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Attualità

Sabbia, ghiaia e roccia, quale efficacia per le tasse ambientali?

L’imposizione fiscale per le attività estrattive al centro di uno studio presentato di recente alla conferenza degli economisti ambientali

Il gettito fiscale può stimolare l’innovazione e sostenere ricerca e sviluppo? Le imposte ambientali sui materiali da costruzione possono contribuire  a realizzare una maggiore sostenibilità del settore? Sono alcuni degli interrogativi a cui si è tentato di dare risposta. Effectiveness of environmental taxes and charges for managing sand, gravel and rock extraction in selected EU countries è lo studio pubblicato di recente dall’agenzia europea per l’Ambiente e presentato alla XVI conferenza annuale della European Association of Environmental and Resource Economists (EAERE), l’Associazione europea degli economisti ambientali, tenutasi a Gothenburg. Il gettito fiscale può stimolare l’innovazione e sostenere la ricerca e lo sviluppo? È possibile trovare un equilibro tra la crescita economica e la tutela dell’ambiente e della salute? Le imposte ambientali sui materiali da costruzione possono contribuire a realizzare una maggiore sostenibilità del settore? Sono alcuni degli interrogativi a cui si è tentato di dare risposta con lo studio. Italia, Svezia, Gran Bretagna e Italia sono i quattro Paesi presi in considerazione di cui sono stati esaminati i modelli di imposizione fiscale per le attività connesse all’estrazione. 

L’obiettivo dello studio
Il fulcro di questo studio è valutare l’efficacia delle tasse ambientali applicate a sabbia, ghiaia e roccia  nei Paesi selezionati con l’obiettivo di studiare la migliore metodologia atta a promuovere la gestione sostenibile delle risorse e, di conseguenza, ridurre gli impatti ambientali. I Paesi considerati sono stati la Repubblica ceca, l'Italia (Lombardia ed Emilia-Romagna le regioni prese in considerazione), la Svezia e il Regno Unito. Il modello di imposizione fiscale per le attività estrattive è stato anche analizzato per evidenziare il potenziale contributo alla gestione sostenibile delle risorse. Anche se viene riconosciuta la possibilità di estendere ad altri settori l’imposizione fiscale nell’area della gestione delle risorse naturali, lo studio rivela anche che i quattro Stati europei esaminati presentano risultati controversi. Mentre la Svezia è riuscita a ridurre la domanda di ghiaia naturale, considerata una risorsa inestimabile per garantire la qualità delle falde acquifere, in Italia e nella Repubblica ceca il paesaggio sembra non avere tratto grandi benefici dall’introduzione dell’imposta. In ogni caso uno degli orientamenti che emerge dallo studio riguarda l’impiego delle imposte che devono essere comunque utilizzate nel contesto di un quadro politico complessivo con il preciso obiettivo di garantire miglioramenti ambientali più efficaci.

Il ruolo degli aggregati
Sabbia, ghiaia e roccia, comunemente noti come aggregati, sono rilevanti per il contributo che forniscono al progresso economico e hanno significativi impatti sull'ambiente. Infatti l’estrazione degli aggregati non soltanto può alterare significativamente il paesaggio ma anche pregiudicare le acque sotterranee e le riserve di beni culturali di una regione. Quella degli aggregati è la più grande industria estrattiva non energetica dell'Unione europea, con 3 miliardi di tonnellate prodotte ogni anno. Secondo Eurostat, nel 2003, il valore aggiunto lordo, fatta eccezione per quello dei combustibili nella UE a 15 Stati, è stato pari a 13,5 miliardi di euro (15,2 miliardi di euro per la Ue a 27 Stati). L’industria europea degli aggregati svolge anche un ruolo chiave nell’economia del Vecchio Continente fornendo materiali essenziali per il settore delle costruzioni e delle infrastrutture. Il settore degli aggregati è costituito da più di 30mila siti di estrazione in tutta Europa mentre la maggioranza degli operatori del settore è rappresentata da piccole e medie imprese.

L’impatto ambientale
L’impatto ambientale di sabbia, ghiaia, roccia e delle attività in cui vengono utilizzati è tutt'altro che trascurabile. Basti pensare che subito dopo l'estrazione, un ulteriore impatto ambientale si verifica nel corso del trattamento e del trasporto dei materiali. Il trasporto di materiale aggregato costituisce una parte significativa del costo totale, che rende antieconomico il loro trasferimento su lunghe distanze e spiega il motivo per cui gli scambi internazionali di esportazioni e importazioni di materiali aggregati risulti considerevolmente basso. Per ulteriori approfondimenti si rinvia all'analisi dello studio.
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