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Dal mondo

Africa: al fisco un ruolo chiave
nello sviluppo del Continente

A sottolineare l’importanza è l’ultimo Rapporto Ocse che scatta una istantanea della realtà economica

africa
Modernizzare l’economia locale per affrontare il boom demografico che porterà la popolazione a triplicarsi entro il 2050. Questa la sfida più importante che il continente africano deve affrontare secondo l’”African Economic Outlook 2015” dell’Ocse, presentato al cinquantesimo meeting annuale della Banca Africana dello Sviluppo. Una modernizzazione economica che passa soprattutto, secondo l’Organizzazione con sede a Parigi, attraverso il miglioramento dell’attività di riscossione, della gestione della spesa pubblica e un maggior controllo sulle grandi imprese operanti nell’industria mineraria.

 
Pil in aumento nel 2015 e nel 2016
Il report Ocse scatta una fotografia della realtà economica del continente africano. Secondo le stime dell’Organizzazione parigina, il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare del 4,5 % nel 2015 e del 5% nel 2016, anno in cui la crescita dovrebbe subire un’impennata, ritornando ai livelli antecedenti la crisi economica globale del 2008-2009. La domanda interna ha continuato comunque a crescere in molti Paesi africani, soprattutto in quelli in cui i Governi hanno investito per il miglioramento dell’ambiente e delle condizioni per fare impresa. Tra questi, Benin, Costa D’avorio, Congo, Senegal e Togo compaiono nella top ten internazionale, stilata dall’Ocse, degli Stati che hanno realizzato le riforme più incisive per favorire la creazione e l’attività delle imprese. A trainare lo sviluppo economico sono principalmente, l’agricoltura, l’industria estrattiva, le costruzioni, i servizi, seguiti dal settore manifatturiero, mentre gli investimenti sul continente sono condotti soprattutto dalle grandi compagnie sudafricane, forti di un tessuto produttivo più avanzato.
 
Tre le direttrici da seguire per lo sviluppo
L’”African Economic Outlook” indica poi le direttrici da seguire per garantire uno sviluppo economico adeguato, anche a fronte soprattutto dell’esplosione demografica prevista entro i prossimo quarant’anni: ampliare i settori produttivi, promuovere lo sviluppo del settore manifatturiero, del terziario e della green economy, modernizzare il settore agricolo.
I governi africani dovrebbero anche attuare politiche di sviluppo trasversali a tutti i settori economici: creare un sistema di trasporti e di comunicazioni efficiente, aumentare gli investimenti nei servizi di sociali di base e facilitare i finanziamenti ai privati, necessari per stimolare l’attività imprenditoriale e i consumi.
 
Alla fiscalità un ruolo chiave per l’economia
Secondo l’Organizzazione con sede a Parigi, il fisco gioca un ruolo di primo piano nello sviluppo economico del continente. I governi africani, infatti, potrebbero recuperare nuove risorse economiche aumentando la tassazione dell’estrazione delle risorse naturali e combattendo i flussi finanziari illeciti e altre pratiche elusive. Le maggiori entrate tributarie, evidenzia il report, dovrebbero però essere indirizzate per lo sviluppo di attività economicamente strategiche, come la trasformazione delle materie prime.
Per i tecnici Ocse, inoltre, è necessario ridefinire l’intero apparato delle Amministrazioni fiscali. I governi, infatti, dovrebbero rafforzare il potere in materia tributaria degli enti locali per cercare di aumentare le entrate nazionali, ad esempio, rendendo più efficace l’applicazione di alcune imposte, tra cui quella sulle proprietà immobiliari. Lo studio, però, sottolinea come per attuare una riforma del fisco veramente efficace è necessario che i governi a tutti livelli sappiano offrire servizi pubblici adeguati ai cittadini, garantendosi così una sorte di “legittimità fiscale”. Solo in questo modo, infatti, i contribuenti sono più orientati a pagare le tasse e ad accettare nuove imposte.
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