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Attualità

Via libera Ecofin anche alla deroga sugli sconti Iva

Imposta soft, fino al 31 dicembre 2010, per Polonia, Cipro, Malta, Repubblica Ceca e Slovenia

La decisione, presa nel corso dell’Ecofin tenutosi la settimana scorsa, sarà ufficializzata in occasione del prossimo meeting. Manca però il parere del Parlamento europeo. L’origine delle deroghe risale ai negoziati che determinarono l’ingresso nell’Unione europea. La possibilità per alcuni Stati membri dell’UE di applicare l’Iva ad un tasso scontato su determinati beni e su servizi specifici, rispetto all’aliquota europea standard attualmente in vigore, sarà prorogata fino alla fine del 2010. L’estensione temporale del beneficio, il cui proponimento generale è stato fissato nel corso dell’ultima riunione tenuta dall’Ecofin, riguarderà la Repubblica Ceca, la Slovenia, Cipro, Malta e la Polonia. In pratica, la novità della proroga rientra nell’accordo raggiunto dai Ministri delle finanze e dai responsabili dell’economia riuniti mercoledì scorso a Bruxelles, i quali hanno tracciato il quadro contenente le diverse misure che dovrebbero condurre a breve ad un’ampia riforma della normativa e delle procedure che regolano l’applicazione dell’Iva.

Estesa la deroga per l’applicazione dell’Iva soft

L’origine delle deroghe in materia d’Iva concesse alla Repubblica Ceca, a Malta e a Cipro, alla Polonia e alla Slovenia, risale ai negoziati che ne determinarono l’ingresso nell’Unione Europea. L’obiettivo principale era quello di garantire, con l’adozione d’una aliquota Iva più leggera, in alcuni settori e su certi beni, una maggiore tenuta dei mercati interni al momento della loro apertura e fusione con quelli degli altri partner europei. Una politica economica quindi che, grazie ad una serie di deroghe definite sul piano temporale, avrebbe dovuto saldare e rendere possibile l’ingresso filtrato di questi Paesi nella cornice dell’Europa unita riducendo così l’ipotesi del verificarsi di crisi domestiche e di bruschi cambiamenti in ambito economico. In particolare, si tratta di deroghe il cui termine coincideva con la fine del 2007, scadenza che, dopo l’Ecofin della settimana scorsa, ha però incassato il via libera per la definizione di una proroga che le dovrebbe estendere fino alla fine del 2010, quindi di altri 3 anni.

Ambito d’applicazione delle deroghe
Relativamente all’adozione della specifica direttiva, il Consiglio europeo ha deciso che il testo del documento già definito sarà adottato, senza discussioni ulteriori, nel corso della prossima riunione in calendario dell’Ecofin, naturalmente dopo aver ricevuto e valutato le opinioni del Parlamento europeo sul tema. Riguardo invece ai principali settori, e ai Paesi, interessati dalla deroga dell’Iva agevolata fino al 31 dicembre del 2010, sono i seguenti: innanzitutto, l’aliquota Iva del 5 per cento applicata nella Repubblica Ceca nel settore dell’edilizia residenziale; quindi la disapplicazione dell’Iva, a Cipro, sui medicinali e su alcuni generi alimentari con l’aggiunta del tasso ridotto del 5 per cento sui servizi offerti dai ristoranti; e ancora, in Slovenia, un’Iva del 5 per cento nel settore edilizio, incluse le ristrutturazioni e l’ammodernamento delle residenze; quindi a Malta la non applicazione dell’Iva su prodotti farmaceutici e generi alimentari e, per finire, la disapplicazione dell’Iva in Polonia sull’acquisto di determinati libri e di riviste specializzate, un’aliquota ridotta al 7 per cento per i servizi offerti dai ristoratori e dagli operatori attivi nel settore edile, e l’Iva al 3 per cento sull’acquisto di alcuni generi alimentari.

L’Iva scontata: una questione da 35 miliardi di euro
La decisione dell’Ecofin sulla deroga nell’applicazione, per settori e per beni e servizi, dell’Iva scontata interessa gli erari nazionali in maniera piuttosto delicata. Infatti, i cinque Paesi che beneficeranno della proroga annunciata incassano complessivamente, su base annua, all’incirca 35 miliardi di euro relativamente ai versamenti dell’Iva. Una cifra modesta se raffrontata con il gettito che l’imposta sul valore aggiunto registra in Paesi come Francia, Italia e Germania. Comunque si tratta d’un tesoretto per gli Stati direttamente interessati che, ancora per 3 anni, dovrebbe risultare non soggetto a scatti in avanti significativi, e questo nonostante un aumento consistente della domanda interna segnalato nei rispettivi mercati nazionali. Insomma, più tempo per adeguarsi ai trend europei sia sul versante dell’imposizione indiretta che su quello della contabilizzazione del relativo gettito.
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