Articolo pubblicato su FiscoOggi (https://fiscooggi.it/)

Immobili

Un semestre di scambi immobiliari
in sette province, dal Nord al Sud

Rappresentano le regioni Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia, e fotografano l'andamento delle compravendite e delle quotazione rilevate nelle città "medie"

immagine con icone di case su un monitor e una mano che sceglie

Le analisi condotte dagli uffici provinciali-Territorio, in collaborazione con l'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate e pubblicate nelle Note territoriali, hanno fornito un quadro articolato della dinamica delle compravendite nel secondo semestre del 2015.
Si riporta, a seguire un quadro sintetico relativo a sette delle diciannove province interessate, in rappresentanza di sei regioni italiane: Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia.

Nel Veneto sono state prese in esame due province, Venezia e Padova.
La provincia di Venezia ha registrato, nel periodo osservato, un incremento delle compravendite pari al 17,8%, leggermente più accentuato nel capoluogo (+19,3%) e superiore al dato medio regionale. In leggero aumento sono risultate anche le quotazioni (+0,1%), in controtendenza rispetto al comune di Venezia (-0,1%), dunque, per merito soprattutto dei comuni non capoluogo (che hanno registrato, infatti, un incremento dello 0,3%).
Frazionando il dato provinciale in macroaree, spiccano prevedibilmente le percentuali di Venezia capoluogo e Zona balneare, rispettivamente prossimo e superiore al 20%, in corrispondenza di una porzione di mercato ben superiore al 50% del totale.
A Venezia-città spicca, infine, il trend negativo dell'area "Centro storico e Giudecca", in controtendenza rispetto al resto del territorio comunale.

Anche la provincia di Padova ha registrato, nel secondo semestre 2015, una crescita significativa nelle compravendite (+19,3%), abbastanza omogenea tra capoluogo (+21,5%) e altri comuni (+18,4%), come conferma anche la scomposizione in macroaree e, anche in questo caso, superiore alla media regionale (+14,7%); sostanzialmente stabili, invece, le quotazioni, che hanno registrato un calo solo dello 0,1%, leggermente più accentuato nel capoluogo (-0,3%).
A Padova-città, l'unica area che ha segnato una riduzione delle compravendite è risultata il centro storico (-3,3%); la tendenza generale conferma peraltro una crescita del dinamismo del mercato dal centro alla periferia (accreditata di un significativo +61,9%).

In Liguria, la provincia di Genova, che rappresenta oltre il 50% del mercato immobiliare regionale, ha sicuramente trainato la crescita nel secondo semestre 2015, con un +12,4%, ampiamente superiore al dato aggregato regionale, e che ha beneficiato in modo significativo del dinamismo dei comuni non capoluogo (+16,6%). In termini di quotazioni si è registrato un leggero calo (-0,6%), appena più accentuato nel capoluogo (-0,8%) e doppio rispetto al dato medio regionale (-0,3%).
Scomponendo la provincia in macroaree, spicca il dato in controtendenza della "Valle Scrivia" (Ntn -16,9%), con un'incidenza tuttavia più statistica che sostanziale, in considerazione del suo peso relativo.
A Genova-città, infine, si registrano percentuali di crescita delle compravendite prossime o superiori al 50% e di un qualche significato relativamente alla numerosità delle transazioni nelle aree "Centro Ovest" e "Bassa val Bisagno".

In Emilia Romagna, la provincia di Bologna, che rappresenta oltre un quarto del mercato regionale, ha presentato un tasso di crescita delle compravendite pari al 9,2%, di poco inferiore al dato regionale, ma superiore a quello del solo capoluogo. Anche in questo caso risultano in leggero calo le quotazioni (-1,2%), a conferma di una tendenza in atto già da un paio di anni, essenzialmente in corrispondenza della stabilizzazione e della pur timida ripresa del numero di transazioni.
Frazionando il dato provinciale in macroaree, spiccano alcune dinamiche registrate all'interno della cosiddetta "seconda semicintura": in particolare, se la parte sud-orientale ha presentato un tasso di crescita addirittura del 28,7% (trainata dal comune di Imola), quella sud-occidentale ha registrato un calo piuttosto significativo, prossimo al 10%; abbastanza omogeneo, invece, l'andamento delle quotazioni.
All'interno del comune di Bologna, infine, da segnalare una crescita delle compravendite nel centro storico (pari a un non trascurabile 20% del mercato complessivo) del 13 per cento.

In Toscana, la provincia di Firenze, che rappresenta oltre un quarto del mercato regionale, ha registrato anch'essa un significativo tasso di crescita nelle compravendite (+10,8%), seppure inferiore al dato aggregato regionale (+16,2%). Le quotazioni si adeguano all'andamento medio regionale, con un calo di poco superiore all'1,5%, leggermente inferiore se si considera il solo capoluogo.
Spostando l'analisi sulle macroaree provinciali, si può osservare una sostanziale omogeneità sia in termini di compravendite che di quotazioni; si possono segnalare i dati "estremi" dell'Alto Mugello (+51,7% di compravendite, -3,3% nelle quotazioni), dovuti, tuttavia, a una bassa numerosità degli scambi e alla conseguente alta volatilità dei tassi, o anche i dati di Chianti e Valdarno, i meno positivi statisticamente (rispettivamente +2,3% e +1,8%).
All'interno di Firenze-città, un dato particolarmente significativo si è riscontrato nella zona "Semicentrale e centrale di pregio", con un +18,5% di compravendite, a fronte di oltre un quinto del mercato comunale.

In Puglia, la provincia di Bari, che presenta un volume di compravendite prossimo alla metà dell'intera regione, ha registrato un incremento nel secondo semestre 2015 superiore all'8%, doppio rispetto alla dinamica regionale (rapporto analogo ai dati aggregati annuali), più accentuato nel capoluogo. Le quotazioni hanno registrato un calo dello 0,4%, la metà rispetto alla tendenza regionale.
La scomposizione dei dati provinciali conferma il dinamismo dell'area prossima al capoluogo, soprattutto lungo la fascia costiera, mentre dati negativi caratterizzano solo la parte meridionale.
All'interno del capoluogo si conferma la maggiore appetibilità, come ampiamente prevedibile, della zona più pregiata (quartiere Murat e zona Umbertina) e dell'area più propulsiva dal punto di vista commerciale (Poggiofranco 2).

In Sicilia, infine, nella provincia di Catania il mercato ha registrato una sostanziale polarizzazione nel capoluogo, dove le compravendite sono cresciute del 14,5%, a fronte di un dato medio addirittura negativo nell'insieme dei restanti comuni (-3,4%), condizionati soprattutto dal consistente calo della macroarea "Acese e versante sud-orientale Etna" (-18,4%). Omogeneo, al contrario, il pur limitato calo delle quotazioni (-0,4%), in un contesto regionale nel quale due province (Enna e Caltanissetta) registrano addirittura tassi positivi.
All'interno di Catania-città si confermano una maggiore attrattività delle aree centrali e un dinamismo del mercato progressivamente decrescente lungo la direttrice centro-periferia.
 

grafico con quotazioni e compravendite nel II semestre 2015

URL: https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-catasto/articolo/semestre-scambi-immobiliari-sette-province-dal-nord-al-sud