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Dal mondo

Australia: stop all’elusione
delle multinazionali miliardarie

Approvata una norma che consente al Fisco di richiedere il quantum non pagato e di applicare severe sanzioni

occhi e poteri del fisco_disegno di stefano latini
La svolta antielusione nella terra dei canguri. Elaborata in 3 giorni di consultazioni riservate, predisposta per la visione, la lettura e l’approvazione del Parlamento di Canberra in 24 ore e approvata a larga maggioranza in 3 ore e 27 minuti. Si tratta della norma fiscale con il maggior primato di stesura e consenso, ma soprattutto il testo di legge più duro mai inserito prima in un codice tributario di matrice anglosassone. In pratica, come in molti hanno riportato, si tratta d’una vera e propria dichiarazione di guerra, fiscale, alle 30 più grandi multinazionali che operano nel Paese. Già conosciute da fisco, osservate speciali da mesi, alcune da anni, fatturano più di cento miliardi di dollari l’anno. Sono i colossi non soltanto dell’economia australiana ma di quella internazionale.

Il limes del miliardo di dollari – Poteri aumentati, funzioni potenziate ed estese, come allargato è lo scambio automatico di informazioni, il tutto a beneficio dell’Amministrazione finanziaria che, da ora in avanti, avrà la potestà piena riconosciuta di richiedere indietro non soltanto le imposte e le tasse non pagate grazie ad escamotage elusivi messi in pratica dai grandi gruppi, ma potrà applicare una sanzione del 100% con l’aggiunta degli interessi. Questo significa che, nel caso in cui l’imposta elusa abbia raggiunto i 200 milioni di dollari australiani, esempio calzante per ciascuna delle 30 grandi multinazionali interessate dalla norma, il fisco, cioè l’ATO, l’equivalente australiano dell’Agenzia delle Entrate, calcolerà una somma da rifondere all’erario pari a 400milioni di dollari australiani cui si aggregheranno gli interessi per completare la cifra. Queste nuove misure, che contemplano una vasta gamma di poteri e di discrezionalità nuove che i detective del fisco potranno mettere in campo, si applicheranno solo, quindi in via esclusiva, sulle grandi aziende o gruppi con fatturato globale, non semplicemente domestico, cioè nazionale, superiore al miliardo di dollari. In pratica, le multinazionali che operano sul mercato australiano e che rientrerebbero nel cono d’ombra speciale che la nuova legge predispone per ilo fisco sono 30, peraltro già note. Una lista abbondante di nomi altisonanti che operano sul mercato minerario come quello dell’informatica e delle vendite tramite Internet.

Gettito extra, “chi trova il fisco trova un tesoro” – Oltre al dispositivo tecnico-normativo, le nuove misure adottate dal Parlamento per combattere il ricorso all’elusione sistemica contengono anche alcune note relative all’extra gettito previsto, ipotizzato, derivante dall’applicazione della stretta antielusione. Si tratta di stime che indicano in 350milioni di dollari australiani l’extra-cash che l’erario di Canberra dovrebbe poter contabilizzare già entro la fine del 2015. Troppo? Troppo poco? La somma è quella che sarebbe sufficiente per avviare una politica fiscale mirata a favorire la ricerca e lo sviluppo, rafforzandola di modo da ricollocarla al pari delle operazioni e delle imprese economiche più comuni in Australia.

Per essere chiari, tassate anche le vendite online – Ma la misura inattesa, quella che ha guadagnato spazio all’ultimo istante, è la norma che prevede l’estensione dell’imposta indiretta sulle vendite di beni e servizi anche sugli acquisti e le transazioni che si definiscono online. Anche in questo caso, gli introiti extra per il fisco sono attesi in netta crescita, anche perché i contribuenti australiani sono tra i più attivi e dinamici nell’acquisto online, di beni soprattutto. In pratica, i transiti online subiranno un rallentamento, che però preoccupa più le grandi multinazionali della Rete piuttosto che l’attuale Governo australiano.
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