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Dal mondo

Australia: il percorso è giusto
ma ora tocca alla riforma fiscale

A ricordarlo è l’Ocse nel nuovo Rapporto pubblicato di recente che fornisce una serie di indicazioni per la crescita

rapporto ocse su australia
L’economia australiana è solida e capace di raggiungere ottimi risultati nel breve periodo, ma deve mettere in atto una serie di riforme in alcuni settori cruciali (tra cui il fisco) se vuole tenere testa alla concorrenza asiatica, in primis a quella della Cina. A finire sotto la lente degli studiosi Ocse è il nuovissimo continente, oggetto di un’analisi da parte dell’organizzazione con sede a Parigi, che mette in risalto luci ed ombre dell’economia australiana, fornendo indicazioni chiave per la crescita futura.

Gli ingredienti giusti per la crescita economica
Come  sottolinea il segretario generale dell’ Ocse, Angel Gurrìa, nella presentazione del report “Economic Survey of Australia 2012”, la crescita dei mercati asiatici ha rappresentato  un’opportunità per l’Australia, consentendole un lungo ed ininterrotto periodo di sviluppo economico, basato soprattutto sull’espansione del settore minerario. L’esportazione dei metalli estratti sul territorio australiano, infatti, rappresenta il settore trainate dell’economa nazionale e  ha procurato all’Australia l’appellativo di Iron Man tra i Paesi membri dell’Organizzazione. Il Governo di Canberra però deve mettere in campo adesso alcune riforme strutturali se non vuole soccombere alla concorrenza dei Pesi del Sue Est asiatico.

I settori chiave dove intervenire
Lo studio dell’Ocse individua alcuni settori chiave dove è necessario l’intervento del Governo per poter rilanciare la produttività e la competitività del Paese. La crescita economica, infatti, dopo aver avuto un picco negli anni Novanta, ha subito una battuta d’arresto anche se, sottolineano gli studiosi, l’Australia ha comunque saputo resistere ai colpi della crisi globale meglio di molti altri Stati. Il Governo australiano, prosegue l’analisi Ocse, dovrebbe migliorare i programmi educativi e facilitare gli investimenti nella ricerca, per incentivare la produttività e la competitività economica. È necessario, inoltre, un intervento per migliorare e razionalizzare gli investimenti nelle infrastrutture e per uniformare sul territorio nazionale e liberalizzare la concessione delle licenze per l’esercizio delle professioni, con lo scopo di creare nuovi posti di lavoro. 
 
Perchè una riforma fiscale
Secondo il parere dell’Ocse, è urgente anche una riforma fiscale di largo respiro. I sussidi statali non dovrebbero più essere concessi a pioggia, soprattutto nei confronti di quei settori che ormai da tempo hanno perso competitività, come l’agricoltura, l’energia e l’industria automobilistica. Il recupero derivante da questi tagli alla spesa statale potrebbe essere utilizzato per ridurre l’imposta sulle società che, con un’aliquota del 30%, è attualmente troppo alta. Le riforme in campo fiscale, secondo il report Ocse, dovrebbero includere anche una gestione più efficiente dei tributi statali  e  l’incremento della Minerals Resource Rent Tax (MRRT), l’imposta sui profitti derivanti dallo sfruttamento delle risorse non rinnovabili come ferro e carbone . Questo balzello colpisce i  colossi che operano nel settore dell’estrazione mineraria, punta di diamante delle esportazioni nazionali, con l’esclusione delle imprese che hanno redditi annuali inferiori a  75 milioni di dollari.
 
Spazio alla green economy
La crescita della green economy è ormai una delle priorità dell’Ocse. Anche per l’Australia, quindi, gli esperti dell’organizzazione con sede a Parigi auspicano uno sviluppo più sostenibile. In particolare, lo studio propone l’introduzione della carbon tax, di incentivi agli investimenti in “energia pulita” e una gestione migliore delle sorgenti acquifere e del mercato dell’acqua. In questo settore, l’invito è a liberalizzare, eliminando i sussidi statali inefficienti e le barriere che ostacolano l’ingresso di nuovi competitor nel mercato.
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