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Immobili

Il mattone aggancia la ripresa:
a dirlo, la nota trimestrale Omi

Il dato complessivo delle negoziazioni fa registrare un +8,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Crescita in doppia cifra (+10,8%) per il comparto abitativo

pila di mattoni

Il mercato degli immobili in Italia accelera il passo con una crescita sempre più diffusa sul territorio. Questa l’indicazione di fondo che viene dall’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) delle Entrate nella terza nota trimestrale 2015, disponibile da oggi sul sito internet dell’Agenzia.
Per il secondo trimestre consecutivo la variazione delle negoziazioni, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ha chiuso in positivo, con +8,8% quale dato complessivo, due punti percentuali in più rispetto al già ottimo risultato conseguito nello scorso trimestre.
 
Il rilancio del mercato dimostra di avere carattere generale e ha coinvolto tutti i comparti, non solo quello abitativo, cresciuto in doppia cifra (+10,8%).
Le pertinenze (cantine, box e posti auto) hanno tenuto testa, con un rialzo pari al 9 per cento.
Il commerciale (negozi e alberghi), pur arretrando rispetto alla scorso trimestre, è cresciuto a un ritmo superiore al 7%, confermandosi come il settore più in salute, se si guarda ai risultati degli ultimi due anni.
Più deboli i rialzi del settore produttivo (+2,2%), cioè capannoni e industrie, e del terziario (+0,9%) comprendente uffici e istituti di credito, ma ottenuti – in entrambi i casi – dopo diversi trimestri segnati da perdite, anche pesanti.
 
Residenziale: prezzi ancora in discesa e boom degli scambi
Secondo le stime fornite dall’Istat, nel secondo trimestre 2015, la flessione congiunturale dei prezzi delle abitazioni è stata pari a -0,1%, sintesi del calo dello 0,3% dei prezzi delle abitazioni nuove e dello 0,1% di quelle esistenti.
La deflazione, anche se meno ampia rispetto ai trimestri precedenti, è avvenuta per la quindicesima rilevazione consecutiva. I prezzi sempre più bassi, insieme alla maggiore fiducia delle famiglie e a un credito più accessibile, hanno evidentemente esercitato un ulteriore stimolo alla domanda.
 
Con 105.104 abitazioni compravendute in tutta Italia, nel terzo trimestre 2015, la crescita del settore residenziale ha superato, come già detto, il 10 per cento.
Si tratta del risultato migliore nelle serie storiche delle variazioni tendenziali dal 2004 a oggi, anche se, nel fare questa notazione, non si può non sottolineare come, attualmente, il mercato si muova su volumi fortemente ridimensionati: il livello delle negoziazioni è circa il 60% di quello che caratterizzava l’inizio del periodo considerato.
 
Anche in questo trimestre è il Nord a fare da traino: le regioni settentrionali (+13%) hanno ottenuto un risultato quasi doppio rispetto al Sud (+7%), mentre quelle del Centro (+10,7%) si sono sostanzialmente allineate sul dato medio nazionale.
Nelle prime due macroaree, la ripresa è stata guidata dai capoluoghi; viceversa, al Centro, le performance migliori sono state ottenute dai centri più piccoli.
 
Gli altri settori: corre il Nord, in affanno il Sud
La compravendita di negozi e alberghi ha raggiunto le 5.829 transazioni nel terzo trimestre 2015, pari al +7,4 % rispetto a un anno fa.
La crescita si manifesta ormai da diversi trimestri, con una battuta d’arresto a inizio 2015, e, come spesso accade nel settore commerciale, è stata piuttosto omogenea tra le diverse zone d’Italia: i mercati risultano tra loro molto correlati e le performance, anche in questa congiuntura, si differenziano di pochi punti percentuali.
 
È il Nord, comunque, a guadagnare terreno nell’ultimo trimestre (+8,1%), con un mercato che vale all’incirca il 50% del totale nazionale.
Nel settore terziario, con +0,9%, gli scambi tornano in campo positivo, cosa che dal 2011 si è verificata solo in un altro trimestre.
 
L’attività di compravendita ha avuto un andamento molto diversificato sul piano territoriale.
In particolare, l’arretramento del mercato nelle regioni centrali (-18%) e meridionali (-6,6%) è stato compensato dai risultati positivi del Nord (+11,6%).
Anche nel settore produttivo, il Sud chiude in negativo, perdendo quasi l’8% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il risultato migliore si è avuto al Centro (+8,5%), mentre il Nord, anch’esso in crescita (+3,3%), con 1.401 scambi – sui 2.058 effettuati in Italia – si conferma largamente il mercato più importante del settore.

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