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Attualità

I vantaggi fiscali della previdenza complementare

La guida può essere ritirata gratuitamente presso gli uffici delle Entrate o prelevata da Internet

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Le agevolazioni tributarie per chi aderisce a una delle forme pensionistiche complementari. E’ questo il tema affrontato nel quarto numero del 2008 dalla pubblicazione bimestrale della serie “l’agenzia informa”, dal titolo “I vantaggi fiscali della previdenza complementare”. La previdenza complementare è stata di recente oggetto di un’importante riforma. Le nuove regole di funzionamento sono in vigore dal 1° gennaio 2007 e sono state introdotte principalmente dalla legge 243/2004 e dal decreto legislativo 252/2005.
La revisione del sistema si è resa necessaria per venire incontro, specialmente, ai lavoratori più giovani per i quali, dopo le riforme del sistema previdenziale obbligatorio succedutesi negli ultimi anni, si prefigura un futuro pensionistico penalizzante. La preoccupazione è che l’uscita dal mondo del lavoro per raggiunti limiti di età coincida con una forte diminuzione del livello di reddito disponibile, rispetto a quanto percepito durante il periodo di attività lavorativa.
Infatti, con il passaggio dal sistema retributivo, in base al quale l’importo della pensione era calcolato in percentuale degli ultimi stipendi percepiti, a quello contributivo, secondo cui il trattamento pensionistico dipende dall’ammontare dei contributi versati, si è ridotto notevolmente il "tasso di sostituzione", cioè il rapporto tra l’importo della prima rata di pensione e quello dell’ultima retribuzione percepita dal lavoratore. E questo comporta, in sostanza, una sempre più consistente riduzione delle pensioni.

Per assicurare un adeguato livello di reddito nell’età pensionistica, si è pensato quindi di sviluppare e incentivare forme pensionistiche complementari grazie alle quali ogni lavoratore ha la possibilità di costruirsi, in tempo utile, una rendita aggiuntiva alla pensione ordinaria che gli sarà corrisposta dall’istituto di previdenza obbligatoria di appartenenza. E per fare questo si è fatto leva anche sulla previsione di un regime fiscale agevolato di contributi e prestazioni.
L’adesione rimane però una facoltà di ogni singolo lavoratore: in base alla propria disponibilità di reddito e al personale grado di percezione del futuro che potrà assicurargli il sistema pensionistico di base, egli deciderà liberamente se mettere da parte un capitale di cui disporre al termine dell’attività lavorativa, ben sapendo, comunque, che i contributi versati non saranno utilizzati, come avviene per la previdenza obbligatoria, per finanziare le pensioni di altre persone.

Qualche dato sull’attuale situazione della previdenza complementare
Secondo i dati forniti nella relazione per l’anno 2007 dalla Commissione di vigilanza sui Fondi pensione (Covip), il cosiddetto “secondo e terzo pilastro” del sistema pensionistico ha registrato in detto anno un sostanziale incremento sia del numero totale degli iscritti (alla fine dell’anno risultano quasi 4,6 milioni) che di contributi raccolti (nel corso del 2007 sono pari a 8,4 miliardi di euro).

A dare impulso al settore, ovviamente, è stata la raccolta delle nuove adesioni attraverso il conferimento del Tfr alle diverse forme di previdenza complementare abilitate a riceverlo. Come si ricorderà, infatti, nel primo semestre del 2007 i lavoratori dipendenti del settore privato sono stati chiamati a esercitare la scelta di aderire alla previdenza complementare e di conferire liberamente il proprio Tfr, anche a forme pensionistiche individuali.

Nonostante l’aumento di iscrizioni registrato nel 2007, la stessa Covip ritiene però che il numero totale degli iscritti alle forme pensionistiche complementari sia ancora al di sotto delle aspettative e che, per dare nuova linfa al settore, servono nuove iniziative e ulteriori sforzi, tra i quali, un maggior utilizzo della leva fiscale.

Tornando alla guida appena prodotta dall’Agenzia, essa vuole essere un semplice strumento informativo attraverso il quale dare ampia diffusione degli incentivi tributari introdotti nel nostro sistema fiscale in favore di chi ricorre alle forme pensionistiche complementari e, più in generale, agevolare la conoscenza delle norme che regolano la materia.
Dopo una breve descrizione delle varie forme di previdenza cui è possibile aderire, indicazioni di dettaglio sono fornite con riguardo alla deducibilità dall’Irpef dei contributi versati sia dal lavoratore che dal datore di lavoro. Sul punto, la guida sottolinea l’introduzione di un’ulteriore agevolazione per i lavoratori con prima occupazione successiva al 1° gennaio 2007 (limite di deducibilità dei contributi più elevato) e la possibilità di usufruire della deduzione anche quando i contributi sono pagati per un familiare a carico.

In tema di prestazioni erogate dai fondi di previdenza, l’opuscolo evidenzia come, rispetto al passato, quando era previsto un prelievo diverso a seconda che si trattasse di capitale o di rendita, il regime fiscale sia ora unico: su entrambe le tipologie di prestazioni viene oggi effettuata una trattenuta (sotto forma di ritenuta a titolo di imposta) del 15%, che si riduce dello 0,30% annuo a partire dal sedicesimo anno di partecipazione a forme pensionistiche complementari. E’ stato fissato un limite massimo di riduzione, pari a 6 punti percentuali, che si raggiunge dopo 35 anni di iscrizione.

Infine, con riferimento al diritto di richiedere anticipazioni o il riscatto della posizione individuale maturata, sono riassunti tutti i casi, divenuti più numerosi rispetto alla precedente normativa, in cui può essere esercitato, gli importi ottenibili e le diverse modalità di tassazione che si differenziano a seconda del motivo per cui si richiedono dette somme.

La guida n. 4/2008 sarà distribuita, come sempre, gratuitamente e fino a esaurimento delle copie, presso tutti gli uffici locali dell’Agenzia. In ogni caso, è consultabile e prelevabile dal sito internet dell'agenzia delle Entrate e da questo sito.
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