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Dal mondo

Australia, per l’attività mineraria
confronto a più voci sul tax credit

Presentato da una nota società di consulenza un rapporto sull’impatto dell’agevolazione per il rilancio del settore

australia e industria estrattiva
Dare nuovo slancio all’industria mineraria nazionale in declino attraverso una nuova politica di incentivi fiscali per promuovere l’estrazione del carbone. Con questo obiettivo un noto network multinazionale di servizi professionali alle imprese, ha presentato, su incarico della Association of Mining and Exploration Companies, un rapporto sull’impatto del credito di imposta per l’estrazione mineraria (Metc).
 
L’esperienza canadese
Il Metc, Mineral Exploration Tax Credit, già applicato in Canada, è stato elaborato per rendere più conveniente l’investimento nelle nuove esplorazioni minerarie di carbone e così supportare il futuro del complesso dell’attività estrattiva. Propositi che però non collimano non soltanto col punto di vista delle principali organizzazioni mondiali dell’ambientalismo, come il WWF, ma non tengono neanche conto degli scenari delineati nell’ultimo rapporto del United Nations Intergovernamental Panel on Climate Change. Quando si parla di carbone si fronteggiano infatti due punti di vista. Una prima visione che dà la priorità al rilancio dell’attività mineraria attraverso l’incentivazione della ricerca di nuove attività estrattive. Una seconda che mette al centro la salvaguardia dell’ambiente dal riscaldamento globale connesso alla diffusione di gas serra prodotti dai combustibili fossili: il gas, il petrolio e il carbone.
 
Carbone e riscaldamento globale
Secondo il WWF nel 2011 il 45 per cento della Co2, corrispondente a oltre 13 miliardi di tonnellate, è stata originata dalla combustione del carbone. Tra tutti i combustibili fossili il carbone rappresenta la maggiore fonte di emissione di gas serra ed è quindi fra le principali cause del riscaldamento globale. L’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel On Climate Change  delle Nazioni Unite è piuttosto chiaro in proposito: il riscaldamento globale è in corso, provoca lo scioglimento dei ghiacci e delle nevi e l’aumento del livello medio del mare. Per bloccarlo occorre ridurre l’emissione dei gas serra di origine antropica e farlo nel più breve tempo possibile. Qual è invece la posizione del governo australiano in materia? Poco più di un mese fa, il primo ministro Kevin Rudd ha fatto un annuncio: dal luglio 2014 la Carbon Tax sarà rimpiazzata dalla meno severa Ets (Emission Trading Scheme), con una riduzione della tassazione da 25, 40 a 6 dollari australiani per tonnellata di carbone. Lo studio del noto network  sugli effetti economici dell’introduzione del nuovo credito d’imposta Metc arriva sul tavolo dell’esecutivo australiano pochi giorni dopo l’annuncio del premier laburista Rudd (tra l’altro sconfitto alle elezioni politiche della scorsa settimana dalla coalizione guidata dal conservatore Tony Abbott n.d.r.).
 
Che cos’è il Metc?
La proposta dell’Association of Mining and Exploration Companies australiana prende lo spunto dall’esame dell’andamento delle estrazioni minerarie in Canada, dove il Metc è stato introdotto a partire dalla fine del  2000 e prorogato più volte. Si tratta di un credito d'imposta temporaneo del 15 per cento per gli investimenti delle piccole società minerarie di esplorazione in Canada.  A partire dalla fine degli anni Novanta del nuovo secolo lo stato nord americano, col 18 per cento delle quote regionali di esplorazione a livello mondiale,  ha gradualmente  raggiunto e superato l’Australia, ferma al 12 per cento.  L’obiettivo dei promotori dell’Association of Mining Exploration Companies australiana è sostenere le piccole compagnie di estrazione di carbone.

I vantaggi del Metc
Secondo la ricerca, l’introduzione del Metc in Australia dovrebbe portare a una riduzione del 19,5 per cento del costo complessivo delle nuove esplorazioni minerarie, con aumento complessivo dell’attività. A conti fatti – sostiene il network – un aumento degli investimenti nel settore pari al 28,4 per cento: 142 milioni di dollari australiani come incentivo per le nuove esplorazioni minerarie e 133 milioni in meno nelle casse dello Stato. Nel lungo periodo però – afferma lo studio – questa forma di credito di imposta avrà un impatto positivo sull’attività economica nel suo complesso e contribuirà quindi alla crescita del prodotto interno lordo australiano.

 
 
Fonti:
 
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