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Dal mondo

Airport tax: un taglio motivato
per sostenere l'economia turistica

Dopo Irlanda e Grecia ora anche il Regno Unito sta valutando di intervenire sulla tassa aeroportuale

Per incentivare il turismo e sostenere le aerolinee colpite dalla crisi economica internazionale e far fronte all'inevitabile calo del traffico passeggeri, molti Paesi hanno deciso di tagliare o azzerare la tassa aeroportuale. In altri casi, invece, si è assistito a un aumento, giustificato da ragioni di politica economica.
 

La Grecia e gli interventi sui costi aeroportuali
Il governo greco ha deciso di intervenire sui costi aeroportuali rinunciando ad alcune entrate derivanti dalle tasse di volo. Tale soluzione è stata adottata, dal 1° aprile 2011 e fino al 31 dicembre 2011, per sostenere l'industria turistica greca e conservare l'attrattività del mercato aereo in forte crisi per la recessione economica e finanziaria che ha colpito il Paese ellenico. Nel dettaglio, il ministro dei trasporti ha disposto la cancellazione della tassa richiesta in tutti gli aeroporti di pertinenza statale. Resta escluso dal citato provvedimento, infatti, lo scalo della capitale, controllato al 40% dal gruppo tedesco Hochtief che, tuttavia, aveva per primo congelato le tasse da e per Atene nell'esercizio 2010.
In precedenza, tale esenzione era applicata nei soli mesi estivi, dove si calcolava un maggiore flusso turistico mentre ora è stata estesa a un più ampio periodo.
A ogni modo, la via intrapresa dall'esecutivo riprende, in parte, quando disposto da altri governi europei come Irlanda, Belgio, Spagna e Paesi Bassi che hanno azzerato o fortemente ridotto le tasse che possono sommarsi al volo aereo.
L'Irlanda, ad esempio, ha deciso di tagliare le tasse aeroportuali di 7 euro e cioè, ridurle da 10 a 3 euro, per i passeggeri diretti e/o in partenza dall'isola a decorrere dal 1° marzo 2010.


Il caso della Germania e le reazioni della Iata
Ed è invece per ragioni di carattere ambientale che la Germania ha deciso da quest'anno l'aumento delle tasse aeroportuali. Una decisione in contro tendenza, nonostante la crisi economica, rispetto ai partner comunitari. Più nel dettaglio, il governo tedesco dal 1° gennaio 2011 ha introdotto (Aviation Tax Act) la tassa turistica per contrastare gli effetti dell'inquinamento proveniente dal trasporto aereo. Gli aumenti oscillano da un minimo di 8 euro per i voli a corto raggio fino a 45 euro per le tratte a lungo raggio. La tassazione è differenziata per gli aeromobili in partenza dal territorio nazionale in funzione del rumore, del consumo di energia prodotta e della tratta percorsa. L'associazione dell'industria aerea internazionale, la Iata per intendersi, contraria sin dal primo momento al provvedimento deciso dal governo Merkel, ha previsto come diretta conseguenza un aumento generalizzato del prezzo dei biglietti aerei e non ha nascosto la propria contrarietà nei riguardi di una misura che considera inadeguata.


Le statistiche tedesche sulle tariffe aeree
L'Ufficio federale tedesco di Statistica (Statisches Bundesamt Deutschland o Destatis), con uno studio pubblicato a febbraio, ha rilevato un aumento delle tariffe aeree dello 0,6% nel gennaio 2011 rispetto ai valori registrati a dicembre 2010. Un fatto straordinario rispetto al calo stagionale che ogni inizio d'anno si registra rispetto all'ultimo mese di quello precedente. La ragione dell'aumento atipico, secondo l'Ufficio federale, sembra connessa all'entrata in vigore dal 1° gennaio del provvedimento governativo, l'Aviation Tax Act per intendersi.


Il precedente del Regno Unito
Anche il Regno Unito ha applicato, dal 1° novembre 2010, una tassa per finanziare i progetti contro le emissioni di Co2. In particolare, gli aumenti si riferiscono a 1 sterlina per i voli a corto raggio, dalle 5 alle 10 sterline su quelli a medio raggio e 15 sterline per le tratte a lunga distanza. Ora però in Inghilterra è stato lanciato un sondaggio per verificare l'ipotesi di cancellare o ridurre tale balzello. In un rapporto pubblicato qualche tempo fa e intitolato "Green skies ahead, creating a low-carbon aviation industry", oltre a ripensare l'air passenger duty, la Confindustria britannica si era dichiarata apertamente contraria al progetto di nuova tassa sui voli in partenza da e per il Regno Unito avanzato dal governo. La fee era stata originariamente introdotta in favore dell'ambiente e generava circa 900 milioni di sterline all'anno. Secondo l'associazione è importante creare a livello internazionale un sistema che sia condiviso da tutti gli attori coinvolti (industrie aeronautiche, aerolinee, associazioni del trasporto aereo) finalizzato a disciplinare le emissioni prodotte dagli aeromobili nell'atmosfera. Già l'Olanda aveva abolito nel 2009 la tassa sulle partenze che aggiungeva un costo variabile a ogni passeggero in partenza dagli aeroporti nazionali.
 

