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Dal mondo

Entrate tributarie internazionali.
Online il report gennaio-ottobre

Continua il trend positivo del gettito fiscale dei Paesi europei osservati ogni mese dal Dipartimento delle Finanze

entrate tributarie

È stato pubblicato oggi il bollettino delle entrate tributarie internazionali del Dipartimento delle Finanze per il periodo gennaio-ottobre. Nei primi dieci mesi del 2022 – si legge nella pubblicazione - tutti i Paesi osservati (Francia, Germania, Irlanda, Italia, Portogallo, Regno Unito e Spagna) hanno visto un andamento di crescita dei tassi di variazione del gettito fiscale.  
Il trend migliore è del gettito tributario dell’Irlanda (+25,5%) che mostra la crescita maggiore rispetto all’analogo periodo del 2021. Segue il Portogallo che registra un miglioramento tendenziale (+19%) stabilmente oltre la media di crescita dei Paesi analizzati. Anche la Spagna evidenzia un trend di crescita stabile durante i mesi del 2022 (+16,9%). Seguono la Francia (+15,6%), con una crescita della stessa intensità avuta nel 2021 rispetto al 2020, Regno Unito (+12,9%), Italia (+10,2%) e Germania (+9,4%).
Anche per quanto riguarda l’Iva, il confronto con lo stesso periodo del 2021 è a “segno più” ovunque, partendo da una percentuale superiore al 20% fino a quella più bassa, comunque sopra il 10%. Nel dettaglio, Irlanda (+22,6%), Portogallo (+21,2%), Spagna (+17,9%), Italia (+17,7%), Germania (+15,9%), Regno Unito (+15,2%) e Francia (+11,7%).

La fotografia Paese per Paese – Francia, Germania e Irlanda
Come di consueto, il rapporto offre dati di dettaglio sul gettito fiscale per ogni singolo Paese, tratti dai bollettini mensili pubblicati sui siti istituzionali delle Amministrazioni dei paesi europei oggetto di analisi.
Per quanto riguarda la Francia, le entrate tributarie nei primi dieci mesi del 2022, al netto dei rimborsi e degli sgravi fiscali, mostrano una crescita di 34,6 miliardi di euro rispetto all’analogo periodo del 2021 (+15,6%). Tra le imposte dirette si evidenziano le dinamiche positive dell’imposta sui redditi da lavoro (+11,2%) e dell’imposta sulle società (+83,8%), oltre alla già citata Iva (+11,7%). Diminuisce invece l’imposta sui prodotti energetici (-2,7%).
Del risultato della Germania (+9,4%) vengono citati l’andamento dell’imposta sui salari (+3,9%) e dell’imposta sulle società (+17,3%), mentre tra le imposte indirette, oltre alla crescita del trend Iva, si riporta la variazione positiva e negativa di alcune voci di entrata come l’accisa sui prodotti alcolici (+8,8%) l’imposta speciale sul tabacco (-3,6%).
In Irlanda, la notevole crescita del 25,5% delle entrate di gennaio-ottobre rispetto all’analogo periodo del 2021 deriva, tra gli altri dati, dall’andamento positivo del gettito delle imposte sui redditi delle persone fisiche (+15,5%) e dell'imposta sulle società (+69,2%). Tra le imposte indirette, sono riportati la crescita dell’Iva (+22,6%), ma anche dell’imposta di bollo (+8,4%), mentre decresce il gettito delle accise (-1,8%).

Il focus su Portogallo, Regno Unito e Spagna
Il Portogallo segna un incremento del 19%, come effetto dell’andamento dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (+9,8%) di quello dell’imposta sui redditi delle società (+78,7%), dell’Iva (+21,2%) e di altre imposte minori. Decrescono invece le accise sui prodotti petroliferi ed energetici (-12,3%).
Nel Regno Unito le entrate tributarie tra gennaio e ottobre hanno segnato un incremento rispetto allo stesso periodo del 2021 (+12,9%) che riflette il dato di crescita  gettito delle imposte dirette (+11,6%) e delle imposte indirette (+14,8%), in cui confluisce il +15,2% dell’Iva.
Chiude la panoramica la Spagna, con il suo incremento del 16,9%, dovuto, anche in questo caso, al risultato positivo sia delle imposte dirette (+18,5%) sia delle imposte indirette (+15,2%). In particolare, si registra un incremento per l’imposta sulle persone fisiche (+15,8%), per l’imposta sulle società (+30,7%) e per l’Iva (17,9%). Tra le altre imposte minori, il bollettino riporta i dati delle imposte sugli idrocarburi (+6,7%), delle imposte speciali sul tabacco (+6,2%), delle accise sui prodotti alcolici (+40,7%) e sulla birra (+11,8%) ed infine dell’imposta sull’energia elettrica (-82,1%).

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