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Dal mondo

Canada: contribuenti onesti,
digitalizzati ma fiscalmente incerti

È quanto emerge da un recente sondaggio realizzato da un gruppo finanziario che fa capo alla Banca di Montreal

i canadesi e le tasse
La dichiarazione dei redditi si compila? “Sì, in piena autonomia e servendosi dell’apposito software”. S’invia al Fisco nei termini previsti? “Sì”. E le tasse, le tasse si pagano? Naturalmente, “Sì”. Questa è la metrica del contribuente onesto modello canadese. Mai un cedimento né un' ombra di dubbio dall’aroma tributario. Confidenza con le nuove tecnologie digitali e con i software fiscali. Sono queste, infatti, le risposte date dal 94% degli interpellati inclusi in uno specifico panel rappresentativo del Paese, dei suoi orientamenti generali, e illustrate in una ricerca realizzata, di recente, dal gruppo finanziario che fa capo alla Banca di Montreal, specchio storico della finanza, e del business, modello-Canada. Insomma, per imbattersi in una società statisticamente dominata dalla fedeltà fiscale e tecnologicamente al passo con i tempi è sufficiente trasferirsi in Canada, non si tratta di un altro Pianeta. In realtà, scartando le prime tre risposte, “sì-sì-sì”, sono i responsi successivi che hanno finito per generare un crescente numero di dubbi, fiscali, soprattutto sul versante dell’Amministrazione finanziaria federale, con sede nella capitale, Ottawa.

Le tasse, queste sconosciute – Sfogliando la ricerca, e superato il trittico dei tre “sì”, stupisce la seconda ondata di risposte date ai diversi quesiti, in particolare quelli riconducibili ai capital gains, ai dividendi e sullo splitting fiscale. Nel dettaglio, il 58% degli intervistati non ha idea sull’imposta che si applica nel primo caso, cioè quello dei guadagni da capitale, mentre a seguire 2 su 3 ritengono sia la normativa sia le stesse aliquote applicate sui dividendi come illustri sconosciute. E ancora, stesso copione si riscontra quando gli autori dello studio formulano domande relative al prelievo e alle agevolazioni derivanti, o legate, ad eventuali donazioni o alla costituzione di fondi pensionistici alternativi. Ma la sorpresa maggiore è quella relativa allo splitting dei rispettivi guadagni annuali che, entro determinati limiti, e a certe condizioni, possono essere ridistribuiti tra i componenti della propria famiglia con il risultato di conseguire un ricco risparmio fiscale. Tanto copioso che alcuni esperti hanno ribattezzato lo splitting con l’appellativo di “metodo elusivo codificato modello classe medio-alta”. Dunque, a conti fatti, la ricerca rileva un generale analfabetismo in materia di tasse e imposte, talmente elevato nei suoi indici da suggerire che forse il forte grado di fedeltà fiscale riscontrato dai risultati ai primi quesiti posti sia più il frutto d’una sostanziale oscurità rispetto alla normativa fiscale, piuttosto che una sincera adozione del “contribuente-perfetto, ad hoc”.

Stupore fiscale – Oltre all’accento sull’oscurità che per la stragrande maggioranza dei canadesi circonda e intesse il territorio dei tributi, gli esperti, e i ricercatori che hanno condotto l’analisi avviata dal gruppo finanziario di Montreal, hanno rivelato una seconda criticità. I canadesi sono grandi investitori, quindi capital gains, dividendi e altro, per restare in tema, dovrebbero essere il pane quotidiano d’un insieme di contribuenti che, per la metà, guardano all’universo delle compravendite, delle azioni, delle obbligazioni, della Borsa ecc.. Non soltanto, la maggioranza dei lavoratori canadesi utilizza, da decenni, sistemi pensionistici aggiuntivi rispetto a quelli base. Tuttavia, proprio su questi temi l’oscurità fiscale è netta, evidente, chiara e…largamente condivisa.

Contribuenti digitalizzati - A questi limiti nella conoscenza del territorio tributario corrisponde d’altra parte un contribuente medio fortemente autonomo nella gestione del proprio rapporto col Fisco e tecnologicamente al passo coi tempi. Quasi la metà dei contribuenti canadesi sceglie infatti il “Fai da Te” per compilare la dichiarazione dei redditi: una scelta di “indipendenza” che però stride col “Knowledge Gap” evidenziato soprattutto nella tassazione dei redditi di capitale. Significativa anche la percentuale (35%) dei cittadini canadesi, più di 1 su 3, che sceglie di compilare direttamente le dichiarazioni con un software fiscale, in linea – come sottolinea il comunicato stampa del gruppo finanziario canadese – “con un Paese che accetta e si trova sempre più a suo agio con la tecnologia”.
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