Nel cuore dell'Europa è Berna a tagliare per prima il traguardo d'un accordo quadro definito nei particolari ed esteso non soltanto alle tradizionali aree commerciali ed economiche, ma inclusivo anche dei diritti delle persone, delle assicurazioni, dei mercati e, soprattutto, della finanza e del fisco.
Post-Brexit, per la Confederazione non cambierà nulla
In sostanza, grazie all'accordo commerciale sottoscritto da Svizzera e Regno Unito, i diritti e gli obblighi economici, inclusi quelli fiscal-finanziari, derivanti dagli accordi elvetici a suo tempo siglati con l’Unione europea resteranno pienamente in vigore tra i due Paesi contraenti. Questo nuovo accordo si prefigge, infatti, di porre le basi per il proseguimento di buone relazioni bilaterali economiche e commerciali con il Regno Unito anche dopo la sua uscita dall’Ue. In particolare, si punta a realizzare una transizione che non provochi né rovesci finanziari, vista l'interrelazione tra i due centri, Londra e Berna, né tanto meno determini blocchi imprevisti in materia di fiscalità.
Tra la City e la Svizzera, una liaison ricca che vale miliardi
Innanzitutto, la rapidità dell'intesa è anche stata dettata dal fatto che il Regno Unito è un importante partner economico della Svizzera. Nel 2017 è stato il sesto mercato d'esportazione per le merci svizzere (11,4 miliardi di franchi). Al di fuori dell'Ue, inoltre, la Svizzera è il quinto partner di esportazione del Regno Unito (dopo Stati Uniti, Cina, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti). Nel 2017, tanto per citare le statistiche più recenti, gli investimenti diretti svizzeri, cioè flussi di capitali, nel Regno Unito ammontavano a 54 miliardi di franchi. In pratica, in ordine d’importanza si tratta del quinto Paese destinatario di investimenti diretti svizzeri, e questo mentre il valore degli investimenti diretti britannici in Svizzera è invece pari a 60 miliardi di franchi, il che pone la Confederazione elvetica al nono posto come destinazione di investimenti diretti britannici. Tradotto, i flussi continui e le intermediazioni finanziarie tra i due partner necessitavano un "ombrello" post Brexit che ora hanno.
La nuova strategia economica di Berna
L’accordo è stato concluso nel quadro della strategia «Mind the Gap» del Consiglio federale. Obiettivo, riprodurre ove possibile gran parte degli accordi commerciali stipulati con l’Ue e che attualmente disciplinano le relazioni tra Svizzera e Regno Unito: l’accordo di libero scambio del 1972, l’accordo sui mercati pubblici, l’accordo sulla lotta alla frode, una parte dell’accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità e l’accordo agricolo del 1999. Pur essendo accordi diversi, mirano tutti a ridurre o eliminare le barriere commerciali e le discriminazioni negli scambi economici e finanziari. In particolare, alcuni accordi tra Svizzera e Ue si basano sull’armonizzazione o il riconoscimento dell’equivalenza delle norme bilaterali (per esempio l’accordo del 2009 sulla facilitazione e la sicurezza doganali, alcuni settori dell’accordo agricolo e alcune parti dell’accordo sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione della conformità) e in questa fase quindi non possono essere riprodotti interamente.
Londra e Berna aprono anche al Liechtenstein
La novità inattesa arriva invece dall'estensione dell'intesa. Nello stesso giorno, infatti, Svizzera, Regno Unito e Principato del Liechtenstein hanno sottoscritto anche un accordo aggiuntivo per includere proprio il territorio del Liechtenstein nel campo d’applicazione delle disposizioni pertinenti dell’accordo commerciale: ciò in virtù dell’unione doganale vigente tra Svizzera e Liechtenstein. Ecco, questo potrebbe generare qualche problema in seno all'Ue, ma non per l'apertura al Principato quanto piuttosto per gli effetti fiscal-finanziari che ciò potrebbe produrre.
Tempistica, vale la condizione
Gli accordi firmati entreranno in vigore quando quelli tra Svizzera e Ue non varranno più per le relazioni tra Svizzera e Regno Unito. In sostanza, con la sua strategia «Mind the Gap», il Consiglio federale si prefigge di mantenere per quanto possibile anche dopo la Brexit i diritti e gli obblighi vigenti nei rapporti con il Regno Unito ed eventualmente, in alcuni settori, finanziario soprattutto, estenderli.