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Entrate tributarie Ue: il primo
trimestre 2018 chiude in positivo

La Francia fa eccezione con un andamento ancora in calo (-2,1%). Focus su Ricerca e Sviluppo in Europa

entrate tributarie
Grande variabilità nell’andamento delle entrate tributarie complessive dei sette Paesi presi in esame dal bollettino mensile del Dipartimento delle Finanze del Mef. Portogallo, Irlanda, Regno Unito, Italia, Spagna e Germania, anche se con significativi scostamenti, continuano su un trend di crescita, mentre la Francia, anche a marzo registra il segno meno. Un andamento positivo che riguarda anche la sola imposta sul valore aggiunto. Nel primo trimestre del 2018 l’Iva ha fatto registrare, infatti, il segno meno solo in relazione alle entrate del Regno Unito.

Una panoramica sulle entrate complessive nei sette Paesi
Il Portogallo continua a guidare la classifica dei Paesi con un andamento positivo.  Il gettito nello Stato che affaccia sull’Atlantico è cresciuto del 6 %, in linea con il tasso di crescita medio dell’ultimo semestre del 2017. Nel dettaglio crescono le entrate derivanti dalle principali imposte quali l’imposta sui redditi delle persone fisiche (+2,4%), l’imposta sui redditi delle società (+4,8%) e l’Iva (+8%) ma anche quelle indirette con un incremento del 25,3% per le accise sul tabacco e del 17% per quelle applicate ai prodotti alcolici. A seguire la Germania che guadagna un +4,1%, l’Irlanda con un + 4%, la Spagna con +3,5%, l’Italia con +2,8% e la Gran Bretagna che rallenta la sua corsa con un +0,6%, in ogni caso in lieve aumento rispetto allo stesso periodo del 2017. Il gettito in Francia, come già successo a febbraio, invece, è in flessione del 2,1%, un dato che vale 1,6 miliardi di euro in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il calo francese non si spiega con le imposte dirette e l’Iva che sono in aumento ma è da ricollegare ad altre imposte indirette come, ad esempio, le accise sui consumi dei prodotti energetici, che hanno generato minori entrate per 500 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2017.

Uno sguardo all’Iva
Se si isola l’Imposta sul valore aggiunto gli equilibri cambiano. La Francia riguadagna il segno positivo mentre la Gran Bretagna è l’unico Paese in calo. Come per le entrate tributarie complessive tra i vari Stati c’è molta disomogeneità, con una forbice tra Portogallo e Gran Bretagna di 8,5 punti percentuali. Il Portogallo, infatti, che conquista il primato anche dell’Iva, fa registrare nel primo trimestre di quest’anno un +8%, la Germania guadagna un +3%, la Spagna fa segnare un +2,8%, l’Irlanda un +2,4, la Francia un +2,2%, l’Italia un +1,5%, mentre il Regno Unito con un -0,5% mostra per il terzo mese di fila una flessione tendenziale, non in linea con gli ultimi otto anni in cui aveva, invece, fatto registrare variazioni sempre positive.

Focus sulle spese fiscali in Ricerca e Sviluppo
Il bollettino delle entrate tributarie internazionali dedica questo mese un approfondimento all’analisi quantitativa degli incentivi fiscali a sostegno delle attività di ricerca e sviluppo nell’Ue, sulla base del rapporto pubblicato dall’Ocse ad aprile 2018 e dei dati disponibili nei database di Eurostat. In particolare, il bollettino evidenzia come negli ultimi anni gli incentivi fiscali siano diventati uno degli strumenti maggiormente utilizzati per sostenere le attività di ricerca e sviluppo, con un incidenza sul totale delle misure di sostegno pubblico nei Paesi dell’area Ocse che è passata dal 36% nel 2006 al 46% nel 2015. Nel 2016 ammonta a 303 miliardi euro la spesa interna lorda in R&D nei 28 Stati membri dell’Unione europea.  Stabile, invece, il rapporto tra spesa per le attività di Ricerca e Sviluppo e Pil che nel 2016 è stato pari al 2,03%, in linea con l’ultimo quadriennio. Tra i Paesi a maggiore incidenza la Germania e la Francia che rispettivamente fanno registrare un’incidenza sul Pil nel 2016 pari rispettivamente al 2,94% e al 2,25%.
 
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