SINTESI. In presenza di un conto bancario non intestatola contribuente, ma ad un suo familiare, i verbalizzanti prima, e l’ufficio in seguito, possono sottoporre ad indagine i conti bancari intestati esclusivamente a terzi o familiari a fronte di presunzioni idonee a ritenere che tali conti siano stati utilizzati nell’attività commerciale dell’impresa del contribuente indagato (v. Cass. nn. 8683/2002, 18868/2007, 27032/2007). Una volta acclarate tali presunzioni (anche semplici, purchè dotate di gravità, precisione e concordanza) prende vigore l’inversione dell’onere della prova di cui al DPR n. 600 del 1973, art. 32, comma 1, n. 2, e pertanto è il contribuente che deve provare la estraneità delle operazioni alla attività commerciale, e non l’ufficio il contrario.
Sentenza n. 17390 del 23 luglio 2010 (udienza del 16 giugno 2010)
della Corte Cass., Sezione tributaria – Pres. Adamo, Rel. Parmeggiani
Imposte sui redditi – Controlli bancari – Conti intestati a familiari dell’imprenditore – Presunzione di redditività