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Dal mondo

Austria, controffensiva annunciata
contro l’evasione fiscale

A dichiararla è stato il ministro delle Finanze austriaco, Hansjörg Schelling, nel corso di un incontro con la stampa

immagine  del parlamento a Vienna
La lotta all’evasione fiscale internazionale ha trovato un nuovo supporter. Il ministro delle Finanze austriaco, Hansjörg Schelling, ha infatti dichiarato che in questo ambito il suo Paese intende muoversi con decisione e simultaneamente in due direzioni. Se da un lato l’Austria sta mettendo a punto una serie di provvedimenti prettamente nazionali, che si aggiungono a quelli già in vigore, dall’altro lo Stato ha invocato con forza l’adozione, da parte dell’Europa e della comunità internazionale, di misure tali da porre fine agli spostamenti di base imponibile e alle frodi fiscali trans-nazionali. In ogni caso, per le istituzioni austriache tutte le disposizioni contro l’evasione fiscale puntano allo stesso obiettivo: difendere e tutelare i contribuenti onesti  dalla concorrenza sleale posta in atto dagli evasori fiscali.
 
Il mandato all’Europa è l’opzione principale 
In Austria il dibattito pubblico è partito dall’assunto che gran parte delle soluzioni al problema dell’evasione fiscale internazionale possono essere realizzate solo congiuntamente e a livello europeo. “L'Europa ha bisogno di una strategia congiunta" ha chiarito il ministro delle Finanze Dr. Hansjörg Schelling nel corso di una conferenza stampa tenuta insieme al membro del Parlamento europeo Othmar Karas. Schelling si è detto certo che le frodi fiscali, il trasferimento dei profitti e le varie pratiche subdole di evasione fiscale si svolgono per lo più al centro dell'Europa ed è pertanto inutile accusare gli altri attori in gioco.
Nel frattempo il Governo austriaco, per mano del suo ministro, ha presentato all’Europa un nuovo pacchetto di misure per combattere le frodi fiscali e l’evasione fiscale internazionale. "Sosteniamo l’introduzione del voto a maggioranza semplice quando si tratta di prendere decisioni riguardanti nuove misure fiscali", ha detto Schelling. "L'attuale meccanismo dell’unanimità in materia fiscale significa che non possiamo agire abbastanza in fretta", hanno aggiunto in coro Schelling e Karas. I due rappresentanti dello Stato a nord delle Alpi hanno inoltre convenuto che per i Paesi dell’Unione è giunto il momento di discutere una strategia comune per armonizzare le imposte sulle società (processo che porterebbe finalmente alla nascita di un’Ires europea).
 
Beps, l’Austria guida la volata
A pochi giorni di distanza dalla conferenza del ministro delle Finanze, a dimostrazione che la temperatura politica nazionale è in perfetta sintonia con le dichiarazioni di Schelling, il Parlamento austriaco ha approvato la Convenzione Beps, lo strumento multilaterale dell'Ocse volto a prevenire l’evasione fiscale realizzata attraverso l'abuso dei trattati contro le doppie imposizioni. L’approvazione sprint è arrivata pochi giorni dopo che i rappresentanti di 68 paesi si erano riuniti a Parigi per firmare lo strumento multilaterale. La Convenzione Ocse nasce all’interno dell'azione 15 del progetto Beps e punta a rafforzare le disposizioni in vigore per risolvere le controversie nei trattati, ridurre i rischi di doppia imposizione e aumentare la certezza del diritto (tributario) per tutte le imprese.
 
Austria capofila nella lotta contro l'evasione fiscale
In Austria sono numerose le misure già attuate in tema di evasione fiscale cross border. Innanzitutto, già dal 2012 gli interessi passivi e le licenze non sono detraibili all’interno dei gruppi di aziende, proprio per contrastare i tentativi di spostare i profitti nei Paesi a minor tassazione. Inoltre, l'anno scorso è stata istituita una task force che si occupa esclusivamente di transfer pricing.
Last but non least, la misura che rende l’Austria davvero una realtà di eccellenza in questo settore. Nella Repubblica patria degli Asburgo è infatti già operativo un registro delle informazioni dei beneficiari effettivi di trust e strutture societarie opache (caso più unico che raro nel panorama europeo). Come a dire, qui la trasparenza è di casa e gli evasori non sono graditi. Adesso la palla passa all’Europa.
 
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