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Attualità

Risultati 2011 e strategie Gafi
nella relazione Mef al Parlamento

Presentato il documento annuale dedicato alle attività di prevenzione e contrasto del riciclaggio e agli standard del Gruppo di azione finanziaria internazionale

sede del ministero del tesoro
Evasione fiscale, economia sommersa e riciclaggio di denaro sono fenomeni contigui che si alimentano l’uno con l’altro. È una delle principali indicazioni contenute nella Relazione annuale sulle politiche e le attività di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo che il ministero dell’Economia e delle Finanze ha trasmesso oggi al Parlamento. Il documento analizza, in dettaglio, non soltanto le principali attività condotte nel 2011 dall’Unità di informazione finanziaria (Uif), dalle autorità di vigilanza, dagli organi di polizia e dalle amministrazioni competenti ma anche i principali interventi legislativi messi a punto dall’Italia per dare attuazione alle raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale, il Gafi per intendersi. Standard che, per il profilo di soft law, non richiedono alcuna ratifica parlamentare a differenza dei trattati internazionali.
 
 
L’Italia tra le prime a preconizzare i tempi 
Tra i punti chiave del nuovo testo degli standard internazionali messi a punto dal Gafi assumono rilievo le misure richieste agli Stati e alle strutture societarie, al settore finanziario e ai professionisti che hanno rapporti con società e trust. In questo contesto, rileva la Relazione, la normativa italiana, in anticipo sui tempi, prevede già alcuni obblighi diretti per la clientela e i soggetti tenuti alla adeguata verifica di società e trust. Così come sono previsti, a scadenza ravvicinata, interventi di adeguamento per delineare, ancor più nel dettaglio, le responsabilità dei soggetti coinvolti nell’accertamento del titolare effettivo. L’obiettivo, in linea con le raccomandazioni del Gafi, è rendere più difficile a criminali e terroristi nascondere la propria identità e i beni dietro lo schermo di persone giuridiche o utilizzando altri fittizi espedienti.
 
La tracciabilità e il limite all’uso del contante
Tra gli strumenti per rintracciare i flussi di denaro, il Gafi indica anche le nuove tecniche e i poteri di intervento sulla tracciabilità che permettono alle unità di informazione finanziaria e alle forze di polizia di contrastare in modo efficace il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. In questo contesto l’Italia, oltre a essere stata tra le prime ad aver introdotto la limitazione all’uso del contante nell’ambito della legge antiriciclaggio del 1991, ha provveduto a reiterare gli interventi legislativi in materia, rafforzandone la struttura e i contenuti. In questo contesto si inscrivono i due decreti legge, n. 138 dell’agosto 2011 e n. 201 del dicembre (decreto salva Italia), che hanno modificato, a distanza di pochi mesi, il limite posto alle movimentazioni in denaro contante. La collaborazione tra Mef, Guardia di finanza e Agenzia delle Entrate, una volta accertata la violazione della normativa sull’uso del contante, consente poi una maggiore incisività nell’azione di contrasto  agli illeciti fiscali e una maggiore efficacia nell’attività di accertamento. Uno strumento, quello dell’abbassamento della soglia all’uso del contante, che si rivela utile anche ai fini della prevenzione dell’evasione fiscale.
 
La cooperazione tra le autorità di controllo e investigative
Promuovere la collaborazione tra le autorità di vigilanza di settore, gli ordini professionali, la Guardia di finanza e la direzione investigativa antimafia. È uno dei principali compiti del Mef, responsabile delle politiche di prevenzione finanziaria, che il dicastero svolge anche avvalendosi della collaborazione del Comitato di sicurezza finanziaria a cui l’attuale normativa attribuisce funzioni di coordinamento. 
 
I risultati delle attività di cooperazione
L’attività di scambio informazioni tra autorità giudiziaria e Unità di informazione, sottolinea la Relazione, è stata intensa e nel corso del 2011 si è concretizzata in una serie di interventi di diverso profilo. In particolare:
richieste di informazioni (170) da parte dell’autorità giudiziaria che ha permesso di effettuare gli approfondimenti su alcuni casi di rilievo
trasmissione di informative utili da parte della Uif all’autorità giudiziaria per indagini in corso
collaborazione tra Uif e magistratura nell’ambito di procedimenti penali connessi a reati di usura, attività illecite legate alla raccolta di rifiuti, utilizzo illecito di contratti di factoring e appalti pubblici, accertamento di un complesso intreccio di flussi finanziari tra Italia e Paesi esteri per l’utilizzo anomalo di carte di pagamento, prelievi di contante da sportelli Atm in contrato con la normativa antiriclaggio
individuazione e approfondimento di nuove tecniche e modalità operative di riciclaggio che ha permesso di mettere a punto una serie di schemi di comportamento anomalo;
trasmissione di segnalazioni (91) da parte di Bankitalia all’autorità giudiziaria per violazioni del decreto legislativo n. 231 del 2007 per reati di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Un sostanziale incremento è stato registrato rispetto ai dati del 2010 (63) e del 2009 (26)
accertamenti ispettivi condotti dalla Guardia di finanza (54) nei confronti di intermediari con 21 anomalie rilevate in materia di antiriciclaggio e 490 comunicazioni trasmesse a operatori finanziari e creditizi a seguito di verifiche antiriciclaggio.
 
Le segnalazioni di operazioni sospette 
Il 2011 ha registrato, rispetto al 2010, una crescita del 31,5% nel numero delle segnalazioni di operazioni sospette trasmesse all’ Unità di informazione finanziaria. Una crescita che, anche per l’anno in corso, conferma il trend in aumento. La relazione evidenzia poi che, nonostante l’incremento della produttività, lo stock di segnalazioni che la Uif deve analizzare è in crescita notevole passando dalle 6.912 del 2009 alle 35.749 di fine 2011. Per far fonte a questa situazione, sottolinea il documento, sono stati messi a punto nuovi strumenti che fanno leva sulla affidabilità degli strumenti informatici e sulle potenzialità offerte da Internet. 
 
La tecnologia al servizio della lotta al riciclaggio
Due sono gli strumenti indicati nella Relazione per migliorare l’utilizzo del patrimonio informativo e la gestione dei dati. Il sistema Radar, acronimo di Raccolta e analisi dei dati antiriciclaggio, che migliora la fluidità e tempestività delle informazioni con ricadute positive sull’attività di segnalazione anche facendo leva sulle potenzialità offerte dalla rete delle reti (Internet); il progetto Data Warehouse che consente di classificare in automatico le segnalazioni per il successivo trattamento in sede di analisi e di elaborare utili strumenti per l’approfondimento dei fenomeni di riciclaggio.
 
La presidenza italiana e i principali interventi
Misure efficaci per una migliore salvaguardia del settore finanziario, potenziamento degli strumenti di investigazione e una più efficace cooperazione internazionale. Sono alcune delle indicazioni contenute negli standard internazionali contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo (le 40 Raccomandazioni) che il Gafi ha adottato nel febbraio 2011 sotto la presidenza italiana a guida Giancarlo Del Bufalo nel biennio 2011-2012. Nel 2012 l’organismo internazionale ha poi provveduto a completare il processo di revisione. Tra le novità delle raccomandazioni, le misure per il contrasto al finanziamento dei programmi di proliferazione delle armi di distruzione di massa, nuovi e migliori strumenti contro il riciclaggio dei proventi dei reati di corruzione e degli illeciti fiscali.
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