conto economico della società non sarà accolto né il proprio ricavo di vendita (1.500), né il costo di acquisto del patrimonio destinato (1.500), ma il ricavo di vendita di quest'ultimo (1.000) e le rimanenze valutate al costo (500), per un risultato complessivo di +500:

- 1.000   (costo di produzione) +
+ 1.000   (ricavo di vendita del patrimonio destinato) +
+ 500   (rimanenze finali) =
+ 500   (incidenza sul conto economico)


Se così non fosse, elidendo il ricavo di vendita al patrimonio destinato col corrispondente costo d'acquisto da esso sostenuto, ma valutando le rimanenze finali al valore iscritto nel bilancio dell'affare, si giungerebbe a un risultato non corrispondente all'utile effettivamente realizzato:

- 1.000   (costo di produzione) +
+ 1.000   (ricavo di vendita del patrimonio destinato) +
+ 750   (rimanenze finali) =
+ 750    



Il risultato economico generale sarebbe superiore di 250 a quello effettivo, 250 che rappresenta proprio l'utile "intergestorio" da eliminare.
Se, per ipotesi, a fine anno si fossero registrate solo le operazioni sopraindicate, l'utile realizzato dalla società, pari a 500, deriverebbe per 250 dal patrimonio destinato.


2 - fine.
La prima puntata è stata pubblicata giovedì 25

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