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Dal mondo

Entrate tributarie Ue di giugno.
Iva a segno più per tutti i Paesi

Per il gettito complessivo, il risultato migliore è quello della Germania, che cresce del 7,3% rispetto al 2017

Tanta variabilità tra i Paesi nelle entrate tributarie del primo semestre 2018, con un gettito fiscale che, rispetto allo stesso periodo del 2017, va da un +7,3% della Germania a un -2,3% della Francia. Inoltre, gettito Iva in crescita per tutti i Paesi analizzati. È l’andamento delle entrate tributarie internazionali relativo ai primi sei mesi del 2018, rilevato nel report pubblicato oggi dal dipartimento delle Finanze.
Come ogni mese, il documento fornisce l’analisi dell’andamento tendenziale del gettito tributario per Francia, Germania, Irlanda, Portogallo, Regno Unito e Spagna sulla base delle informazioni diffuse con i bollettini mensili di ciascun Paese.
Spazio anche a un approfondimento dedicato alla corporate tax, di cui vengono presentati sia l’andamento sia il quadro normativo previsto da ciascun Paese.
Infine, vengono messi a confronto alcuni indicatori macroeconomici, tra cui prodotto interno lordo, tasso di inflazione, tasso di disoccupazione, livello di consumi finali e spesa pubblica, aggiornati all’ultima release del database di Eurostat.
 
L’andamento delle entrate totali e dell’Iva
Nel confronto tra il primo semestre 2018 e lo stesso periodo del 2017, il dato che emerge è la profonda diversità di andamento per i sette Paesi oggetto dello studio. Il gettito tributario ha avuto infatti la dinamica più positiva in Germania (+7,3%), seguita da Irlanda (+6,5%), Spagna (+3,8%), Portogallo (+2,5%) e Regno Unito (+2,3%), mentre, dopo l’incremento del 2,6% riscontrato il mese scorso, è in flessione il dato della Francia (-2,3%). Più negativo sarebbe il dato dell’Italia (-3,1%, la prima flessione riscontrata da inizio anno), che, però, non è omogeneo perché, come precisa il report, il risultato del mese di giugno è influenzato dalle diverse date di versamento previste per le imposte in autoliquidazione.
Per quanto riguarda il gettito Iva, tutti i Paesi hanno una variazione positiva rispetto al 2017: in testa il Portogallo (+4,4%), cui seguono Spagna (+3,4%), Germania (+3%), Regno Unito(+3%), Irlanda (+2,8%), Francia (+2,3%) e Italia (+2%).
 
L’analisi sulla corporate tax nei Paesi Ue
Il report contiene inoltre un approfondimento sulla normativa fiscale dei diversi Paesi relativa al reddito delle società (Corporate Income Tax - Cit) e traccia un’analisi comparativa dei dati relativi al 2016, tratti dall’edizione 2018 dei Taxation Trends Ue.
Dal punto di vista temporale, emerge che, con l’eccezione di Spagna e Germania, per gli altri Paesi e, complessivamente, per la media Ue, l’incidenza dell’imposta sul reddito delle società sul prelievo generale è rimasta piuttosto costante dal 2004 al 2016, passando dal 7% del 2004 al 6,8% del 2016 (con un apice nel 2007, anno pre-crisi, del 8,6%). Questa diminuzione complessiva, precisa il report, può essere in parte spiegata dalla riduzione delle aliquote dell’imposta sul reddito delle società avvenuta in diversi Paesi.
Variazioni più ampie si sono registrate per la corporate tax spagnola, il cui gettito rappresentava il 10,3% delle entrate nel 2004 ed è sceso al 6,9% nel 2016, e per quella tedesca, ma in senso contrario, dal momento che la quota della Cit è salita dal 5,5% del 2004 al 6,8% del 2016. Per quanto riguarda gli altri Paesi, nel 2016 la parte di entrate originata dalla corporate tax è stata, in ordine decrescente, pari all’11,6% in Irlanda, all’8,9% in Portogallo, all’8,3% nel Regno Unito, al 5,8% in Francia e al 4,9% in Italia.
 
Le aliquote della corporate tax in Ue
Sia le aliquote legali massime (cioè quelle ordinarie aumentate di eventuali addizionali e contributi aggiuntivi o eccezionali previsti dalle singole normative) sia le aliquote medie effettive mostrano un andamento decrescente. Nel 2017, l’aliquota d’imposta legale della media Ue sul reddito delle società è stata pari al 21,9%, mentre l’aliquota media effettiva si è attestata al 20,1%.
Nello specifico, per quanto riguarda l’aliquota legale massima, all’inizio del 2018 la media Ue si attesta sempre al 21,9%, al di sopra della quale si pone quella prevista da tutti i Paesi analizzati, con eccezione del Regno Unito (19%) e dell’Irlanda (12,5%).
 
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