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Attualità

Tunisia tra economia forte e fiscalità di vantaggio

Con dieci milioni di abitanti, si appresta a divenire la principale porta d’ingresso del grande mercato comune euromediterraneo

L’insieme delle transazioni commerciali di beni e servizi tra imprese è disciplinato da regole di trasparenza mentre numerosi sono gli incentivi e i vantaggi fiscali messi in campo dal governo per le aziende esportatrici in grado di attrarre e stimolare gli investimenti. La storia della Tunisia, vero incrocio di civiltà brillanti e diversificate come quella punica, romana, bizantina, arabo-musulmana, ottomana e hussainita, è indissolubilmente legata alla posizione geostrategica nel Mediterraneo. Durante il periodo di dominazione dei Fenici conosce una intensa attività di scambio grazie alla realizzazione di numerosi banchi commerciali mentre con l’avvento di quella romana, durata per sei secoli, si sviluppa quella industriale, della ceramica e della trasformazione dei prodotti agricoli. Dal VII secolo la civiltà arabo-musulmana, facendo leva sull’unità di lingua e di fede, contribuisce allo sviluppo dell’agricoltura, artigianato, commercio e della costruzione navale.

La realtà economica e produttiva
La Tunisia, con dieci milioni di abitanti, si appresta a divenire la principale porta d’ingresso del grande mercato comune euromediterraneo. Grazie a questo passaggio gli Stati del Nord Africa e del vicino Oriente saranno indissolubilmente legati all’Europa dando vita alla più vasta area commerciale del mondo con 40 Paesi e quasi 800 milioni di consumatori. Da qui il rilevante interesse per un’area su cui oggi gravitano gli importanti mercati maghrebini del Marocco, dell’Algeria e della Libia e per una struttura economica caratterizzata da stabilità politica e basso rischio finanziario, ricca di stimoli e di vantaggi per chi voglia intraprendere attività commerciali e produttive. E' il quadro emerso dal seminario tecnico "Tunisia: opportunità di business verso il grande mercato comune Euromediterraneo 2010" , organizzato il 10 luglio a Roma presso la sede dell’Unione industriali e delle imprese di Confindustria in  collaborazione con Assafrica & Mediterraneo. L’incontro ha offerto l’opportunità di conoscere nel dettaglio il quadro micro-macroeconomico del sistema Paese ma anche l’attuale normativa societaria e fiscale tunisina alla luce dell’evoluzione raggiunta negli ultimi anni.

Una economia in crescita
Tra il 1997 e il 2001 il tasso medio di crescita è stato del 5,3 per cento all’anno e ciò ha permesso nello stesso periodo un aumento annuo medio del reddito pro capite del 3,9 per cento. Il contenimento dell’inflazione al 3,6 per cento in media è il risultato del rafforzamento delle regole della concorrenza e del miglioramento della produttività. Il debito estero è oggetto di un gestione prudente. Attualmente il tasso di indebitamento ha raggiunto il 49,8 per cento del reddito nazionale disponibile lordo nel 2004. Sempre nel 2004, secondi dati del ministero dello Sviluppo e della Cooperazione internazionale, le esportazioni tunisine hanno rappresentato il 45,7 per cento del prodotto interno lordo.

Cooperazione internazionale e libero scambio
L’accordo di cooperazione, firmato nel 1995 con l’Unione europea e operativo dal 1996, ha permesso di rafforzare la collaborazione in vari settori: economico, finanziario, sociale e culturale. Accordi commerciali preferenziali sono stati sottoscritti con i Paesi arabi e maghrebini mentre con Turchia, Egitto, Marocco, Giordania, Iraq e Libia sono stati sottoscritti accordi bilaterali che istituiscono gradualmente una zona di libero scambio. La produzione nazionale è soggetta alla concorrenza internazionale mentre i prezzi alla produzione sono regolati dai meccanismi di mercato.

Liberalizzazione e regole di trasparenza
Ogni investitore straniero può detenere fino al 100 per cento del capitale del progetto senza autorizzazione nella maggior parte dei settori di attività. Agli investitori stranieri è data facoltà di rimpatriare gli utili e i prodotti della cessione del capitale investito in valuta. In base alla legge sulla concorrenza e i prezzi, introdotta nel 1991, l’insieme delle transazioni commerciali di beni e servizi tra imprese è disciplinato da regole di affidabilità e di trasparenza. A tal fine è stato istituito un apposito organo super partes che vigila costantemente sul rispetto delle disposizioni della normativa.

La fiscalità di vantaggio
Il sistema tributario tunisino prevede una sola imposta sui redditi delle persone e sugli utili delle società. L’aliquota d’imposta sulle società è del 35 per cento e del 10 per cento per società agricole, artigianato e piccoli mestieri. Numerosi sono gli incentivi e i vantaggi fiscali. Per i redditi provenienti dall’esportazione, i progetti agricoli e di sviluppo regionale è prevista l’esenzione totale dell’imposta sugli utili per i primi dieci anni di attività con una riduzione del 50 per cento del tasso d’imposta dopo l’undicesimo anno di attività. Tra le altre novità la possibilità di ammortamento regressivo per le attrezzature la cui durata di utilizzo superi i setti anni, una franchigia totale degli oneri e delle tasse sull’importazione di macchinari, materie prime e semilavorati, la possibilità per i non residenti di mantenere il regime di contribuzione del proprio Paese.

Logistica e intermodalità
Infine sono stati messi in campo dal governo tunisino strumenti economici (special economic area) in grado di attrarre e stimolare gli investimenti. Tra Hammaet e Scusse, a sud di Tunisi, è stata edificata la nuova zona industriale di Enfidha ad alto valore logistico che è a disposizione di tutte quelle aziende che desiderino investire creando proprie filiali di produzione. L’ambito in cui colloca l’insediamento industriale è strategico per infrastrutture, trasporti e interscambio merci (a 1 km dalla stazione ferroviaria, a 35 km dal porto commerciale di Scusse e a ridosso del futuro aeroporto internazionale di Enfidha) e per la presenza di centri tecnologici e di ricerca all’avanguardia.
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