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Attualità

Studi e Pmi: vince la cooperazione. Agenzia e categorie a confronto

Magistro: inflessibili con chi usa crisi per evadere; utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione


Meno controlli e più incassi, tenuta dei ricavi e segnali di fedeltà al Fisco da parte del mondo della piccola e media impresa. Questo lo stato dell'arte degli studi di settore espresso a chiare lettere nel corso della tavola rotonda tenutasi oggi nella sede centrale dell'Agenzia delle Entrate con i responsabili delle principali associazioni di categoria: Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio. Con i vertici dell'Amministrazione finanziaria e quelli delle confederazioni della Pmi, la Sose, la società che ha il compito di svolgere tutte le attività relative alla costruzione, realizzazione e aggiornamento degli studi.

Nel suo intervento introduttivo, il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, ha evidenziato il grado di raffinatezza raggiunto dallo strumento accertativo nell'ultimo biennio. Studi di settore più selettivi e mirati che hanno portato, da un lato, a una significativa riduzione dei relativi controlli (da 72.956 a 56.483), dall'altro a un netto incremento della maggiore imposta accertata media, dai 6.673 euro del 2008 si è passati ai 12.802 euro del 2009, in sostanza quasi il doppio. Rapporto simile per quanto riguarda la maggiore imposta accertata media, che si sposta da 2.785 euro nel 2008 a 4.410 nel 2009. Sulla natura intrinseca degli studi, Befera ha sottolineato che "non si tratta di uno strumento rigido, calato dall'alto, ma di una metodologia flessibile, come testimoniato anche dai correttivi messi in campo in occasione della crisi". E qui l'importanza della concertazione fattiva tra tutti gli attori, per la definizione di ogni singolo studio di settore. Dall'8 aprile, ha poi annunciato il direttore, sarà operativo BeOnBusiness, un nuovo servizio nato da un accordo tra Agenzia e Sose. Si tratta di una banca dati multimediale a disposizione di imprese, consulenti e loro associazioni da utilizzare per migliorare la capacità competitiva, ad esempio, attraverso la consultazione di statistiche su campioni di aziende selezionate dallo stesso utente. Per aiutare la ripresa del sistema economico abruzzese, il servizio sarà gratuito per i soggetti interessati a quell'area. In chiusura, alcune rassicurazioni, e cioè che l'Agenzia nel 2010 non abbasserà la guardia nella lotta all'evasione e punterà a semplificare sempre più il sistema tributario, anche nel linguaggio.

Nel vivo dell'argomento, dati e grafici alla mano, è entrato il direttore centrale Accertamento, Luigi Magistro, che ha puntato l'accento sui due aspetti fondamentali degli studi di settore: la spinta all'adempimento spontaneo e il supporto all'attività di controllo. Sul primo fronte, i dati ricavati dalle dichiarazioni relative agli anni d'imposta 2007 e 2008 testimoniano una sostanziale tenuta dei ricavi nei due periodi considerati, con una flessione dei redditi di oltre 5 punti percentuali. I numeri vanno però letti attentamente, e quindi, sottolinea Magistro, va considerato che il decremento del reddito è meno significativo per i contribuenti in "utile" (oltre l'88% del totale di oltre 3 milioni), soltanto l'1,9% in meno con un aumento dei ricavi pari all'1,5%. In sostanza, riassume il direttore dell'Accertamento, grazie ai correttivi congiunturali apportati agli studi, i "congrui naturali" sono riusciti a mantenere i livelli ante crisi, per cui lo stimolo alla compliance c'è stato eccome. Sul fronte dell'accertamento, nel 2009 sono stati effettuati meno controlli, ma più mirati e di qualità superiore, che hanno portato a una maggiore imposta accertata media di circa 13mila euro (quasi il doppio rispetto al 2008 e il triplo rispetto al 2007) e una maggiore imposta definita media che cresce del 58% rispetto al 2008.

Giampiero Brunello, presidente della Sose e, in un certo senso, padre degli Studi ha tracciato un quadro "storico" dell'andamento della congruità, evidenziando un grado di adeguamento sorprendente se si considera la situazione economica sfavorevole: nel 2008 i "congrui naturali" sono aumentati del 2,7%. Degli 890mila soggetti non congrui, oltre 260mila hanno spiegato efficacemente il perché del mancato adeguamento, 200mila si posizionano nell'intervallo di confidenza e soltanto 300mila presentano situazioni a rischio, da tenere sotto controllo. Nel 2008, ha proseguito Brunello, crisi economica già in corso, soltanto 19.104 soggetti non si sono adeguati a causa della crisi, mentre più di 1 milione ha applicato i correttivi, segno che questi hanno colto nel segno.

