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Dal mondo

Argentina, il fisco scrive a chi
ha assunto lavoratori in nero

L’Afip sta inviando migliaia di email a chi ha impiegato dipendenti irregolari per invitarli a ravvedersi

agricoltori
La Administración Federal de Ingresos Públicos, l’Agenzia delle Entrate argentina, dichiara guerra al lavoro nero. In questi ultimi mesi sono partiti migliaia di alert (120mila solo nell’ultima tornata) destinati a chi ha assunto dei dipendenti in maniera irregolare. I dati riferiti al 2017 fotografano, infatti, una situazione poco confortante: ogni tre dipendenti, uno è stato assunto senza un regolare contratto. Una situazione critica non solo da un punto di vista fiscale, ma anche sociale, in quanto questi lavoratori non godono di un’assistenza sociale o sanitaria, sia per loro stessi che per le loro famiglie.
Questo ha spinto l’amministrazione fiscale a correre ai ripari, avviando azioni ad hoc, tramite incroci di banche dati e alert preventivi, in un’ottica di compliance, per spingere i datori di lavoro alla regolarizzazione dei dipendenti. In caso di mancata risposta, scattano però sanzioni e multe.

Datore di lavoro avvisato…
Le aziende nel mirino dell’Afip nella trance di email appena inviate sono soprattutto le imprese agricole, i  ristoranti, i laboratori artigianali che si occupano della trasformazione e della vendita dei prodotti da forno e della lavorazione della pasta fresca, i mobilifici, le mense per gli uffici, le case di cura, le lavanderie industriali e le imprese che operano nel settore delle costruzioni. In particolare, ad essere coinvolti sono 28.000 contribuenti legati al settore della ristorazione, 26mila relativi al settore della panificazione e 25mila legati al settore agricolo. Si tratta di lavoratori che si presume stiano lavorando in nero.
 
Come vengono individuati i “furbetti”
Il meccanismo per individuare i datori di lavoro che potrebbero aver assunto un dipendente in maniera irregolare utilizza un indice, l’IMT (indicador mínimo de trabajadores), che individua il numero minimo di lavoratori necessario per svolgere una determinata attività, il quale viene confrontato con il numero di dipendenti dichiarato dall’impresa. In questo modo sono state individuate delle attività in cui il lavoro nero era molto diffuso.
 
In principio furono i lavoratori domestici
Queste comunicazioni non sono le prime inviate dall’Afip. Nei mesi scorsi, infatti, sono stati allertati i datori di lavoro che avevano assunto irregolarmente lavoratori domestici e quelli che avevano impiegato lavoratori in nero nei supermercati. Lo scorso maggio, per esempio, grazie all’incrocio delle banche dati l’amministrazione fiscale ha individuato 650mila contribuenti argentini ad alto reddito e li ha invitati a regolarizzare i loro lavoratori domestici, mettendo in evidenza i vantaggi del lavoro regolare. I lavoratori registrati correttamente possono, infatti, beneficiare dei contributi ai fini pensionistici, delle ferie, dei giorni di malattia, della tredicesima mensilità nel periodo natalizio e di altri bonus, mentre i datori di lavoro possono usufruire di detrazioni e deduzioni. Il fenomeno dei lavoratori domestici in nero è molto diffuso in Argentina e colpisce soprattutto le donne. Per questo l’amministrazione fiscale sta investendo molto in campagne preventive che puntano alla compliance con il contribuente.
 
Regolarizzare in un click
Oggi i dipendenti iscritti al regime speciale per i lavoratori domestici sono più di mezzo milione, ma l’Afip punta al raddoppio di questo numero. Per agevolare la regolarizzazione è stato realizzato un sistema informatico molto semplice, che permette di comunicare al fisco i dati di coloro che svolgono attività di pulizia, giardinaggio, cura delle persone e altri tipi di lavori domestici. Il sistema prevede un sito web (https: //casasparticulares.afip. gob.ar/) e un’app per i sistemi operativi Android e iOs che permette di gestire il tutto anche in mobilità tramite smartphone. Anche i costi per la registrazione - come sottolinea l’Afip - sono minimi, al contrario invece delle sanzioni che vengono applicate per l’omessa regolarizzazione dei dipendenti, che sono molto più pesanti.
 
Qualche polemica
“Questa strategia rappresenta un passo importante per ridurre l’evasione fiscale e formalizzare l’occupazione in Argentina”, ha dichiarato l’amministratore federale dell’Afip, Leandro Cuccioli. Non mancano, tuttavia, alcune polemiche. In molti, ad esempio, obiettano che non è giusto presumere automaticamente la presenza di lavoratori domestici nelle case dei contribuenti che hanno un reddito medio-alto.
 
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