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Attualità

Studi di settore, ecco il resoconto su redditi congrui e non congrui

L'analisi effettuata confronta settori produttivi, categorie di contribuenti e localizzazione geografica

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In quanti hanno aderito agli Studi di settore negli anni 2006 e 2007, quali i redditi e i ricavi dichiarati, cosa emerge dall'analisi dei numeri messi a confronto: le risposte nelle statistiche e nei dati comunicati oggi dal Dipartimento delle Finanze, in collaborazione con l'Agenzia delle Entrate e So.Se Spa.

I contribuenti
L'analisi prende il via dall'esame delle percentuali di adesione per categoria rispetto al totale e dallo studio della localizzazione geografica.
Dalla nota diramata dal Dpf, emerge immediatamente un dato: degli oltre 3 milioni e 700mila contribuenti che hanno aderito nel 2007 agli Studi, sono sicuramente le persone fisiche, a fare la parte del leone rappresentando i due terzi del totale dei soggetti.
Nello stesso anno, prendendo in esame la distribuzione sul territorio, in prima fila imprese e professionisti del Nord, con il 51% del totale, segue il Centro con il 21% e, infine, Sud e Isole con il 28%.
In aumento, in entrambi gli anni, il numero dei contribuenti (+9% nel 2006 e +5% nel 2007). Il salto in avanti ha caratterizzato soprattutto il settore dei servizi e delle professioni; considerando la natura giuridica, il primo posto va alle società di capitali ed enti.

Ricavi o compensi medi dichiarati
Il secondo step dell'analisi è dedicato all'andamento dei ricavi o compensi medi dichiarati. Sotto questo punto di vista, il 2006 è stato sicuramente un anno migliore rispetto a quello successivo, con un incremento del 2% contro lo 0,1% registrato nel 2007. Il risultato positivo ha riguardato soprattutto le imprese manifatturiere e il settore del commercio, mentre per i professionisti si è addirittura assistito a una diminuzione dei loro compensi nel 2007.
In base alle dichiarazioni pervenute, più ricco il Nord e, in particolare, per quanto riguarda il 2007, il Nord-Est, che presenta valori di circa il 50% più elevati rispetto alle Isole.

Reddito medio d'impresa o di lavoro autonomo
Sotto i riflettori, a seguire, il reddito medio dei contribuenti soggetti agli Studi nel 2007. In questo caso la coppa va alle società di persone con 43.100 euro, seguono le società di capitale con 38.900 euro e, infine, le persone fisiche il cui reddito medio è risultato di circa 26.300 euro.
Considerando i macrosettori economici il reddito più basso spetta al settore del commercio (22.900 euro), mentre il più alto ai professionisti (43.400). Le differenze emergono, inoltre, analizzando i dati su base geografica: il range va da un minimo di 21.500 euro nel Sud a un massimo di 37.700 nell'area Nord-Ovest.
La crescita dei redditi medi ha caratterizzato soprattutto il 2006 (+11%), mentre sono rimasti praticamente stabili nel 2007 (+0,32%).
A registrare i maggiori successi, nel 2006, il comparto manifatturiero (+17%), dei servizi (+14%) e del commercio (+13%). Risultati non eguagliati nell'anno successivo e che hanno evidenziato, anzi, una lieve decrescita nel commercio (-1%). Anche i redditi dei professionisti hanno avuto un andamento altalenante: +4% nel 2006, -4% nel 2007.

Analisi di redditività
E queste le percentuali di reddito dichiarato secondo la categoria di appartenenza rispetto alla totalità dei contribuenti che hanno applicato gli studi di settore:
  • persone fisiche - 67% dei contribuenti, 28,5% del totale dei ricavi/compensi, 57,2% del reddito d'impresa e di lavoro autonomo
  • società di persone - 18,5% dei contribuenti, 24,8% dei ricavi/compensi, 25,6% del reddito d'impresa e di lavoro autonomo
  • società di capitali ed enti - 13% dei contribuenti, 46,7% del totale dei ricavi/compensi, 17,2% del reddito d'impresa e di lavoro autonomo.

Analisi e congruità
I ricavi/compensi medi dei contribuenti "non congrui e non adeguati" analizzati per natura giuridica, risultano quasi sempre più bassi rispetto a quelli dei soggetti "congrui naturali o per adeguamento": lo scostamento va da un -30% delle società di capitali ed enti al -17% delle società di persone.
Dato più elevato, invece, per le persone fisiche con ricavi/compensi dichiarati oltre 30mila euro dei contribuenti non congrui rispetto a quelli congrui (+16%).
Più nette le differenze tra il reddito medio dichiarato dai soggetti "non congrui e non adeguati" rispetto a quello dei soggetti "congrui naturali o per adeguamento", soprattutto per quanto riguarda le società di capitali ed enti (-98% dei non congrui rispetto ai congrui), seguite dalle società di persone (-73%), in ultima posizione le persone fisiche con un divario intorno al -58%.
In ultima analisi, la capacità di produrre reddito risulta più alta per i soggetti "congrui naturali o per adeguamento", rispetto ai contribuenti "non congrui e non adeguati". Per i professionisti la redditività passa dal 58,1% dei congrui al 33,2% dei soggetti non congrui, nel settore dei servizi scende dal 17,6% dei congrui al 4,5% dei soggetti non congrui, nel comparto manifatturiero dall'11,1% dei congrui crolla all'1,6% nel caso di soggetti non congrui, nel commercio la redditività scende dall'8,4% dei congrui al 2% dei non congrui.
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