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Attualità

Sale il Pil e scende l’evasione Iva, l’Uruguay mette nero su bianco

Presentato a fine ottobre uno studio dal titolo "Misura dell’evasione fiscale nel settore Iva" elaborato dal comitato economico della Dgi

Lo studio, che focalizza l’attenzione sul quinquennio 2001-2006, ha evidenziato come ad un aumento del Pil, e quindi della ricchezza nazionale, corrisponda un decremento dell’evasione e una contestuale crescita del livello di osservanza degli adempimenti fiscali. Il 29 ottobre scorso la direzione generale fiscalità del dipartimento delle Finanze dell’Uruguay ha organizzato una conferenza stampa, a cui hanno partecipato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Danilo Astori, e il responsabile della direzione generale delle imposte, Nelson Hernandez, per presentare uno studio dal titolo "Misura dell’evasione fiscale nel settore Iva" . La relazione è stata elaborata dal comitato economico della Dgi. Lo studio sull’evasione in materia di Iva per il periodo 2001-2006 ha evidenziato che a un aumento del Pil, e quindi della ricchezza nazionale, ha corrisposto un decremento dell’evasione e una contestuale crescita del livello di osservanza degli adempimenti fiscali.

Il confronto negli anni
A questo proposito nel corso dell'incontro è stato rilevato che il picco di evasione fiscale si è registrato nel 2002 con il 35,62 per cento contro il 27,85 per cento del 2006. Il metodo dei consumi, utilizzato per elaborare previsioni di evasione nel settore Iva, rappresenta un nuovo elemento per la lotta al fenomeno che si rivela di fondamentale importanza per combattere la concorrenza sleale e la costruzione di un clima favorevole alla creazione di investimenti produttivi all’interno del Paese. Collegando il livello di crescita dell’economia a quello di osservanza degli obblighi fiscali, è stata rinvenuta una correlazione diretta tra l’evoluzione dell’evasione e la crescita del prodotto interno lordo. Per il direttore della Dgi, lo sforzo dell'Amministrazione fiscale di assistere il contribuente per facilitare l’adempimento degli obblighi tributari, con l’obiettivo di ridurre il tasso del costo di conformità alle norme e aumentare la probabilità di individuare situazioni soggettive di evasione, permetterà, secondo le previsioni, di innalzare il livello del gettito da tassazione.

L’imposta sul valore aggiunto
In Uruguay, come riportato nella Scheda Paese pubblicata su FiscoOggi, l’impuesto al valor agregado, cioè l’Iva, non si applica alle esportazioni e grava soltanto sulla circolazione interna e sull’importazione. A seguito della riforma tributaria l’aliquota normale è scesa al 21 per cento con una ulteriore possibile riduzione al 20 per cento prevista nel prossimo futuro. Anche l’aliquota ridotta, prima al 14 per cento, è ora, a seguito della riforma, al 10 per cento ed è applicata su beni di prima necessità, beni e servizi di carattere sanitario. Prodotti ortofrutticoli allo stato naturale, riviste e libri, derivati del petrolio, tabacco sono invece esenti da Iva.

La riforma tributaria
Il documento è stato presentato a distanza di pochi mesi dal varo della riforma tributaria uruguayana entrata in vigore nel mese di luglio. All’insegna dello slogan "l’Uruguay fa progressi", sono stati inaugurati su tutto il territorio centri di assistenza fiscale personalizzata, allestiti nuovi locali dell’Amministrazione tributaria e aumentati i posti di lavoro negli uffici centrali della direzione generale delle imposte. È stato inaugurato anche un call center con 60 posti di lavoro per facilitare le consulenze. A livello informativo, poi, è stato realizzato anche un nuovo sito web che, insieme al portale della direzione generale delle imposte, consente ai contribuenti di essere informati sulle novità a livello normativo, con istruzioni per l'uso, programmi di aiuto e obiettivi della riforma, risposte alle domande più frequenti in materia fiscale.

Le caratteristiche del progetto di riforma
La riforma tributaria è stata attuata a seguito dell’approvazione della legge 18.083 del 27 dicembre 2006 che lo ha razionalizzato con il preciso obiettivo di renderlo più equo ed efficace. Non a caso i tre caposaldi fondamentali della riforma tributaria rispondono ai nomi di semplificazione della struttura delle imposte, razionalizzazione della base imponibile e approccio dinamico alla responsabilità fiscale. Il criterio che ha ispirato la riforma si basa su un maggiore bilanciamento tra le imposte dirette e quelle indirette che, precedentemente, rappresentavano la maggiore fonte di entrate.
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