Australia: tutelare le imprese
oneste dalla concorrenza sleale
L’obiettivo dell’iniziativa, lanciata dall’Agenzia delle Entrate, è di mettere all’angolo le aziende che evadono le imposte

Un piano di azione in dieci anni
Il programma di assistenza alle aziende è una delle numerose misure attuate dal Governo australiano in ambito fiscale. La legge di bilancio 2016-2017, in particolare, ha fissato un piano di azione decennale, che ha tra i principali obiettivi quello di supportare le oltre tre milioni di piccole imprese esistenti sul territorio australiano. Il piano prevede in primis di ridurre l’imposta sul reddito societario. Le attuali aliquote vigenti (il 30% sulle grandi aziende e il 28.5% sulle piccole) sono tra le più alte dei Paesi Ocse e sono nettamente più elevate rispetto a quelle esistenti nei vicini Paesi del continente asiatico, rendendo in questo modo l’Australia un Paese poco competitivo e scarsamente appetibile per gli investimenti stranieri. L’idea è quella di abbassare progressivamente nei prossimi dieci anni l’aliquota fino ad arrivare al 25%.
Il piano d’azione fiscale prevede anche l’attuazione di una task force anti-evasione composta da circa mille 007 del Fisco. Per rafforzare il contrasto alle attività illecite, verrà garantita una maggiore protezione per i whistleblowers e saranno inasprite le sanzioni per le multinazionali che mettono in atto pratiche che aggirano le norme. In agenda pure l’ampliamento delle agevolazioni fiscali a supporto delle piccole imprese e l’estensione della Gst (Good and Service Tax) anche alla vendita di prodotti e servizi online. Il Governo si sta impegnando, inoltre, ad adattare le regole nazionali in materia di transfer pricing a quelle stabilite in ambito Ocse in ambito internazionale. Per compensare la perdita di gettito provocata dal previsto alleggerimento della tassazione sul reddito d’impresa, è stato stabilito un aumento delle accise sul tabacco, che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo primo settembre e dovrebbe portare nelle casse dell’Erario circa 4 miliardi di dollari.
Il punto di vista dell’Ocse
L’Economic Survey dell’Ocse per il 2017 evidenzia come la pressione fiscale, la spesa e il debito pubblico siano tra i più bassi tra quelli degli Stati membri dell’Organizzazione. Il Report sottolinea, inoltre, come l’Australia sia stato uno dei pochi Paesi a utilizzare una politica fiscale adeguata per evitare la recessione provocata dalla crisi finanziaria globale del 2008. La Survey mette nero su bianco, però, anche alcune debolezze della politica fiscale australiana. Ad esempio, i tecnici Ocse rilevano come l’attuazione della Gst (Good and Service Tax) sia ancora da completare e che una maggiore applicazione dell’imposta comporterebbe un aumento delle entrate. Secondo l’Ocse, il Governo australiano dovrebbe anche puntare su una maggiore tassazione dei beni e delle proprietà terriere.