L’Ocse festeggia un altro traguardo sul fronte della cooperazione fiscale internazionale con la sigla a Parigi, il 24 gennaio scorso, della Convenzione multilaterale Beps da parte di Barbados, Costa d’Avorio, Jamaica, Malesia, Panama e Tunisia. Sale così a quota 78 il numero di Paesi e giurisdizioni che si sono impegnati concretamente a collaborare su questo fronte per ridurre i casi di elusione fiscale da parte delle imprese multinazionali. La firma, infatti, dà il via all’integrazione e alla modifica dei preesistenti accordi fiscali bilaterali contro le doppie imposizioni al fine di rendere operative le misure contenute nel progetto Beps. Il Base Erosion and Profit Shifting project è un pacchetto di misure, sviluppato dall’Ocse/G20 per arginare le strategie fiscali aggressive messe in atto da alcune imprese per erodere la base imponibile e trasferire i profitti da Paesi ad alta imposizione a Paesi a tassazione ridotta o nulla, con perdite di entrate fiscali prudenzialmente stimate dall’Ocse attorno ai 240 miliardi di dollari l'anno. Quasi 100 Paesi e giurisdizioni stanno attualmente lavorando per attuare misure Beps nella loro legislazione nazionale e nei trattati bilaterali in materia fiscale.
Una mappa in continua evoluzione
La sigla della Convenzione multilaterale del 24 gennaio 2018 rappresenta un importante passo avanti se si guarda soprattutto a Paesi quali Panama, Tunisia e Barbados che solo pochi giorni fa sono usciti dalla lista nera dell’Unione europea delle giurisdizioni non collaborative per approdare nella “gray list” dei Paesi che saranno tenuti sotto controllo dall’Ue per verificare che gli impegni assunti sul fronte della trasparenza e della cooperazione internazionale siano effettivamente rispettati. Nella lista grigia già si trovavano Malesia e Jamaica. Il Ministero dell’economia e delle finanze panamense a conclusione della cerimonia di firma a Parigi, ha diramato un comunicato stampa, dichiarando che, con la sigla della Convenzione multilaterale, Panama ha dato al mondo nuova prova del rispetto degli impegni assunti in ambito fiscale, utilizzando gli strumenti per essere efficiente e generare un adeguato equilibrio tra le aspettative della comunità internazionale e la conservazione dei migliori interessi nazionali. Il calendario delle adesioni è ancora fitto: Algeria, Kazakistan, Oman e Svizzera hanno espresso la volontà di siglare la Convenzione multilaterale per l’implementazione delle misure fiscali volte a prevenire le pratiche di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili, mentre altre giurisdizioni stanno lavorando attivamente per arrivare alla firma a giugno 2018. Finora, Austria, Isola di Man, Jersey e Polonia hanno ratificato la Convenzione multilaterale Beps, che entrerà in vigore tre mesi dopo che una quinta giurisdizione avrà depositato il proprio strumento di ratifica.
Le due facce della medaglia: un fisco internazionale più efficiente e maggiori certezze per le imprese multinazionali
La Convenzione, sviluppata attraverso negoziati inclusivi che hanno coinvolto più di 100 Paesi e giurisdizioni, è il primo trattato multilaterale di questo tipo e consente alle giurisdizioni di integrare i risultati del Progetto Beps, sviluppato in ambito Ocse/G20, nelle loro preesistenti reti di trattati bilaterali in materia fiscale. L'enorme numero di trattati bilaterali attualmente in vigore ne avrebbe, infatti, reso troppo oneroso l’aggiornamento al di fuori di una soluzione come quella messa in atto con la Convenzione multilaterale Beps. Il nuovo modello di Convenzione bilaterale sviluppato dall’Ocse, disponibile dal 18 dicembre 2017, tiene, infatti, già conto delle azioni previste all’interno del progetto Beps, con particolare riguardo all’azione 2 che mira a neutralizzare gli effetti degli hybrid mismatch arrangements, all’azione 6, dedicata alle clausole antiabuso, all’azione 7, riguardante le tecniche elusive che coinvolgono le stabili organizzazioni, e alla 14, il cui scopo è rendere più efficace la risoluzione delle controversie. Il segretario generale dell’Ocse, Angel Gurría, ha dichiarato: “la firma della convenzione multilaterale di oggi rappresenta un altro importante passo verso l'aggiornamento delle norme fiscali internazionali per mezzo della rapida attuazione del pacchetto Beps. Oltre a salvare i firmatari dall'onere di rinegoziare migliaia di trattati fiscali a livello bilaterale, la convenzione si traduce in maggiore certezza e prevedibilità per le imprese e in un miglior funzionamento del sistema fiscale internazionale a beneficio dei nostri cittadini".
Beps Project: la famiglia si allarga.
Convenzione multilaterale a quota 78
Barbados, Costa d’Avorio, Jamaica, Malesia, Panama e Tunisia integrano i loro trattati fiscali bilaterali
