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Dal mondo

Asia e Pacifico, nuovi dati Ocse
sul rapporto tra gettito e Pil

Il report dell’Organizzazione analizza l’andamento del rapporto tra tributi e Prodotto interno lordo di 17 nazioni della macro area geografica

Ocse Asia e Pacifico

Nel 2017 il rapporto tra entrate tributarie e Prodotto interno lordo è aumentato nella maggior parte delle economie dell’Asia e del Pacifico, anche se con notevoli differenze tra un Paese e l’altro. L’ultimo rapporto Ocse “Revenue Statistics in Asian and Pacific Economies”, appena pubblicato, offre uno spaccato della situazione tributaria del lontano Oriente e fornisce alcuni spunti di riflessione, specie per chi volesse comprendere più a fondo la ricetta del tax mix dei due continenti. Innanzitutto, il primo elemento da valutare è che i rapporti entrate/Pil  di queste nazioni sono estremamente eterogeni, se si pensa che si passa dall'11,5% realizzato dall’Indonesia al 32,0% della Nuova Zelanda. In generale, inoltre, i rapporti tra tributi e Pil sono stati più elevati nelle economie del Pacifico rispetto agli stessi rapporti delle economie asiatiche. Se le economie del Pacifico avevano risultati superiori al 24%, con l'eccezione di Tokelau (14,2%) e Vanuatu (17,1%), le economie asiatiche hanno riportato un rapporto perlopiù inferiore al 18%, con le uniche due eccezioni della Corea (26,9%) e del Giappone (30,6%).
La sesta edizione del report è stata realizzata in collaborazione con la Banca asiatica per lo sviluppo, l'Associazione delle amministrazioni fiscali delle Isole del Pacifico e il Segretariato della Comunità del Pacifico.

Incrementi e decrementi
Il volume Revenue Statistics in Asian and Pacific Economies analizza le entrate di 17 Paesi della macro area geografica “Asia e Pacifico”, e prende in considerazione per la prima volta anche i dati relativi all’arcipelago di Vanuatu. Nove delle economie considerate nel rapporto hanno visto un incremento, tra il 2016 e il 2017, nel rapporto tra entrate tributarie e Pil (erano solo tre a trovarsi in questa situazione l'anno precedente). L'Ocse sottolinea però che l’aumento delle entrate della maggior parte dei Paesi è dovuto in gran parte a fattori economici piuttosto che all'approvazione di riforme in materia di politica fiscale o dell'amministrazione dei tributi. Tra i fattori che hanno prodotto la crescita delle entrate in rapporto al Pil, ad esempio, vengono citate le entrate derivanti dalla produzione di petrolio in Kazakistan.
Nel complesso, nei dieci anni che vanno dal 2007 al 2017, il rapporto entrate tributarie/Pil è aumentato in 11 delle 17 economie analizzate dalla pubblicazione. Quelle in cui invece il rapporto in esame non è aumentato sono state: Australia, Indonesia, Kazakistan, Papua Nuova Guinea, Nuova Zelanda e Vanuatu.

I risultati principali del rapporto sul gettito nel lontano Oriente
Nel volume vengono descritti alcuni trend su cui vale la pena di soffermarsi, incominciando dal confronto con l’andamento del gettito nel resto del mondo. Sulla base dei dati disponibili (perlopiù relativi al 2017), infatti, salta subito agli occhi che il rapporto entrate tributarie/Pil  di tutte le economie asiatiche e del Pacifico risultano inferiori al rapporto medio degli Stati membri Ocse (34,2%). Inoltre, otto economie presentavano un rapporto tributi/Pil superiore alla media dell’area latinoamericana e caraibica (pari al 22,8%).
Dal punto di vista dell’andamento nel tempo dell’indicatore in questione, cinque Paesi (le isole Figi, il Kazakistan, Singapore, le Isole Salomone e Vanuatu) hanno registrato aumenti superiori a un punto percentuale tra il 2016 e il 2017, mentre la Malesia e la Papua Nuova Guinea hanno registrato i maggiori decrementi (0,7 punti percentuali in entrambi i casi). Gli aumenti più alti sono stati osservati nelle Isole Figi e nelle Isole Salomone (rispettivamente 4,4 e 4,5 punti percentuali) mentre le contrazioni più accentuate sono stati registrati in Kazakistan e Papua Nuova Guinea (rispettivamente di 9,7 e 7,0 punti percentuali).

Il tax mix di Asia e Pacifico
In nove Paesi analizzati nel rapporto, le imposte su beni e servizi hanno rappresentato la quota maggiore delle entrate fiscali del 2017. All'interno di questa categoria di imposte indirette, l'Iva si è confermata la più importante nella maggior parte delle economie asiatiche e del Pacifico. In rapporto al totale delle entrate tributarie, le entrate da imposta sul valore aggiunto hanno toccato quota 12,9% del gettito fiscale totale in Australia (il dato è del 2016), mentre hanno raggiunto la percentuale del 44,4% nelle Isole Cook.
Tornando alla fonte prevalente di gettivo, in sette Stati, sono state le imposte sul reddito a fornire la quota più rilevante del totale delle entrate tributarie. Del tutto isolato il caso del Giappone, dove i contributi previdenziali (40,4% del gettito fiscale totale) hanno rappresentato la fonte principale del flusso erariale in entrata.
Da un altro punto di vista, infine, bisogna notare che la struttura fiscale delle economie asiatiche tende a differire da quella delle economie del Pacifico: L'Iva rappresenta almeno il 25% delle entrate fiscali totali nelle economie del Pacifico, con l'eccezione dell'Australia e della Papua Nuova Guinea, mentre è inferiore al 25% del totale nelle economie asiatiche, (Indonesia è l'unica eccezione alla norma). I ricavi delle imposte corrispondenti alla nostra Ires (le imposte sui redditi societari) sono stati superiori ai ricavi delle imposte sul reddito delle persone fisiche nella maggior parte delle economie asiatiche, ad eccezione di Giappone e Corea. L’Irpef ha contribuito più dell’Ires al gettito invece in tutte le nazioni del Pacifico, con l’eccezione delle Figi.

Vito Rossi

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