Articolo pubblicato su FiscoOggi (https://fiscooggi.it/)

Dal mondo

Entrate tributarie internazionali:
un ottobre sereno variabile

La Spagna registra un +8,4% rispetto al 2017 mentre la Francia continua il suo trend negativo con un -2,6%

entrate tributarie
La variabilità nell’andamento delle entrate tributarie in Europa caratterizza anche ottobre, in linea con i dati dei mesi precedenti. segno positivo per  Spagna, Germania, Italia, Irlanda, Regno Unito e Portogallo, mentre resta indietro la Francia. Anche questo mese  la mappa tributaria disegnata dal report del Dipartimento delle Finanze racconta l’andamento delle entrate tributarie nei primi dieci mesi dell’anno nei sette Paesi europei oggetto dell’indagine, con un focus sulla tassazione ambientale.

Spagna prima anche sul fronte dell’Iva
Lo stato iberico conquista a ottobre la prima posizione in classifica non solo per quanto riguarda le entrate tributarie complessive ma anche in termini di imposta sul valore aggiunto.  L’aumento tendenziale del gettito in Spagna, che si posiziona ai vertici della classifica per il terzo mese consecutivo, è, infatti, dell’8,4%, dovuto principalmente alla cresciuta delle entrate derivanti dalle imposte dirette ( +9,2%)  e a quella delle imposte indirette che complessivamente crescono rispetto allo stesso periodo del 2017 dell’7,7%.  L’Iva da sola gioca un ruolo fondamentale, in salita rispetto all’anno precedente del 10,3%, andando a braccetto con l’imposta sulle società che cresce del 13%.  In calo nel Paese, anche se di poco, soltanto le imposte speciali sul tabacco (-0,6%) e quelle sui prodotti alcolici (-1,8%).
 
Francia sistematicamente in calo
Anche la Francia come la Spagna sembra mantenere la sua stabilità nell’andamento delle entrate tributarie ma sul fronte opposto. Anche a ottobre, infatti, il segno meno caratterizza il gettito del Paese d’oltralpe con una flessione di circa 6,6 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2017, che in termini percentuali corrisponde al -2,6%. Anche questo mese la ragione della flessione sta nell’imposta sulle società in calo del 25,8% rispetto allo scorso anno. Discorso diverso sul fronte dell’Iva che sulla scia di settembre si assesta su un +1,4%. Grande risalita, invece, per l’accisa sui consumi dei prodotti energetici, un + 22,2% che vale 1,9 miliardi di euro.
 
Tra i due estremi
L’Irlanda segue a ruota la Spagna con un andamento positivo del gettito complessivo, che ha portato nei primi 10 mesi dell’anno ad un aumento dell’8,1%, trainato dalle entrate derivanti dall’imposta sulle società ( +24,3%). Positivi anche i dati sulla Germania che cresce complessivamente del 6,6%, frutto soprattutto delle entrate derivanti dall’imposta sui salari e da quella sulle società, rispettivamente al +6,6% e al 22,8%. Risultati all’insegna della crescita anche per Regno Unito e Italia che conseguono un +3,7% e un  +1,6% e per il Portogallo che deve il suo  +5% soprattutto al buon andamento dell’imposta sulle società (+11,1%).

Europa, fisco e ambiente
Il report di questo mese dedica un focus alla fiscalità ambientale per alcuni Paesi europei , basandosi sulle statistiche prodotte dall’Eurostat e aggiornate al 2016. L’analisi parte dalla logica economica del doppio dividendo, in base alla quale, spiega il report, il rafforzamento  di strumenti di tassazione ambientale produrrebbe un doppio vantaggio per il sistema economico: il primo costituito dal miglioramento della qualità dell’ambiente e il secondo da una migliore allocazione delle risorse economiche. In base ai dati Eurostat, i tipi di tassazione ambientale sono stati divisi a seconda che riguardino l’energia, i trasporti, l’inquinamento e le risorse naturali. Sulla base di questa classificazione è emerso che tra i sette Paesi oggetto del report l’Italia è quello con la maggiore incidenza in termini di rapporto tassazione ambientale/ Pil ( 3,5%), per lo più riconducibile alla tassazione dell’energia, come avviene anche in tutti gli altri Paesi Ue. All’estremo opposto c’è l’Irlanda con un rapporto tasse ambientali/Pil dell’1,83%. A poca distanza ci sono Germania e Spagna, mentre Portogallo, Francia e Regno Unito sono in linea con la media europea che è del 2,24% del Pil.
 
 
URL: https://www.fiscooggi.it/rubrica/dal-mondo/articolo/entrate-tributarie-internazionali-ottobre-sereno-variabile