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Dal mondo

Entrate tributarie internazionali.
Primo semestre 2020 in calo

Tranne il +0,7% dell’Irlanda, il gettito di tutti i Paesi analizzati è stato inferiore rispetto allo stesso periodo del 2019

entrate tributarie

Il dato più negativo è quello del Portogallo, -14% di entrate nei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Ma l’effetto Covid-19, con i lockdown imposti per bloccare l’espansione del contagio nei mesi scorsi e il conseguente freno all’economia, si fa sentire forte un po’ ovunque. È questa la panoramica tratteggiata nel bollettino n. 137 delle entrate tributarie internazionali, a cura del Dipartimento delle Finanze, che analizza l’andamento del gettito fiscale in diversi Paesi europei del periodo gennaio-giugno 2020.
In alcuni casi la dinamica decrescente è in parte migliorata rispetto alla rilevazione del mese scorso, riferita al periodo gennaio-maggio. Pur essendo sempre negativo, infatti, l’andamento delle entrate si è attestato in Italia a un -7%, contro il -9,3% riscontrato sul periodo da gennaio a maggio. Lo stesso si riscontra nel Regno Unito (da -9,6% a -7,8%) e in Francia (da -13,4% a -10,6%). La dinamica negativa è ulteriormente peggiorata, invece, in Germania (da -6,3% a -9,1%), in Spagna (da -9% a -11%) e in Portogallo (dal +0,4% a -14%).
L’unico Paese a riscontrare una leggera variazione positiva è stata l’Irlanda, con un +0,7%, un tasso tendenziale comunque inferiore a quello medio dello scorso anno.

La situazione registrata in Irlanda, Francia e Regno Unito
Più nel dettaglio, in Irlanda le entrate tributarie sono aumentate dello 0,7% rispetto al primo semestre 2019 per effetto dell’andamento positivo delle imposte sui redditi delle persone fisiche (+0,5%) e soprattutto di quello del gettito dell'imposta sulle società (+41,2%). Decrescono Iva (-20,5%) e accise (-23,8%), mentre resta in aumento tendenziale l’imposta di bollo (+13,6%).
In Francia il Ministère de l'Action et des Comptes publics ha registrato una contrazione di circa 14,4 miliardi di euro delle entrate tributarie al netto di rimborsi e sgravi fiscali, per effetto dell’andamento negativo del gettito Iva (-23,9%), mentre restano positive la dinamica delle imposte sui redditi (+7%) e quella dell’imposta sulle società (+31,9%). Nel Regno Unito il gettito fiscale del primo semestre è sceso rispetto allo stesso periodo del 2019 (-7,8%), riflettendo l’andamento del gettito delle imposte dirette (-2,9%) e quello delle imposte indirette (-13%). In particolare, su queste ultime, si segnala una contrazione del gettito dell’Iva (-15,2%).

L’andamento di Germania, Spagna e Portogallo
In Germania la decrescita delle entrate tributarie al netto delle imposte locali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-9,1%) deriva dall’andamento negativo dell’Iva (-12,7%) e dell’imposta sulle società (-37,2%). Lievemente negativa anche l’imposta sui salari (-1,1%).  
In Spagna, l’andamento negativo registrato (-11%) è dovuto alla contrazione sia del gettito delle imposte dirette (-9,9%) sia di quello delle imposte indirette (-11,4%). In particolare, si registra una decrescita per l’imposta sulle persone fisiche (-6,8%), per l’imposta sulle società e per l’Iva (-11,1%). Infine, per quanto riguarda il Portogallo, il bollettino riporta che la consistente decrescita del 14% riflette l’andamento negativo dell’imposta sui redditi delle società (-69,7%) e dell’Iva (-12,4%), mentre l’imposta sui redditi delle persone fisiche è risultata in crescita (+9,6%).

Scendono gli incassi dell’Iva
Il gettito Iva nel primo semestre del 2020 fa registrare una flessione per tutti i Paesi considerati. La riduzione minore è in Spagna (-11,1%), seguono Portogallo (-12,4%), Germania (-12,7%), Regno Unito (-15,2%), Italia (-19,2%), Irlanda (- 20,5%) e Francia (-23,9%). Il bollettino osserva che a causa della crisi sanitaria e della frenata che hanno subito i consumi i tassi di variazione risultano più omogenei rispetto al passato: la forbice tra la flessione registrata in Francia (-23,9%) e quella osservata in Spagna (-11,1%) è infatti pari a 12,8 punti percentuali, un divario inferiore rispetto a quanto riscontrato nelle rilevazioni dei mesi scorsi, quando, per esempio considerando l’intero 2019, il divario tra i due estremi – Francia e Portogallo – si attestava a 24,7 punti percentuali.
 

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