È stata poi la volta delle associazioni di categoria.
Leopoldo Facciotti, vice segretario generale Casartigiani, ha esordito con un sincero apprezzamento per quanto è stato fatto dall'Agenzia, dall'introduzione degli studi di settore a oggi, nel senso della collaborazione fattiva con le confederazioni delle piccole e medie imprese. In particolare, nel superamento dell'approccio antitetico tra universo delle imprese e Amministrazione fiscale: gli studi, da strumento autoritario sono diventati strumento di dialogo, nel loro Dna c'è ora la perfettibilità, mondo politico e Agenzia delle Entrate hanno percepito l'importanza e l'utilità del lavorare insieme.

Per la Cna, rappresentata dal segretario generale, Sergio Silvestrini, è un giorno importante perché il lavoro presentato dall'Amministrazione mette in risalto che la piccola e media impresa è stata, non soltanto fedele al Fisco, ma si è rivelata come vero ammortizzatore sociale del Paese. A dimostrarlo sono le dichiarazioni dei redditi che rispecchiano la generale onestà delle Pmi. Silvestrini ha continuato osservando che gli studi sono ora sì raffinati, ma è necessario continuare a lavorare insieme, tenuto conto che il 2009 è stato l'anno più "nero" e la confederazione sa già che i ricavi medi subiranno un calo del 30 per cento. Quindi, lo strumento accertativo andrà nuovamente adeguato per consentire la sopravvivenza di una struttura produttiva che dà forza al Paese e non evade.

Giudizio positivo anche dal segretario generale Confartigianato, Cesare Fumagalli, che individua nel 2008 e 2009 gli anni in cui è stata superata la considerazione negativa sugli studi di settore. Molto è dipeso dai correttivi anticrisi che hanno dato tranquillità. Anche per la Confartigianato nello scorso anno si sono manifestati gli aspetti più devastanti della crisi economica e già arrivano dati sconfortanti sull'andamento dei ricavi. Tutto ciò porterà inevitabilmente alla richiesta di una ulteriore revisione degli studi. L'unica nota critica emersa nell'intervento di Cesare Fumagalli, ha riguardato il criterio di calcolo della media: in pratica, mettere congrui e non congrui nella stessa media non rispecchia la realtà, sarebbe opportuno "spacchettare" questi soggetti, solo in tal modo verrebbe a galla che l'artigianato è in linea con gli studi.

Le medie non rendono giustizia anche per Mauro Bussoni, vice direttore generale Confesercenti, sulla stessa frequenza d'onda del rappresentante di Confartigianato. Bussoni ricorda che soltanto un anno fa, il 12 febbraio 2009, c'era stato un incontro tra Agenzia e associazioni di categoria per parlare dello "tzunami" della crisi e da quel giorno sono stati fatta grandi passi in avanti, soprattutto nel senso della collaborazione finalizzata a trovare soluzioni all'emergenza economica. Gli studi di settore rappresentano ora un eccezionale momento di confronto. Una croce sul 2009 arriva anche dalla Confesercenti che, nel prevedere una netta diminuzione dei ricavi anche per il comparto servizi, si augura studi fruibili e non rivisti a ridosso delle dichiarazioni, quindi tempi ridotti per i nuovi correttivi.

L'ultimo intervento è stato del direttore generale Confcommercio, Luigi Taranto, che ha condiviso in larga parte le considerazioni dei colleghi che lo hanno preceduto. Taranto considera l'esperienza degli studi di settore working progress, cioè un'esperienza in costante miglioramento: "a 14 anni dalla nascita degli studi si può tracciare un bilancio sereno". Vede, però, l'orientamento selettivo degli studi inquinato dalle caratteristiche strutturali proprie di un metodo basato su stime dell'andamento dei ricavi per cluster statistici e non si usa, invece, una metodologia statistica dei redditi imponibili. In conclusione, dà comunque fiducia allo strumento, riferendosi in particolare all'utilità dell'istituzione degli Osservatori provinciali.

La chiusura dei lavori è stata affidata a Magistro. Parole forti per coloro che cercheranno di sfruttare la situazione "per far passare l'evasione per crisi, dovremo essere inflessibili e mettere in campo gli strumenti per intercettare prima di tutto costoro". "Massimo rispetto e attenzione", invece, per i contribuenti che realmente hanno accusato il colpo.

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