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Dal mondo

Entrate tributarie internazionali, fari
accesi su gettito e politiche fiscali in Ue

Nei primi nove mesi del 2019 confermate le dinamiche osservate nel 2018. In Irlanda il gettito viaggia al ritmo del +8,7%

entrate tributarie

Anche nel lasso di tempo che va da gennaio a settembre dell’anno in corso le entrate tributarie proseguono l’andamento variabile precedentemente osservato su Fisco Oggi. Se il gettito tributario cresce del +4,2% in Portogallo e del +3,8% nel Regno Unito, in linea con i valori osservati nel 2018, in Francia si registra una significativa flessione (-9,3%), a conferma di un trend che va avanti dallo scorso anno. Sono solo alcuni dei risultati presentati nell’ultimo Bollettino delle entrate tributarie internazionali, realizzato a cura del Dipartimento delle Finanze del Mef.

L’andamento delle entrate del 2019 da gennaio a settembre  
Nel periodo di tempo preso in esame crescono pertanto le entrate tributarie complessive di Regno Unito e Portogallo (rispettivamente +3,8% e +4,2%), scendono quelle francesi (-9,3%). Nei Länder tedeschi, d’altra parte, viene registrato un rallentamento della dinamica positiva osservato l’anno passato. In Germania, infatti, le entrate tributarie dei primi nove mesi del 2019 mostrano un lieve incremento tendenziale (+3,1%), che resta comunque al di sotto del tasso medio del +5,5% registrato nel 2018. Anche nell’altro Stato della penisola iberica (la Spagna) viene registrato un incremento contenuto (+2,2%) che rappresenta un rallentamento rispetto al tasso di crescita raggiunto lo scorso anno. Naviga a vele spiegate, invece, il gettito tributario irlandese, con un incremento tendenziale del +8,7%. In Italia, infine, il gettito tributario mostra una variazione positiva rispetto allo stesso periodo del 2018, toccando il +1%.

Cosa succede all’Iva
Il gettito Iva nei primi nove mesi del 2019 fa registrare un incremento per tutti i Paesi con l’unica eccezione rappresentata dalla Francia. Pertanto abbiamo da un lato Portogallo (+7,6%), Irlanda (+6,4%), Regno Unito (+4,5%), Germania (+3,6%), Italia (+2,4%) e Spagna (+2,4%). Dall’altro la Francia, Paese nel quale l’Iva scende del -16,2%.  

Un focus su manovre e leggi di budget in Europa
Il Bollettino delle entrate tributarie pubblicato oggi offre al Dipartimento delle Finanze l’occasione di analizzare le strategie di politica fiscale dei 19 Paesi della zona euro. Punto di partenza i piani di bilancio presentati come ogni anno entro il 15 ottobre dai governi nazionali alla Commissione europea. I cosiddetti DBP (Draft Budgetary Plan) fanno riferimento ai successivi tre esercizi finanziari e cui riportano la situazione dei conti pubblici nazionali e le rispettive bozze di manovra di bilancio. Risulta pertanto molto interessante la panoramica realizzata dal Mef, laddove vengono sintetizzati i principali interventi normativi di carattere fiscale contenuti nelle manovre di bilancio redatte per l’anno venturo in Francia, Germania, Irlanda, Portogallo e Spagna. A farla da padrone quest’anno sono indubbiamente le misure legate all’ambiente e alle fonti rinnovabili.  

Progetti e politiche fiscali nel dettaglio
In Germania la manovra di bilancio per il 2020 si regge su tre grandi pilastri: tassazione del carbone; sostegno a individui e aziende e programmi di incentivi “green”. Anche in Irlanda sono previste importanti misure che afferiscono all’ambiente, a queste però si aggiungono le misure contro l’evasione, quelle sull’imposta di bollo e sulla compliance. Seppure in Portogallo i principali interventi normativi per il 2020 vengono immaginati sul lato della spesa, dal lato delle entrate non vanno trascurati i progettati incentivi alle riduzioni delle emissioni dei gas serra, gli stimoli all’utilizzo delle energie rinnovabili e quelli che puntano al miglioramento dell’efficienza energetica. Anche il Portogallo pertanto rientra nelle nazioni che puntano a una svolta green.
Per quanto riguarda la Spagna, il piano di bilancio per il 2020 prevede 730 milioni di euro di maggiori entrate a derivanti dall’eliminazione di alcune esenzioni fino ad ora applicate nel settore delle imposte sugli idrocarburi e 721 milioni di euro generati dai provvedimenti finalizzati alla transizione energetica a fonti rinnovabili. Diverso, infine, il caso della Francia, il cui piano di bilancio punta a realizzare misure che diano sostegno al potere d'acquisto dei lavoratori e rendano il sistema fiscale più semplice, efficace ed equo. Accanto a queste Parigi progetta misure utili al rafforzamento della competitività delle imprese. Anche oltralpe però si punta a stimolare la cosiddetta transizione ecologica, con la trasformazione del credito di imposta sulla transizione energetica in un bonus per le famiglie a basso reddito e la prevista abolizione entro il 2022 delle agevolazioni esistenti nel settore delle accise sul diesel.

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