La tassa aeroportuale e le sue componenti
A ben vedere, la tassa aeroportuale comprende spese imputabili al prezzo finale del biglietto aereo, che quindi sono traslate al passeggero-consumatore finale ma che (spesso) non sono direttamente pertinenti alla compagnia che effettua il trasporto aereo.
Nel particolare, le tasse che possono essere calcolate sul biglietto sono molteplici tanto che la sommatoria dei vari balzelli, spesso, supera la tariffa aerea base.
In linea generale, è possibile comprendere:

  • la tassa sulla gestione e sulla movimentazione dei bagagli;
  • la tassa sulle misure di sicurezza e di rinforzo dei controlli (dovuta per gli upgrade degli aeroporti in seguito agli attentati dell'11 settembre 2001);
  • la tassa locale (dovuta ai comuni ubicati vicino all'aerea aeroportuale che subiscono lo stress da rumore);
  • la tassa sulla gestione aeroportuale (che dipende direttamente dall'aeroporto e viene riscossa dal gestore dello stesso aeroporto e che ha la funzione di coprire i vari costi dello scalo);
  • la tassa di trasporto aereo (che si distingue in base alla rotta nazionale o internazionale);
  • la tassa di assistenza volo (che comprende i diritti di prenotazione del viaggio);
  • la tassa sul carburante (imposta dalle compagnie per far fronte all'incremento del prezzo del petrolio, e quindi del cherosene);
  • la tassa di solidarietà (che alcune compagnie destinano all'aiuto dello sviluppo del Terzo Mondo che varia da 1 a 40 euro a seconda della destinazione e della classe prenotata);
  • la tassa sulle emissioni di Co2 (istituite dai governi per finanziare i piani di contrasto alle emissioni inquinanti degli aerei).
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Servizi di trasporto competitivi e di qualità
Un passo concreto per garantire norme comuni per la prestazione di servizi di trasporto aereo nella Comunità è stato compiuto nel 2008. Permettere ai passeggeri di conoscere in anticipo le tariffe e confrontare le offerte in tutta l'Unione europea. È la funzione attribuita alla pubblicazione dei prezzi dei biglietti che deve essere effettuata tenendo conto di tutte le tasse e degli oneri previsti. A stabilirlo il regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio n. 1008/08 del 24 settembre 2008, (GU L 239 del 31 ottobre 2008), che reca norme comuni per la prestazione di servizi di trasporto aereo nella Comunità. Molteplici i vantaggi. Dalla possibilità di conoscere in anticipo le varie componenti che formano il prezzo finale del biglietto, comprensivo di tariffa, tasse, diritti aeroportuali e altri oneri, alla disponibilità di informazioni sui prezzi effettivi. L'obiettivo è garantire all'utenza servizi di trasporto aereo competitivi e di qualità fornendo informazioni complete sulle tariffe dei trasporti passeggeri, merci e sulle condizioni che le accompagnano.
 

Rafforzare la legislazione sui diritti dei passeggeri
A sei anni di distanza dall'introduzione del regolamento n. 261 sui diritti dei passeggeri del trasporto aereo e di quello sui passeggeri a mobilità ridotta nell'Unione europea, la Commissione europea ritiene che si debba migliorare a livello comunitario l'applicazione della legislazione in materia. È degli ultimi giorni la notizia comparsa sul sito istituzionale e nella quale  il vicepresidente, Siim Kallas, responsabile dei trasporti, ha annunciato una serie di misure per chiarire e rafforzare la legislazione sui diritti dei passeggeri. Le direttrici lungo le quali intende muoversi sono due. Il primo è informativo, incrementando le campagne di informazione e sensibilizzazione, raccogliendo le osservazioni delle associazioni dei consumatori, delle organizzazioni non governative e degli operatori del settore, pubblicando gli orientamenti interpretativi del regolamento n. 1107 sulle persone a mobilità ridotta a beneficio della rete di organismi nazionali responsabili dell'attuazione (cosiddetti Ona). Il secondo è logistico, e prevede il potenziamento della rete degli Ona affinchè le decisioni sull'interpretazione e l'applicazione di aspetti attinenti ai diritti dei passeggeri possano essere adottate con celerità nel momento in cui se ne ravvisi la necessità.
 

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