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Dal mondo

Entrate tributarie internazionali.
Positivi i primi 9 mesi del 2023

Le variazioni percentuali del gettito Iva dei diversi Stati evidenziano una frenata rispetto all'andamento del 2022

entrate tributarie primo quadrimestre 2020

Da gennaio a settembre le entrate tributarie sono cresciute in tutti gli Stati europei monitorati dal Dipartimento delle Finanze, con l’unica eccezione costituita dalla Francia. L’ultimo bollettino dedicato alle entrate tributarie internazionali, pubblicato oggi dal Mef, mette a confronto i risultati registrati nell’Europa occidentale e sottolinea come nel periodo in questione tutti i Paesi monitorati siano interessati da un lento rallentamento dei flussi del gettito tributario.

Il gruppo dei sette nel dettaglio
Nei primi nove mesi del 2023 il gettito tributario del Regno Unito è quello che è cresciuto di più tra i Paesi posti sotto osservazione da parte del Dipartimento delle Finanze (+9,1%). In seconda posizione si piazza il Portogallo, che registra una crescita tendenziale pari a +7,7%, in leggero rallentamento rispetto ai dati del primo semestre. Chiude il podio l’Irlanda, dove il gettito tributario segna un +6,1%. Venendo all’Italia, nel nostro Paese il gettito tributario risulta in crescita (+5,1%) rispetto ai primi nove mesi del 2022. Infine uno sguardo al gruppo di coda, composto da Spagna, Germania e Francia. Nel caso di Madrid, la crescita del gettito tributario corre (+4,5%), seppure a un ritmo inferiore rispetto a quello dello scorso anno. Seguono infine Berlino (+2,5%) e Parigi, dove - come abbiamo detto - si registra una decrescita (-1,3%).

Cosa succede nell’Europa continentale
In Germania si registra una moderata crescita delle entrate tributarie (+2,5%). Il gettito tributario tedesco è sostenuto dall’imposta sui salari (+7,2%) e dall’imposta sul valore aggiunto (+2,1%), mentre risulta negativo quello delle entrate dell’imposta sulle società (-0,4%). A Lisbona il gettito tributario segna una crescita tendenziale del +7,7%, spinta dall’andamento sia dell’imposta sui redditi delle persone fisiche (+12,1%), sia dell’imposta sui redditi delle società (+1,3%). In Portogallo sono positivi anche i flussi relativi alle imposte indirette: crescono in particolare l’Iva (+7,9%), l’imposta sui veicoli (+10,4%) e l’imposta sui prodotti alcolici (+5,7%). Le entrate tributarie spagnole mostrano una crescita del +4,5%, diretta conseguenza del risultato positivo ottenuto dalle imposte dirette (+7,4%) e - in minor parte - dalle imposte indirette (+1,3%). All’interno delle imposte dirette, però, l'andamento è differenziato: cresce l’imposta sul reddito delle persone fisiche (+9,7%) mentre si contrae il gettito dell’imposta sulle società (-11,1%). Tra le imposte indirette si registra un positivo risultato dell’Iva (+1,4%), mentre praticamente tutte le altre imposte indirette evidenziano una riduzione del gettito, a partire dall’imposta sull’energia elettrica (-13,5%) e dalle accise sui prodotti alcolici (-7,5%).

I dati d'Oltre manica
Nel Regno Unito il trend delle entrate tributarie segna un +9,1% rispetto allo stesso periodo del 2022, una forte crescita che rispecchia l’andamento positivo del gettito delle imposte dirette (+13,6%) e del gettito delle imposte indirette (+4,3%). In Irlanda invece le entrate tributarie crescono del +6,1% rispetto ai primi nove mesi del 2022, per effetto dell’andamento positivo delle imposte sui redditi delle persone fisiche (+8,2%) e dell'imposta sul reddito societario (+4,4%). Tra le imposte indirette irlandesi cresce soprattutto l’imposta sul valore aggiunto (+9,7%), mentre risulta in forte contrazione il gettito dell’imposta di bollo (- 23,3%).

Il caso della Francia
Le entrate tributarie francesi dei primi nove mesi del 2023 mostrano una decrescita rispetto all’analogo periodo del 2022. La riduzione registrata è pari a circa 3 miliardi di euro (che in percentuale corrisponde a un -1,3%). In Francia risulta positiva quasi solo la dinamica dell’imposta sui redditi da lavoro (+1,4%), mentre tra le altre imposte sono negative l’imposta sulle società (-11,3%), l’Iva (-7,3%) e l’imposta sui prodotti energetici (- 5,8%).

L’andamento dell’Iva
Per quanto riguarda l'imposta sul valore aggiunto, nei sette Paesi monitorati la forbice tra il risultato della Francia (-7,3%) e la crescita dell’Irlanda (+9,7%) è di 17 punti percentuali. In ogni caso, le variazioni percentuali del gettito Iva dei sette Stati analizzati dal bollettino evidenziano una frenata rispetto a quelle del 2022. Le crescite più sostenute sono quelle registrate in Irlanda (+9,7%), nel Regno unito (+8,9%) e nel Portogallo (+7,9%). A seguire la Germania (+2,1%), l’Italia (+1,7%) e la Spagna (+1,4%). Infine, in linea con i risultati negativi registrati nell’ambito delle altre imposte, la Francia registra una variazione tendenziale del gettito Iva pari a un -7,3%.

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