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Dal mondo

Entrate tributarie africane:
una base imponibile da allargare

Una ricerca pubblicata dal think thank L’Afrique des Idees analizza e compara la riscossione di 49 Paesi del continente

Continente africano
Migliorare le performance del Fisco costituisce una delle sfide per lo sviluppo futuro dei Paesi africani.
Una ricerca del think thank L’Afrique des Idees ha analizzato le entrate di 49 Paesi del continente concludendo come questi Stati, pur avendo risultati fiscali inferiori rispetto ad altre realtà del mondo, abbiano però amministrazioni fiscali con prestazioni migliori rispetto alla struttura delle loro economie.
Inoltre, la ricerca ha studiato la capacità di raccogliere maggiori entrate fiscali, cercando, più specificamente di verificare se esiste uno squilibrio tra la riscossione delle imposte dirette e la riscossione di quelle indirette.
 
La ricerca tra tax gap e imposte dirette
Lo studio del think tank ha sviluppato un nuovo approccio per stimare il divario fiscale tra Paesi del continente rispetto al resto del mondo. La stima consiste nel confrontare le entrate fiscali effettivamente raccolte da ciascun Paese africano tra il 1996 e il 2013 con quelle raccolte da un Paese situato in un’altra area del pianeta, ma che presenti la stessa struttura economica e il medesimo livello di sviluppo. Dei 49 paesi analizzati, quasi la metà mostra una riscossione eccessivamente sbilanciata sulle imposte dirette. Inoltre, la performance fiscale dei Paesi interessati sarebbe da 1,3 (Tunisia) a 3,5 (Namibia) volte superiore al suo livello potenziale se confrontata con analoghe realtà economiche di altri continenti. Da questo punto di vista, solo la Costa d’Avorio, il Gibuti e la Nigeria hanno un deficit fiscale; il resto è a livelli comparabili con il resto del mondo. La Costa d’Avorio, dal canto suo, sta attualmente raccogliendo solo il 90% di quelle che potrebbero essere le sue potenziali entrate.
 
Maggior carico fiscale sul settore privato africano
La riscossione è particolarmente concentrata nelle imposte dirette, che consistono principalmente in imposte sul reddito e sugli utili. Alcuni Paesi, come l’Etiopia, mobilitano fino a 25 volte di più di quanto dovrebbero in questa categoria di imposte rispetto alle altre tipologie di imposizione. Questo risultato è abbastanza comprensibile in quanto il basso numero di aziende e dipendenti del settore privato africano rende più facile all’amministrazione fiscale il recupero delle imposte dirette. Quindi, il carico fiscale sul settore privato, la principale fonte di gettito, risulta essere troppo elevato rispetto al resto del mondo e potrebbe contribuire a indebolire la capacità degli Stati di ampliare la base imponibile. Alla luce di questi risultati, il miglioramento delle prestazioni fiscali nei Paesi africani sarà essenzialmente raggiunto attraverso l’istituzione di un quadro favorevole per lo sviluppo del settore privato. Per fare ciò, il carico fiscale in questo ambito dovrebbe essere ridotto per promuovere la crescita e la competitività. Facilitare il carico renderà possibile, quindi, l'integrazione di alcune realtà aziendali grandi nella base imponibile. Tale strategia migliorerà anche l’attrattiva dei risparmi per gli imprenditori, contribuendo in tal modo ad ampliare la base imponibile.
Alcuni Paesi, come il Lesotho, hanno avviato riforme in questa direzione. Secondo lo studio "Paying Taxes 2016", il Lesotho è il Paese africano con la più bassa aliquota dell'imposta sulle società  mentre il suo rapporto tra entrate fiscali e Pil è il più alto del continente (40% rispetto al 35% in media nei paesi Ocse); queste entrate fiscali sono basate su tutte le categorie di tasse.
 
Basse entrate tributarie e ristretta base imponibile
Le basse entrate fiscali dei Paesi africani sono da mettere in relazione alla dimensione delle loro economie e possono essere spiegate principalmente dalla ristrettezza delle loro basi imponibili, sostiene la ricerca. Considerando che l’economia dell’Africa è dominata in maggioranza dalle piccole e medie imprese e che le grandi aziende sono poche, la base imponibile, al di là della sua ristretta natura, è anche limitata nelle risorse a causa della struttura economica del Paese, in particolare per le difficoltà di operare una riscossione omogenea su un tessuto economico distribuito in tante microimprese. Le Pmi, infatti, sono aziende difficili da individuare ai fini dell’imposizione fiscale. In questo contesto, è difficile per gli Stati stabilire una base imponibile solida e ampia, che potrebbe essere un’ottima fonte per le entrate fiscali dell’Africa.
 
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