Il provvedimento dettaglia le categorie di violazioni di cui andranno ad occuparsi le direzioni territoriali dell'Economia, fissando il tetto monetario a 250mila euro. Soltanto le infrazioni di importo uguale o inferiore a questa soglia saranno di competenza delle "delegate", nella persona del direttore pro-tempore.
Le sanzioni si applicano in caso di infrazione del disposto del Dlgs 231/2007, all'articolo 49.
Nel dettaglio, il decreto attuativo della terza direttiva comunitaria antiriciclaggio definisce le situazioni sanzionabili. In primis, "è vietato il trasferimento di denaro contante o di libretti di deposito bancari o postali al portatore o di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, quando il valore dell'operazione, anche frazionata, è complessivamente pari o superiore a 12.500 euro" (come modificato dal decreto legge 112/2008, in fase di conversione).
In secondo luogo, "gli assegni bancari e postali emessi per importi pari o superiori a 12.500 euro devono recare l'indicazione del nome o della ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità". Inoltre, quelli emessi a favore di se stessi, possono essere girati solo per l'incasso a una banca o alle Poste. Infine, gli assegni circolari, i vaglia postali e cambiari devono recare il nome o la ragione sociale del beneficiario e la clausola di non trasferibilità.
Il decreto tratteggia poi la ratio che sottende l'attribuzione territoriale delle funzioni. Il "luogo" che conta per assegnare le sfere di competenza è quello in cui la violazione è stata commessa o, in via subordinata, soltanto se questo non si conosce, rileva il posto in cui il fatto è stato accertato. Roma resta destinataria del bacino di competenza più ampio, con quattro regioni di responsabilità: Lazio, Umbria, Abruzzo, Sardegna.
L'ultimo aspetto definito dal provvedimento è quello che disciplina le eventuali controversie tra le direzioni sulla competenza territoriale. A dirimere le questioni è il dirigente generale della direzione V del dipartimento del Tesoro, dedita alla prevenzione dell'utilizzo del sistema finanziario per fini illegali.