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Immobili

Patrimonio immobiliare 2014:
il report della banca dati catastale

Quasi il 97% delle unità appartiene ai gruppi A e C. In termini di rendita, una grossa quota (il 30%) è ad appannaggio del gruppo D che, numericamente, rappresenta solo il 2,4%

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È disponibile online, sul sito dell’Agenzia delle Entrate la pubblicazione “Statistiche catastali 2014”. Il rapporto, realizzato dall’ufficio Statistiche e studi della direzione centrale Osservatorio del mercato immobiliare, con la collaborazione della direzione centrale Catasto e cartografia, fornisce una mappa del numero, della consistenza e della rendita delle unità immobiliari censite negli archivi catastali, distinguendo altresì in ragione della natura giuridica degli intestatari.
 
Stock e rendite in sintesi
Al 31 dicembre 2014 risultano censiti in catasto oltre 73 milioni di unità immobiliari urbane. Non considerando gli immobili che non producono reddito del gruppo F, i beni comuni non censibili e gli immobili in lavorazione, dei 73 milioni sono quasi 64 milioni le unità presenti negli archivi catastali a cui è associata una rendita, per complessivi 37,5 miliardi di euro.

La maggior parte delle unità è censita nel gruppo A (oltre il 55%) e nel gruppo C (quasi il 42%), dove sono compresi, oltre a immobili commerciali (negozi, magazzini e laboratori), anche le pertinenze delle abitazioni, cioè soffitte, cantine, box e posti auto. La restante parte dello stock (il 3%) è costituita da immobili a destinazione speciale (gruppo D, 2,4%), a destinazione particolare (gruppo E, 0,3%) e a uso collettivo (gruppo B, 0,3%).

 

In termini di rendita catastale, la quota maggiore è ancora rappresentata dagli immobili del gruppo A e C, ma scende al 65% circa del totale. Le unità del gruppo D rappresentano, di contro, una rilevante quota di rendita del patrimonio immobiliare italiano, quasi il 30%, a fronte di una quota di solo il 2,4% in numero.
Dei 37,5 miliardi di euro di rendita complessiva, circa il 60% riguarda immobili di proprietà delle persone fisiche (22,5 miliardi di euro) e il restante 40% (15 miliardi di euro) è detenuto da persone non fisiche; solo lo 0,1% del totale (circa 30 milioni di euro) è la rendita associata ai beni comuni censibili.

Gli immobili a destinazione ordinaria
Le abitazioni (unità del gruppo A, eccetto A/10) sono il gruppo di immobili più numeroso. Tra queste, più del 72% è costituito da abitazioni economiche (categoria A/3) e civili (categoria A/2), quota che sfiora il 90% se si aggiungono le abitazioni popolari (A/4), mentre il restante 10% è frazionato tra le altre categorie del gruppo.
La rendita associata alle abitazioni, per più del 90% attribuibile a persone fisiche, risulta di circa 16,7 miliardi di euro, 110 milioni in più rispetto al 2013.
La superficie media delle abitazioni censite negli archivi è pari a circa 117 m2, scende sotto i 100 m2 per le abitazioni in categoria A/4, A/5, A/6 e A/11, e va ben oltre i 200 m2 per le unità nelle categorie A/1, A/8 e A/9.
Completano gli immobili del gruppo A, le circa 665mila unità ordinariamente destinate a ufficio o studio privato (categoria A/10).
 
Le unità del gruppo B, destinate ordinariamente all’uso collettivo, sono aumentate dell’1,2% rispetto al 2013. La quota maggiore di esse è rappresentata da immobili destinati a scuole (B/5, 32,4%), di proprietà prevalentemente di persone non fisiche.
 
Il gruppo C (26,6 milioni di unità), detenute per circa l’87% dalle persone fisiche, contiene unità immobiliari a destinazione commerciale e varia. Si tratta, per la maggior quota, di immobili censiti in categoria C/6 (63,1%), prevalentemente box e posti auto, e delle unità in categoria C/2 (25,8%), soprattutto cantine e soffitte. Rilevante è anche la quota dei negozi (C/1), che rappresentano il 7,4% del totale. Rispetto al 2013, lo stock relativo a tale gruppo è aumentato di circa l’1 per cento.
 
Gli immobili a destinazione speciale
Gli immobili a destinazione speciale del gruppo D sono circa 1,5 milioni di unità, per la maggior parte classificate nelle categorie D/1 (opifici), D/7 (immobili per le attività industriali), D/8 (immobili per le attività commerciali) e D/10 (immobili produttivi per le attività agricole). Pur rappresentando solo il 2,1% in numero dello stock censito in catasto, possiedono una rendita catastale pari a quasi il 30% del totale, con oltre 11 miliardi di euro.
Le persone non fisiche sono titolari di diritti reali della maggior parte degli immobili del gruppo D (54% circa).
Complessivamente, la rendita catastale delle unità del gruppo D è aumentata, nel 2014, del 3,2%, cioè quasi 350 milioni di euro in più del 2013. Anche in termini di rendita, la quota delle persone non fisiche supera ampiamente quella delle persone fisiche, con la sola eccezione delle unità in D/10.
 
Infine, nel gruppo E (circa 95mila le unità immobiliari con rendita catastale) rientrano tutte le unità immobiliari che hanno caratteristiche singolari e sono a uso pubblico o di interesse collettivo: stazioni per servizi di trasporto terrestri e di navigazione interna, marittimi e aerei, fari, fabbricati destinati all’esercizio pubblico del culto, costruzioni mortuarie, e simili.
La rendita catastale complessiva delle unità immobiliari del gruppo E ammonta complessivamente a circa 730 milioni di euro, il 4% in più rispetto al 2013.

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